Sul sito The Cuisine Press della rivista giapponese Ryoritsushin esce il terzo articolo di Paolo Massobrio dedicato ai prodotti tipici delle regioni italiane. Questo mese si parla della focaccia di Recco.
L'articolo per esteso è pubblicato in questo sito nella sezione "Attualità" e in lingua giapponese sul sito The Cuisine Press nella traduzione di Motoko Iwasaki
A Recco, nei pressi di Genova, esiste una declinazione particolare della focaccia (quella con il formaggio) che vanta una propria storia. La focaccia con il formaggio risale infatti ai tempi della terza crociata. Nel 1189 i cittadini di Recco, per scampare alle incursioni dei Saraceni, furono costretti a rifugiarsi nell'entroterra e inventarono un pane ripieno di cacio da cuocere su una pietra d'ardesia. La sua grande diffusione avvenne però sul finire dell'Ottocento quando in tutti e cinque i forni cittadini si preparava la “Focaccia di Recco col Formaggio”, proposta anche dalle osterie in coincidenza della Festa dei morti. Proprio le osterie, dove venne codificata nella sua versione attuale a inizio Novecento, furono il motore del successo.
È la storia di Manuelina, lodata anche da D’Annunzio: nella sua osteria (oggi diventata un celebre ristorante e un’altrettanto famosa focacceria) negli anni Sessanta arrivavano le star della televisione italiana per mangiarla. La ricetta originale contempla per l'impasto solo acqua, farina, sale e olio extravergine d'oliva con cui si va a formare una palla di pasta morbida ed elastica da lasciar riposare almeno un'ora. Una volta stesa con il mattarello si ricavano due sfoglie. Su una viene posta la crescenza mentre l'altra serve per coprire. Il tutto si mette poi in forno per 20 minuti a circa 220° in ambiente già riscaldato.
Oggi su questa focaccia è stato apposto il marchio europeo dell’Igp (indicazione geografica protetta).