Quando l'amicizia nasce da un vino sincero. Come il Grignolino di Silvio Morando di Vignale
“Mia moglie ci tiene a preparare tutto bene perché è una perfezionista di carattere. Quindi non posso sapere cosa ne dirà…” Silvio grattandosi la testa ce lo ha ribadito.
“Non pretendiamo nulla di difficile. Tra l’altro questo signore è il miglior cuoco bresciano. Basta che gli faccia vedere il vostro frigo e lui è in grado di preparare piatti meravigliosi in un attimo con qualsiasi ingrediente. Così pranziamo tutti insieme!” a fianco di Claudio che insisteva senza pudore Savino ha annuito con il suo soave sorriso. Può darsi che in quel momento Silvio si sia pentito di aver parlato con noi della Locanda degli Ultimi, il loro agriturismo aperto, secondo lui, “solo per complicarsi la vita”. “Possiamo tagliare anche questo salame fatto da Savino. Sai, lui non è soltanto un grande cuoco, anzi, è il miglior salumiere d’Italia, te lo dico senza scherzi. Eccolo, vedi!” e Claudio ha tirato fuori, come per magia, un salame bello ciccione e lo ha messo in mano a Silvio Morando. Brontolava ancora qualcosa ma, alla fine, ha fatto correre sua figlia ad avvisare dell’arrivo degli ospiti.
Era l’ultimo giorno di Golosaria in Monferrato. Durante l’evento a Vignale avevamo assaggiato un Grignolino che si chiama “Anarchico” e dopo 10 minuti ci trovavamo già nella sua cantina, in una frazione appena fuori dal paese. Savino saliva su pian piano verso il luogo del nostro appuntamento ma aveva visto Claudio scendere giù di corsa. “Andiamo a comprare un Grignolino buonissimo!” senza fermarsi allora anche Savino aveva fatto dietro front. “Vi accompagno.”
Le nubi, da cui ogni tanto cadeva qualche goccia sulla terra del Monferrato, riflettevano con il loro candore i raggi del sole primaverile e, subito sotto, il verde fresco disegnava all’orizzonte il profilo delle colline. Per un attimo il nostro sguardo si è lasciato trasportare da questo dolce paesaggio ma poi la fame ha spinto la porta della locanda. Comunque Savino quel giorno è rimasto in ferie. Tiziana, moglie di Silvio, ha cominciato col servirci affettati selezionati da lei insieme ad appetitose focacce. Poi, insieme a quella bellezza di salame di Savino è comparso Silvio che ha stappato “Lò”, il suo spumante metodo classico da uve pinot nero e chardonnay.
“Imbottiglio questo solo in magnum. Una bollicina è un vino conviviale per il tempo dell’amicizia: quindi una bottiglia non basta. E se il vino è buono ce ne vuole ancora di più.”
Viso abbronzato, capelli lunghi tirati su con il codino, Silvio ci ha servito il suo spumante tenendo il collo del magnum, con gesto di lunga abitudine. Raffinata morbidezza unita a un gusto profondo e fruttato; ci ha stupiti. “Posso chiederti una cosa? Che tu sia un libertario lo si vede, anche dall’etichetta… Ma quanto è ancora importante per te l’ideologia?” gli chiede Claudio.
“Son di sinistra. Sinistrissimo. Tu come faresti a vivere senza ideologia? Gli “Ultimi” della “Locanda degli Ultimi” non sono soltanto quegli amici che rimangono a tavola fino alla fine e non riesci a farli andar via, ma anche noi che conserviamo lo spirito contadino in questo mondo moderno e anche quelli che sono messi da parte dalla società.”
La cucina di Tiziana è quella monferrina tradizionale e ha perfettamente ragione suo marito: la fa con cura utilizzando materie prime eccezionali. Dopo aver assaggiato il vitello tonnato Claudio ha commentato: “Per giudicare se questo piatto sia buono o no, io ho un criterio. C’è un ingrediente importante ma molti lo trascurano. Sai cos’è? Sono i capperi. Se nella salsa non si sente, non è buono. Tua moglie è veramente brava a cucinare.” Silvio ha annuito senza dire nulla e ha continuato il suo discorso.
“Per me gli amici sono quelli che frequento da tanto tempo. Alcuni sono un po’ strani. Il maresciallo, un po’ scherzando un po’ sul serio, mi dice «Finché loro stanno con te, io non faccio nulla, ma se li vedo troppo in giro, prima o poi li sbatto dentro.» Sai, c’è anche gente così e non sono tutti fortunati nella vita. A volte io faccio una cena con questi miei amici e ogni tanto organizzo anche una cena di solidarietà, lì arrivano proprio tutti, devi venire… c’è gente pazzesca!”
Con il primo piatto Silvio ci ha servito quel suo Grignolino “Anarchico 2015”. Non avevamo mai bevuto un Grignolino così eloquente: elegante e fruttato come un Pinot nero ma con l’aggiunta di un po’ di rudezza monferrina, il che non guasta. Claudio gli ha detto che il Grignolino è il vino perfetto per la bagna cauda.
“Ma questo no, è adatto piuttosto a un piatto semplice tipo… carne grigliata o addirittura, se lo metti in fresco, anche al pesce.” Infatti a volte lo mettiamo in fresco anche noi. “Sicuramente vi ricorderete che nel 2015 ha fatto molto caldo, per cui è aumentato il tenore zuccherino, così il vino è diventato fruttato. Questo non è esattamente quello che intendo io per un Grignolino come deve essere. Basta confrontarlo al 2014 che ha ottenuto il tipico tannino e l’asprezza da questo vitigno. Il Grignolino è un vino che divide chiaramente i pro e i contro. Se ti piace lo bevi sempre, se non ti piace non lo consideri affatto.”
“La mia famiglia è quella che beve solo Grignolino. Infatti anche oggi ho portato una damigiana con me e cercavo chi potesse riempirmela. Me lo puoi vendere sfuso, vero?” “No!”
“Anche se tu non lo vendi agli altri, a me sì!”
Grazie alla insistente negoziazione di Claudio, all’ora del tramonto in silenzio, siamo ritornati alla sua cantina. Abbiamo caricato la nostra damigiana che Silvio aveva riempito con la pompa, abbiamo messo giù il portellone della macchina e siamo rientrati tutti in ufficio. Mentre facevamo i conti è squillato il cellulare di Silvio, solo un attimo poi ha cessato ed è tornato il silenzio.
“Avete visto che la mia suoneria è di Francesco.”
“Ma quale Francesco?”
“Eh, nessun altro che Francesco Guccini!”
“Devo confessarti una cosa. Io, da giovane, stavo dall’altra parte sai? …ero anche iscritto al Fronte della Gioventù.”
“Ahi, ahi! Però ti ho annusato… sei uno dei miei tempi. L’importante è essere sempre dalla stessa parte poi, per fare amicizia, non conta che tu sia di destra o di sinistra. Quelli con cui è difficile diventare amico sono quelli buoni per tutte le stagioni.”
Per legare due persone molto spesso una bottiglia di vino diventa più eloquente delle parole. Sia nei vini di Silvio che nella cucina di Tiziana non c’è nulla di falso né di costruito. Sono buoni e basta. Lo sguardo dolce ma dritto di Silvio e la stretta di mano di Tiziana, mano ruvida, da gran lavoratrice. Non c’è più bisogno di spiegare il motivo per cui nella Locanda degli Ultimi siamo stati così bene.
Azienda Agricola Morando Silvio
Via San Rocco 11
Agriturismo La Locanda degli Ultimi
Via San Rocco 15
Vignale Monferrato (AL)
tel. +390142 933590
www.morandosilvio.it