Non c'è pace tra gli ulivi...anzi tra le vigne, oltrepadane. All'indomani dell'elezione del nuovo Cda del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, che ha eletto per il prossimo triennio tra i produttori Luca Bellani (Ca’ di Frara), Simone Bevilacqua (Tenuta Quvestra), Contardi Cirillo (Podere Bignolino), Luigi Gatti (Legoratta) e Davide Musselli (Casone e Pradivolpe), tra i vinificatori Andrea Barbieri (La Versa), Claudio Battaini (Sabaghina), Andrea Gallotti (Torrevilla), Andrea Giorgi (Terre d’Oltrepò) e Roberto Lechiancole (Prime Alture), tra gli imbottigliatori Quirico Decordi (Vinicola Decordi), Renato Guarini (Losito e Guarini), Piernicola Olmo (Castello del Poggio – Zonin), Pier Paolo Vanzini (Vanzini) e Valeria Vercesi (Vercesi Nando e Figlio Maurizio) e quali membri effettivi del collegio sindacale Giovanni Giorgi, Elena Cavallotti e Silvio Ottonelli.
Dura presa di posizione dei titolari di Monsupello, Scuropasso, Rebollini, Terre del Lago, Tenuta Elisabet, Cantine Bertelegni, Rossetti&Scrivani, Forlino, Casa Guerci, Finigeto, Cascina Lupo, Picchi, F.lli Guerci, Torrevilla che hanno annunciato le dimissioni.
"In assemblea - ha dichiarato Massimo Barbieri, Presidente di Torrevilla a nome di tutte le aziende dimissionarie - si è concretizzata una vera e propria restaurazione: il tentativo di cambiamento dal basso, proponendo politiche di rinnovamento orientate alla ricerca della qualità, che anche i recenti scandali avevano fatto prepotentemente emergere, si è purtroppo interrotto bruscamente. L’accordo tra pochi grandi operatori è tornato a prevalere grazie alle logiche antiche dei voti ponderati. A questo ritorno al passato noi non ci stiamo perché siamo pronti e desiderosi di confrontarcicon i mercati dimostrando che l’Oltrepò è terra di grandi prodotti, non vogliamo più essere famosi solo per i grandi numeri....”.
Queste aziende, alle quali potrebbero aggiungersene altre a breve, totalizzano circa il 15% della produzione complessiva in Oltrepò per oltre 1.000 ettari vitati. La prima conseguenza delle dimissioni è rappresentata dalla perdita da parte del Consorzio della qualifica di "erga omnes", ovvero del ruolo di controllo e vigilanza delle produzioni nel territorio. Dimissioni, insomma, che vanno a modificare in modo significativo il contesto.
In attesa di vedere gli sviluppi, nel bicchiere una Bonarda, di Sant'Andrea di Borgo Priolo, che speriamo sia foriera di unità e di convergenze rispetto alle diverse posizioni che si stanno confrontando in modo aspro, ricordando che un Oltrepò unito, certo però nel segno della qualità, è patrimonio prezioso per la Lombardia e il vino italiano. Rosso rubino con spuma rosea, ha naso fruttato, con note di ciliegia, sorso fresco, giustamente tannico, e buona persistenza. Viva l'Oltrepò Pavese!