Si narra che un gruppo di pellegrini di ritorno dall’Isola di San Giulio, sul lago d’Orta, fece tappa nel punto in cui oggi sorge Borgomanero e che non avendo più nulla da mangiare pensarono di uccidere il vecchio asino che all’andata era stato utilizzato per il trasporto delle provviste. Siccome la carne era molto dura pensarono di tritarla (in piemontese “tapulela” o “ciapulela”) con il coltello e di farla stufare nel vino che era loro rimasto con aglio e cavolo verza. Siccome i pellegrini si trovarono bene in quel posto decisero di rimanervi fondando Borgomanero.
Tagliate la carne a fettine, mettetele una sull’altra e ricavate tante listarelle che poi taglierete trasversalmente in modo da ottenere dei pezzettini piccolissimi. La carne, alla fine, dovrà risultare quasi tritata.
In una pentola bassa fate scaldare l’olio e l’aglio e il lardo battuto, poi unite la verza tagliata a striscioline corte; quando sarà appassita e diminuita di volume, aggiungete la carne, fate cuocere per una decina di minuti con pentola scoperchiata quindi irrorate con il vino e fatelo evaporare completamente mescolando di tanto in tanto. A questo punto bagnate con circa metà del brodo, aggiungete l’alloro e il rosmarino legati a mazzetto, regolate di sale e pepe e proseguite la cottura fino a quando la carne sarà tenera e il fondo di cottura ben legato. Se necessario, durante la cottura, versate altro brodo.