Al Bivio fra tradizione e rivisitazione

Corona radiosa alla trattoria del Bivio di Cerretto Langhe

Un piccolo belvedere a lato strada, nel verde della collina tra Cerretto Langhe e Albaretto Torre. Qui un'insegna avverte "Trattoria del Bivio - Ristorante e camere" e lo sguardo si alza su di un bel cascinale d'epoca, cui un'attenta ristrutturazione conservativa ha regalato una sobria, accogliente eleganza. La stessa che ritroveremo sedendoci a uno dei tavoli accuratamente apparecchiati nel corridoio-veranda esterno, a quest'ora del giorno certamente più fresco anche del dehors su cui si affaccia, popolato di ombrelloni sotto cui senza dubbio sarà deliziosa la sosta nelle ore serali. È però tutto molto piacevole anche adesso, soprattutto all'apertura del menu, scorrendo i nomi di piatti che definire "rivisitati" suonerebbe almeno riduttivo. Sembrano infatti piccoli "racconti" che parlano di tempi antichi e recenti, pronti a concretizzarsi davanti a noi.

Si ripensa alla "colazione del mattino" con il cappuccio e brioche, divertente apertura a base di robiola, tartufo nero e brioche salata, perfetto equilibrio di appetitose consistenze;
mentre sembra di ammirare, anche se non soltanto con gli occhi, una vivacissima "natura morta" davanti a queste verdure cotte e crude salsa ayolì, fresco e colorato piatto di stagione.
Sono un omaggio alla tradizione i tajarin di Massimo Torrengo - ragout di salsiccia di Bra, trasparente matassa che il saporito ragout sa come sciogliere e riavvolgere intorno alla forchetta in un amalgama perfetto.
Un passato che, invece, soltanto di rado si riaffaccia nel presente l'impeccabile finanziera classica, che qui invece fa parte del menu.
Come le stagionali pesche ripiene, dolce "piemontese" per eccellenza in tutte le sue mille varianti di territorio.
pesche ripiene.jpg Bella e ampia la carta dei vini, che spazia sul mondo, ma è anche particolarmente attenta al territorio e agli spumanti italiani. Una cucina che risponde alla tradizione, anche se talvolta "rivisitata", in un locale dall'eleganza spesso riservata a ristoranti più prestigiosi, almeno in apparenza. Siamo allora in una "trattoria di lusso"? Un'etichetta davvero necessaria? Noi, per ora, continuiamo le nostre frequentazioni addentrandoci senza timore tra una sigla e l'altra, ma segnandoci questo indirizzo che consiglieremo volentieri agli amici. Anche perché è una Corona radiosa convintissima.