È tempo di pace tra le vigne di Valpolicella? In un’Italia del vino che, ahinoi, troppe volte, ancora fatica a presentarsi con una squadra unita, a motivo della litigiosità dei produttori, alla vigilia delle degustazioni che settimana prossima accenderanno i riflettori sul grande rosso della provincia veronese, suona come una gran bella notizia la proposta di tregua, nell’ormai annosa "Guerra dell’Amarone", avanzata dall’Associazione delle Famiglie Storiche (che riunisce aziende di spicco produttrici del celebre vino), al Consorzio Vini Valpolicella, che ha vinto in primo e secondo grado il ricorso sull’utilizzo del nome del rinomato vino. Nella contesa, nata per la difformità di nome e marchio delle allora “Famiglie dell’Amarone d’Arte” dal disciplinare, i produttori hanno proposto oggi di devolvere la cifra per la pubblicazione della sentenza (circa 160mila euro, più un altro 16%) per un progetto di valorizzazione e protezione della Denominazione "Valpolicella". In cambio l’associazione rinuncerà al ricorso in Cassazione. Il Consorzio Vini Valpolicella ha risposto favorevolmente all’offerta, con la precisazione che «il doveroso atteggiamento di apertura e di ascolto non può ribaltare quanto disposto dalla causa civile. Quando le condizioni lo permetteranno saremo pronti a investire insieme in favore della promozione del territorio». Applaudendo a questa svolta, che dice, una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, della lungimiranza dei produttori veronesi, capaci in questi anni di fare conoscere l’Amarone, portandolo a essere riconosciuto per quello che è, ovvero uno dei più grandi vini al mondo.
Il brindisi con un’interpretazione di questo sommo rosso, di una delle cantine della nostra predilezione, Tedeschi, azienda che vanta una storia vinicola lunga quasi quattro secoli, che ha creduto tra le prime nel valore della produzione vinicola della Valpolicella, avendo il coraggio di recuperarla in chiave moderna, adottando i più innovativi metodi di produzione, nel rispetto del territorio. Nei giorni scorsi l’assaggio, memorabile, di uno dei cru sommi della cantina, l’Amarone della Valpolicella Classico Capitel Monte Olmi, figlio di quel vigneto Monte Olmi che, situato a Pedemonte di Valpolicella, nel cuore della Valpolicella Classica, ha estensione di 2,5 ettari con esposizione sud ovest ed è ottenuto su terrazze dalla grande pendenza, che assicura la perdita di acqua in caso di piovosità abbondante, con una profondità e una struttura prevalentemente argillosa che permettono invece di trattenere l’acqua nei periodi di siccità. Da uve corvina, corvinone, rondinella, oseleta, negrara, dindarella, croatina e forselina, nel bicchiere ha colore rosso rubino molto profondo, al naso si propone con grande eleganza con profumi di lampone, marasca, nota balsamica, sentori di fiori secchi, tabacco, cuoio e pepe, mentre al palato è maestoso, regale, con una progressione che ricorda la marcia trionfale dell’Aida quando risuona all’Arena, con tannino ben integrato, sorso armonico, finale infinito. È un vino capolavoro!