Sulla vetrina di questo ristorante È Cucina di via Bertola (al civico 27/A - tel. 011 5629038) c’è l’adesivo del GattiMassobrio in bella mostra, segno evidente che ancora non l’hanno scoperto o che alle “guide ufficiali” (con la "g" minuscola) non interessa parlare dei locali dove va la gente. E qui di gente ne viene parecchia, ogni sera, ai tavolini da due con sedie colorate o ai tavoloni da compagnie che riempiono le tre sale comunicanti.
Perché viene? Per l’aria informale, che invita le coppie, gli amici, le compagnie e per il “patto” che propongono: a pranzo tre formule a 10, 15 o 20 euro con piatti a sorpresa su tre linee: pesce, carne oppure vegetariano puro. A cena menu degustazione sempre a sorpresa al costo di euro 8 a portata, con minimo due piatti salati, se poi vuoi continuare arriva anche il terzo e volendo anche il dolce.
“Sì, ma che sorpresa è mai questa – ho detto al giovane e preparato che è venuto al mio tavolo – io non mangio carboidrati la sera e tu magari mi porti una pasta”.
“Non ci sono primi – è stata la risposta – piuttosto ha intolleranze?”.
Anche coi vini è lo stesso: hanno bottiglie di diversa specie che cambiano velocemente e proposte a bicchiere soddisfacenti.
Detto questo, faccio una doverosa premessa: a me i menu imposti non piacciono quasi mai, per cui i casi sono due: o il cuoco è soddisfacente oppure questo locale è da togliere. Sorpresa: il primo piatto, flan di broccolo con carpaccio di salmone e di ananas e chips di porro è gradevole e con quello Chardonnay ci sta proprio bene. Il secondo piatto è un morone in guazzetto, crema di melanzane crostino di pane mozzarella di bufala campana, anche questo ben equilibrato e di porzione adeguata. A questo punto vado avanti col terzo. E mi arriva non un piatto di sostanza, ma un corollario al morone, che è un purea di topinambur e patate, gamberi sabbiati al mais e spinaci spadellati con riduzione di aceto balsamico. Tre piatti tutti ben fatti, tanto che dopo sono andato dal cuoco Corrado Cassoni e gli ho fatto una foto.
Nel frattempo osservavo la gente ai tavoli che chiacchierava, si divertiva, si sentiva a suo agio, senza le interruzioni infinite che capitano solitamente nei ristoranti. La sorpresa però è arrivata col conto: tre piatti, due bicchieri di vino bianco e una bottiglia di minerale: 36 euro. Non ci volevo credere. Eppure il ragazzo lo aveva dichiarato: ogni piatto costa otto euro. Ecco la carta vincente: la semplificazione per dare spazio all’ospite, quindi il prezzo più che giusto, ma anche una cucina che calibra gli ingredienti ed è decisamente soddisfacente. Il contento è +. Meritatissimo. Bravi!