Per i brindisi di fine e inizio anno? Spumanti italiani!

A San Silvestro e Capodanno, da nord a sud, decine di possibilità per brindare italiano

31.12.2016

Al termine di queste festività saranno state stappate 62 milioni di bottiglie di spumanti italiani (dato che consegna un confortante +10% rispetto al 2015). «L’anno che si conclude – ha commentato nei giorni scorsi Antonio Rallo, presidente dell'Osservatorio del Vinoè stato caratterizzato da un grande successo dei nostri spumanti, che stanno conquistando nuovi consumatori, stimolano modalità e occasioni di consumo innovative e moderne, e si rivelano eccellente apripista per gli altri vini di qualità del nostro Paese».

Come sembrano lontani gli anni in cui quando si brindava a farla da padrone era lo Champagne. Proprio per questa ragione, se, come auspicavamo anni fa, ed ora è realtà, il consumo di spumanti del nostro Paese non è più confinato agli ultimi dieci giorni di dicembre, tuttavia, dato che oggi come un tempo festa è sinonimo di bollicine, quale occasione migliore di San Silvestro e Capodanno per stappare un grande spumante italiano? Cosa scegliere? Oltre ai “gioielli” che escono dalle cantine che formano il poker d’assi della spumantistica tricolore, ossia Bellavista, Berlucchi, Cà del Bosco e Ferrari, produttori di caratura internazionale, i cui prodotti più prestigiosi sfidano per eccellenza i migliori Champagne presenti sul mercato.

Interessanti le creazioni di realtà emergenti come, in Franciacorta, Bosio di Timoline di Corte Franca, di cui è clamoroso il Pas Dosè Riserva Girolamo Bosio 2006. Riserva dedicata al fondatore da uve pinot nero (70%) e chardonnay (30%). Ha colore giallo paglierino con riflessi dorati, spuma ricca e vivace, perlage finissimo e persistente, bouquet elegante di bella intensità e persistenza con sentori di frutta esotica, lieviti, spezie dolci, mentre al palato ha gusto secco, sorso vellutato e importante, sorprendente equilibrio, armonia e persistenza.

In Trentino, Tonini di Isera, produttore scoperto da Paolo Massobrio il cui Brut Nature è metodo classico da vendemmia tardiva di fine settembre di uve chardonnay e pinot bianco coltivate nei terreni ad altitudini superiori (sugli 800 metri). Vinificato con riposo sui lieviti per almeno 30 mesi, ha colore giallo oro, naso invitante con note di nocciola e crema pasticcera, sorso fresco, equilibrato, di grande personalità.

In Oltrepò, di Prime Alture di Casteggio, Io per Te, metodo classico da uve pinot nero in purezza, che nel bicchiere ha colore giallo oro, spuma ricca e perlage persistente, naso elegante e intenso con note di pesca, pera, sentori di frutta secca, sorso cremoso e armonico, di lunga persistenza.

Tra le altre curiosità, da provare alcuni spumanti che i produttori hanno deciso di realizzare con vitigni autoctoni. Da nord a sud, da provare il Nebolè di Travaglini di Gattinara, da uve nebbiolo, dal colore giallo paglierino, dal perlage fine, dal naso intenso di agrumi e frutta esotica, dalla caratteristica nota minerale e dal sorso persistente. Di Vigna Cunial di Traversetolo, l’affascinante Brut Monteroma, da uve malvasia di Candia in purezza. Di colore giallo paglierino, ha naso fine con note di fiori bianchi, mela, camomilla, tipica aromaticità, gusto fresco e leggermente abboccato. Di Librandi di Cirò Marina il Rosaneti Spumante Brut Rosato Metodo classico, da uve gaglioppo, dal profumo di lamponi, ribes e fragoline di bosco, dal sorso ampio e di lunga persistenza. Buon anno!

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