Monchiero, dalla “malora” al successo

Bevibilità e finezza, le caratteristiche che fanno dei Barolo della cantina di Castiglione Falletto vini di classe

21.10.2022

“Nel pieno della malora la vita m’era diventata insopportabile” scriveva Beppe Fenoglio, lo scrittore nato ad Alba (Cn), di cui quest’anno ricorre il centenario, e penna ispirata che come pochi altri ha saputo raccontare quanto fosse aspra la vita dei contadini delle Langhe agli inizi del Novecento. È ai suoi racconti ed ai suoi romanzi, che occorre rifarsi, per avere idea di quale percorso abbiano fatto la maggior parte di quelle famiglie che oggi, un secolo dopo, sono conosciute nel mondo per i loro grandi vini, Barolo in testa. Dalla “malora” al successo. È il cammino che ha fatto anche la famiglia Monchiero.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Remo e Maggiorino Monchiero, invece di seguire i tanti giovani che in quegli anni cercavano fortuna negli Stati Uniti, decidono di restare, e da La Morra si trasferiscono a Castiglione Falletto. Gli esordi tra mezzadria e commercio del vino. Nel 1971 imbottigliano per la prima volta un loro Barolo. L’attività decolla quando il figlio di Maggiorino, Vittorio, poco più che ventenne, dopo essersi specializzato negli anni Ottanta alla scuola Enologica di Alba, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia.

Gli anni Novanta, gli anni della svolta. Vittorio sposa Daniela e hanno due figli, Luca e Stefano (entrambi già conquistati dall’attività di famiglia, e tutt’e due in azienda, il primo già a tempo pieno il secondo dividendosi con gli studi che sta terminando). Per quanto riguarda il lavoro, è il momento in cui avviene il reimpianto delle vigne di Castiglione Falletto e La Morra seguendo le più valide tecniche di innesto.
Oggi le M.G.A. del Nebbiolo da Barolo della famiglia sono presenti nei versanti migliori delle colline nei Comuni di Castiglione Falletto e di La Morra, mentre gli altri terreni, nel comune di Alba (in frazione Scapparoni), sono destinati alla produzione di Nebbiolo d’Alba, Barbera d’Alba, Langhe Arneis e Moscato.
Per quanto riguarda l’attività, viene attuata la lotta integrata, al fine di ridurre l’utilizzo di trattamenti contro insetti e altri organismi dannosi, con i trattamenti che sono effettuati solo quando è indispensabile. L’uso dei diserbanti è bandito, con le piante infestanti che vengono tagliate con piccole macchine automatiche, usate nella viticoltura di precisione. Le tecniche colturali sono gestite separatamente per ogni singolo vigneto, seguendone le esigenze specifiche. La vendemmia, completamente manuale, coinvolge tutta la famiglia e prevede una selezione accuratissima delle uve.
In questi giorni abbiamo riassaggiato cinque loro vini. Una sorpresa il Quattro filari, bianco da uve moscato, non proposto però nella consueta versione dolce, ma secco. Dal colore giallo paglierino brillante, luminoso, ha profumi intensi di glicine e salvia, nota aromatica che torna anche al palato, dove si propone con un sorso di bella freschezza.
Dall’eccellente rapporto qualità prezzo il Langhe Nebbiolo, dal colore rubino luminoso, ha profumo fruttato, in particolare di marasca, sentori speziati, tra cui spicca il pepe, sorso goloso.
Un filo rosso, caratterizzato da classe e bevibilità, unisce il trio di Barolo che abbiamo degustato. Ha carattere il Barolo del Comune di Castiglione Falletto 2018 dal colore rubino con riflessi granato, dall’invitante spettro olfattivo che va dalla rosa al lampone, quindi al rosmarino e alle erbe aromatiche poi al cacao, con finale su suggestive note di liquirizia, e gusto fresco, teso, vivo.
È “seta pura”, di eleganza emozionante, il Barolo Rocche di Castiglione 2018, che si presenta con tinta rubina di buona intensità, profumi di marasca e frutti di bosco maturi, sentori di sottobosco, suggestiva nota balsamica di menta, sentori di spezie dolci, cedro e legno di sandalo, raffinata nuance di liquirizia, gusto che svela struttura, tannini fitti, ma ben integrati, quasi dolci, per un sorso equilibrato, sostenuto da freschezza e mineralità, un invito a berne e riberne.
Nostro coup de coeur, tuttavia, il Barolo Riserva Pernanno 2016, che ha anima barolesca nobile, da vero “re dei vini” e “vino dei re”. Dal colore rubino intenso, al naso ha bouquet ampio che spazia dalla viola alla marasca e alla confettura di fragole per passare a note minerali e speziate con venature di sottobosco, aromi di liquirizia, con un equilibrio tra finezza e struttura che si esprime in modo mirabile in bocca, e che conquista rendendo la beva irresistibile.

Monchiero

via Alba - Monforte 49
Castiglione Falletto (Cn)
Tel. 0173 62 820

 

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