A Torino, in questa trattoria autentica, troverete un'accurata ricerca delle materie prime, un ambiente accogliente, piatti ben fatti e prezzi onestissimi

Si denomina osteria il locale che Giovanni Foresto ha rinnovato e reinventato laddove prima esisteva una semplice vineria. Era il 2010 l'anno del cambiamento e oggi più che mai di osteria moderna di questo locale si deve parlare non confondendolo con quelle tante false osterie che quell'appellativo usurpano e tradiscono. Le Putrelle non si nasconde, è orgogliosamente e genuinamente legato alla tradizione popolare e vuole essere un esempio di trattoria moderna schietta, autentica, diventando un vero ristoro per chi, come noi, ama la buona cucina senza fronzoli e ammiccamenti. 

Siamo a Torino, il cuore del Piemonte, ma lo chef Martino Blonda, abilmente scovato dal patron Giovanni conterraneo, viene dalla Puglia e le due culture, nella loro pura essenza popolare, sono felicemente accomunate tant'è che i piatti regionali piemontesi (tanti) sono perfetti e quelli pugliesi (in numero minore) richiamano i sapori schietti e profumati di quella terra solare e mediterranea.

Le Putrelle è quindi trattoria o osteria che dir si voglia perché il prezzo è onestissimo (menu Torino a 23 euro, menu Sinoira a 21 euro, pranzo di lavoro a 10 euro e poi alla carta antipasti dagli 8 ai 10 euro, primi a 9 euro, secondi dai 12 ai 16 euro con dolci a 4 euro, Pranzo completo alla carta a 30-35 euro), per l'atmosfera e l'accoglienza simpatica e calda, su tutti Chiara tra i tavoli, perché il servizio è pulito, accurato purché essenziale, perché i vini anche serviti al bicchiere sono figli di una ricerca non amplissima ma esauriente selezionando anche etichette originali, e soprattutto perché la cucina riesce a sfornare piatti di squisita genuinità e qualità non privi di fantasia in cui il piacere di assaporare, in versione anche moderna ma autentica, gli antichi e sempiterni sapori regionali è completamente appagato. Inoltre le materie prime di alto livello utilizzate esaltano ancor più il risultato finale. Dalla Puglia arrivano un capocollo di Martina Franca e una pancetta di cinghiale che vorresti portare a casa per continuarne il rito. Poi le orecchiette, la carne della Granda, il cinghiale, l'anatra (tutte da noi provate) erano la dimostrazione di una ricerca accurata della materia prima di partenza mentre la giusta preparazione e cottura li rendevano invitanti e gustose al palato.
Per essere più precisi noi abbiamo avuto il piacere di provare il tris classico, cioè sformatino insalata russa e tomino al verde, orecchiette alle cime di rapa e salsa leggera alle acciughe tratte dalla lavagnetta del giorno, la cruda di fassone della Granda con stracciatella e nocciola gentile di Langa e poi, ancora dalla lavagnetta del giorno, petto d'anatra scottato con salsa alla senape perfetto nella cottura e bocconcini di cinghiale al Dolceforte con polenta fritta di rara morbidezza e sapore delicato. Per dolce il più che classico bonet però al caramello salato.
Non posso non ricordare che con un po' di insistenza abbiamo strappato l'assaggio di capocollo di Martina e della pancetta di cinghiale da ripetere sempre (non sono purtroppo sempre presenti, dipendono da quando Giovanni scende in Puglia). Ricordo ancora che dalla cantina ho scelto un ottimo Barbera di Caviola a 25 euro.

Non vorrei troppo elogiare Le Putrelle giacché già oggi non è facile trovare un tavolo specialmente a fine settimana, ma sarebbe un peccato non provarlo. 

Osteria Le Putrelle
via Valperga Caluso 11
Torino
tel. 011 6599630

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