Non c'è più la nebbia di una volta”. I vecchi lo ripetono spesso. C'è da crederci, ed è un peccato. Perché perdute nella bruma, a volte, capitava di scorgere svolazzanti e mitologiche insegne al neon, unico scintillante colore in un panorama lattiginoso e plumbeo. Ogni neon era un locale dove ripararsi dal freddo porco d'inverno: un'isola di salvataggio, e successiva perdizione.
Non c'è più la nebbia di una volta. Ma nel centro di Alessandria, a due passi da piazzetta della Lega, il Caffè degli Artisti ha ancora una bella insegna al neon rosso fiammante. È il locale aperto nel 2006 da Luigi Barberis: fisico da barman vero, faccia da attore americano impegnato in un b-move con gangster e pupe, mani esperte nei classicissimi della miscelazione.
D'altra parte, ad Alessandria, la miscelazione è cosa seria. Nel secondo dopoguerra l'aperitivo lo prendevano in tanti. Anche le operaie della Borsalino, che trovavano a fine turno un Milano-Torino (Campari e vermouth, ovviamente) e un piattino di agnolotti. Altre storie, altre nebbie...
Il Caffè degli Artisti non è soltanto cocktail bar. E lo dimostra l'orario da stakanovisti. Aperto dalle 6 del mattino alle 2 di notte, sette giorni su sette. A pranzo è meta gettonata, ancor più da quando i panini sono quelli di Marcello, conosciuto da tutti in città già al Caffè dei Parodi.
Fuori, c'è un ampio dehors coperto, con tavoli, sedie e sgabelli. All'interno, 60 posti, suddivisi tra il bar a piano strada, contraddistinto dalla fornita bottigliera, e la saletta – cantina al piano inferiore, più intima. La drink list è imponente, forse troppo (e infatti l'idea è di semplificarla): ci sono tutti i cocktail internazionali (prezzo medio 6-7 euro), più una serie di “storici” tralasciati dall'IBA, una vasta gamma di Martini Cocktail (24 varianti) e una decina di signature drinks.
Ma anche 320 etichette di vino, 100 gin, 85 rum, 95 whisky e una teoria importante di vermouth. Tra i più gettonati, ci sono cocktail come il boulevardier e l'hanky panky, ma anche il last word (gin, succo di lime, Chartreuse verde e Maraschino in parti uguali) che è il colpo finale prima della buonanotte.
"Ma la peculiarità del mio locale è la ricerca sui grandi distillati di vino: brandy, cognac ed armagnac”. Luigi lo racconta con malcelato orgoglio, mostrando la relativa lista con 40 etichette. “Adoro l'armagnac: meno ruffiano del cognac, veramente artigianale, frutto di piccole produzioni contadine. E i grandi brandy italiani”. C'è una radice italiana, anche in cognac ed armagnac, perché il vitigno principale è l'ugny blanc, nome con cui francesi chiamano il trebbiano portato Oltralpe da Caterina de' Medici.
Brandy, cognac e armagnac trovano spazio in una decina di cocktail (non soltanto i canonici sazerac o brandy crusta, per esempio, ma anche azzeccate divagazioni su old fashioned, manhattan e mint julep). Ma anche in purezza, serviti in baloon rigorosamente a temperatura corporea, senza ghiaccio, e con acqua a parte.
All'ora dell'aperitivo, qui non si fa buffet, per fortuna, ma il drink è accompagnato da 4 finger food ricercati. E al mercoledì, dalle 19, c'è sempre uno chef ospite con una sua proposta abbinata ad un cocktail ad hoc. Luigi ha un secondo cocktail bar, ad Acqui Terme: è il Caffè dei Mercanti (portici Saracco, 9) proprio nella piazzetta della Bollente.
via Vochieri, 11 - ALESSANDRIA
tel. 0131040040
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