I ristoranti del tartufo, festival della canzone e la polemica sull'Iva

12.11.2015

Chi perde e chi guadagna nella compravendita del tartufo? Se lo chiede un’inchiesta di Panorama di oggi che mette in luce il paradosso tutto italiano che non prevede alcun obbligo di fattura per i cavatori, mentre al contrario impone a chi acquista di fatturare con iva indetraibile al 22%, in quanto il tartufo è considerato bene di lusso. Un’anomalia che diventa ancor più stridente visto che in Europa il tartufo è considerato bene agricolo, quindi con tassazione agevolata e contributi per la coltivazione. Proprio per questo motivo il viceministro Andrea Olivero ha annunciato l’apertura di un tavolo di trattative per una nuova legge che regolamenti il settore. Ma in tema tartufo, l’appuntamento più originale arriva da Montà d’Alba, dove da un’idea di Luciano Bertello (presidente dell’Enoteca del Roero) è nato il 1° Festival internazionale della canzone al tartufo che vedrà esibirsi il meglio della “canzone popolare d’autore” di Langhe-Roero e Monferrato. Questi i cantanti: Brav’om di Prunetto (Trifola bela), Cricca dij Mes-cià (Trifulun), Padre Filip e Luca il chierichetto (Piacciono tanto le trifole), Paolo Frola (La storia di Re Profumo), Piero Montanaro (Il tartufo del nostro Piemonte), Sergio Pavat (El canto dei tartufi). Nell’attesa del Festival (che sarà il 28 novembre) per chi volesse concedersi una gita fuori porta tra Langhe, Monferrato e Roero, ecco la guida de IlGolosario.it tra i 10 ristoranti dove il tartufo è un’istituzione

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