Sono stato ormai quattro volte a Grintorto, antico borgo di Agazzano, in Val Tidone, nel Piacentino. Ci sono stato perché un amico mi aveva parlato di una magia, che stava nascendo intorno all’antico castello del ‘600: il ristorante di cucina d’arte Or (strada Grintorto, 3 – tel. 3319137482). E oggi qui c’è uno dei luoghi più belli d’Italia. Per arrivare a Grintorto bisogna uscire a Castel San Giovanni sulla Torino Piacenza. Si vira verso la Val Tidone, passando per i paesi di questa pianura Padana ricca di cose buone. E di vini. Ma Grintorto è qualcosa di più: è un sogno che diventa realtà. Attorno alle mura dell’antico castello, l’avvocato Rudy Reni, con sua moglie Paola, ha da sempre il suo buen retiro. Ma un giorno ha deciso che quel posto poteva diventare un luogo per tutti. Ha ristrutturato una casa bellissima in mattoni antichi, del 600, con tre sale affrescate che sono l’essenza della bellezza. Poi una terrazza sulla valle per cenare d’estate, un bistrot dove fare merenda con una buona coppa ed entro l’anno un negozio di prodotti e anche un relais, che gestirà il figlio, proprio di fronte. Nessuno si sarebbe mai spinto fin qui, ora questa è una meta ambita che, dopo solo un mese, ha già creato un passaparola incredibile.
Paola ha la passione del cibo nel sangue e Raffaele Mancini, lo chef che guida una brigata di sette persone, ha scelto di esercitare qui la sua cucina della leggerezza (lui era al 28 posti a Milano). Ma non è finita perché questo luogo, dove regnano la bellezza e il gusto, mette anche a disposizione un sogno: poter acquistare un piatto e portarselo a casa. È confezionato sottovuoto. Domani questo sarà l’atout che porterà a Grintorto tanta altra gente, ma soprattutto sarà l’elemento di innovazione in un mondo, quello dei cuochi, che pensa che l’unica area di miglioramento sia il catering o la televisione. E invece no. Mancava la coccola per la gente, che protrae un gusto anche a casa propria.
Ma veniamo alla nostra prova, che ci vede fra i primi a testare questa cucina dove le materie prime sono scelte con un certo rigore. Il riso ad esempio è il RisoDiNori di Collobiano, i vini sono un po’ del territorio e un po’ quelli che piacciono all’avvocato Rudi Reni, spaziando dall’Alto Adige alla Sicilia. L’aperitivo sarà con una coppa fantastica e poi una serie di amuse bouche eccezionali, come il foie gras e ginger, il baccalà e altre specialità.
La carta, a prezzi più che ragionevoli, propone, fra gli antipasti, i gamberi al sole preparati col mango e quenelle di formaggio di capra con crumble al curry. Da provare i petali di orata al lime; ottimo il flan di cavolfiori in salsa Mancini. Il piatto più gettonato, insieme al gambero, è poi l’uovo alla Beaujolais omaggio a Paul Bocuse con salsa al vino, asparagi e pain crouton. L’insalata di inverno è fatta di finocchi, arance, bacche di goji, pinoli e semi di zucca. Sarà invece una mousse la tartare di scampi, avocado e zeste di arancia croccante.
Sui primi non perdete per nessuna ragione al mondo il risotto ai porcini e profumo di anice, che è il più bell’esempio assaggiato negli ultimi tempi. Ma anche gli gnocchi di ricotta profumati alle zenzero, la lasagnetta con polpa di granchio, erbe e petali di pomodoro, la pasta alla norma e il tortello di pesce persico con burro al dragoncello.
E veniamo ai secondi: il fritto di gamberi rossi e limone di Sorrento è un'esplosione di freschezza, la parmigiana di terra e mare con filetto di branzino mozzarella e basilico promette di essere una ghiottoneria. C’è anche una tartare di fassona con brunoise di verdure; le costolette di agnello con panatura aromatica e insalatina alcolica. Ma il piatto che più ci ha colpiti è stato il pollo alla moda di Bresse, con funghi porcini. Eccezionale.
Si chiude col tortino di cioccolato dal cuore fondente con grappa al frutto della passione, il tiramisù espresso e il mio eccezionale cremoso al caffè con panna cotta al carciofo e croccanti di arachidi.
Vi alzerete leggeri, felici. Con la voglia di raccontare che siete stati in un posto unico, e non per modo di dire.