“Pizza degustazione” tagliata a spicchi, fatta con lievito madre, farina Petra e farcita con ingredienti selezionatissimi: fior di latte pugliese, acciughe di Cetara, cipolle di Tropea, crudo Veneto Dop e le verdure del loro orto.
C’è un asterisco accanto alle pizze di Alberto Morello, ma non riguardano né i prodotti surgelati né altro. Sono le pizze farcite coi prodotti del suo orto. Eh sì, perché Gigi Pipa, pizzeria a Este (viale Rimembranza, 1 – tel. 0429600533) proprio di fronte ai bastioni della cittadella fortificata, è una “pizzeria con orto”.
A Este, per intenderci, abitano Piero Gabrieli e Chiara Quaglia, la coppia che ha rivoluzionato le pizzerie italiane attraverso Petra, la farina prodotta nel loro molino di Vighizzolo d’Este. Ma poi metteteci i pomodori di Paolo Petrilli di Lucera, un campione del Golosario da sempre e capirete che questo è un luogo dove la pizza raggiunge i livelli massimi. Ci siamo stati una domenica sera: entri in un locale luminoso, con due sale ampie che poco a poco si riempiono di famiglie, di coppie. E lì scopri che hanno scelto una pizzeria di qualità che segna una sorta di non ritorno, per i consumatori abituati a digerire per bene, come è successo a noi. Alberto è dietro al banco a infornare le sue pizze con lievito madre, a vista.
E subito scopri la “Pizza a degustazione” tagliata a spicchi, con la Margherita che annovera un buon fior di latte pugliese. Ed è fragrante, leggera, saporosa (costa 8 euro e li vale tutti). C’è poi la focaccia “Petra” con burrata e crudo Veneto Dop (14 euro), quella con le acciughe di Cetara (15 euro) che annovera ricotta di bufala, olive taggiasche e pomodorino confit, fino al cheeseburger con la cipolla di Tropea caramellata, scamorza affumicata, insalatina, pomodorino e naturalmente manzo di qualità (16 euro). Ma forse la pizza da assaggio più rappresentativa rimane “Dall’orto” (14 euro) con fior di latte, fontina d’alpeggio (noi siamo dei fan della Fontina sulla pizza), zucca al forno del loro orto, cavolo cappuccio viola, topinambur e spuma di taccole. Ma non è finita: la pizza alla battuta di manzo della macelleria Tolin col loro radicchio spadone è un piatto gourmet, di fatto; quindi crudo e porcini; quattro formaggi “a modo mio” e infine Gambero rosso crudo (18 euro, la più costosa).
Più economiche, ma sempre ottime con lunghe lievitazioni e farina Petra sono poi le pizze classiche (da 4,5 euro la Margherita a 7 euro la bufala), fino alle pizze di stagione. Non mancano alcuni piatti nella sezione ristorante: dal fritto di pesce al musso con polenta al bacalà alla vicentina, ma anche le linguine alla piovra e olive. La scelta delle birre sarà eccellente coi piccoli birrifici artigianali in bella mostra e quella dei vini annovera nomi come Angiolino Maule, per intenderci. Merita il viaggio. Ed io ci tornerò presto!