Amaro Milone e Milone Nero sono i due amari pluripremiati prodotti a Crotone dal Liquorificio Lacinio
Da quando sono nati, nel 2020, non hanno fatto che ricevere premi, nazionali e fuori dai confini italiani. Michele Sotero e Davide Milone del Liquorificio Lacinio, evidentemente, ci sanno fare. Ma al di là dei premi, quel che conta è il bicchiere. E quando si ha nel bicchiere l'Amaro Milone, in effetti, si rimane colpiti. A dir la verità, ancor prima, a incuriosire è il packaging della bottiglia, che suggerisce il posizionamento dell'azienda sulla mappa geografica.
Siamo in Calabria, anzi a Crotone. La bottiglia rettangolare non ha etichetta, ma una moneta di Kroton in alluminio a rilievo posta al centro della bottiglia e il nome impresso in polvere di vetro. Milone richiama poi alla mente il mito del più grande atleta e guerriero della Magna Grecia, vincitore di 28 olimpiadi, il cui mito narra delle imprese di condottiere dell'esercito crotonese per sconfiggere la città rivale di Sibari, nel 510 avanti Cristo. Altre fonti sostengono che Milone avrebbe salvato Pitagora dal crollo di un tetto, finendo poi con lo sposare la figlia, Myia.
Dentro la bottiglia, invece, sono più di 20 gli ingredienti, tra agrumi, bacche, botaniche officinali e radici. In particolare emergono gli agrumi amari, la liquirizia calabrese, ma anche il rabarbaro, la genziana, il cardamomo e l'angelica. Un mix che gli è valso il riconoscimento di miglior amaro al mondo al World Liqueur Awards 2022.
Quando si passa al Milone Nero - recentemente Ampolla d'oro per Spirito Autoctono - le note si fanno più spinte. È l'amarissimo di Calabria, perfetto per gli amanti del gusto intenso. China, assenzio, genziana, rabarbaro, liquirizia e arancia amara contribuiscono a un sorso molto persistente, decisamente amaro nella coda. Uno schiaffo alle papille, senza perdere la tenerezza.
“Dopo oltre vent'anni come consulenti aziendali, i due titolari hanno deciso di scommettere su un prodotto loro, che parlasse del territorio calabrese, curato in ogni dettaglio, figlio di una grande passione” racconta Giacomo Condello, che dell'azienda cura gli aspetti commerciali.
Così sono nati anche altri prodotti, come il Limoncello Lunatico LIMONE (anagramma di “Milone”) chiamato così perché secondo una vecchia tradizione e ricetta antica i limoni venivano raccolti di notte, preferibilmente nelle fasi di luna nuova così da mantenerne intatta la buccia e tutte le sue proprietà. E Myia, la liquirizia radicale, un liquore che omaggia nel appunto il nome della moglie di Milone (e figlia di Pitagora), ma anche il fatto che sia ottenuto dall'infusione delle radici di liquirizia calabrese.
Michele Sotero e Davide Milone, titolari del Liquorificio LacinioDa provare infine il Finger Gin – in tre versioni: Pink, Green e Dry – aromatizzato con il finger lime calabrese, un agrume esotico dall’intenso aroma, arricchito con le perle di questo agrume, custodite nella bottiglia.
Lo scorso anno sono state circa 60.000 le bottiglie prodotte, destinate a crescere, anche perché, proprio in questi giorni, sono in via di ultimazione i lavori del nuovo laboratorio da 2000 mq. Sempre a Crotone, ovviamente, perché questa storia non potrebbe avere altra città come sfondo.