Amaro d’estate? Il Sant’Hubertus lo consumiamo così, in quattro sorprendenti cocktail che ne valorizzano le qualità
Negli ultimi anni, l'utilizzo degli amari in miscelazione è sempre più di tendenza. Ma quali sono i segreti dietro il loro fascino irresistibile? Per comprenderne appieno il successo, è necessario esplorarne la storia e l'evoluzione nel contesto della cultura dei cocktail. Caratterizzati dalla loro nota amara impressa dall'infusione di erbe, radici, spezie e agrumi, gli amari hanno origini antiche che risalgono alle tradizioni erboristiche e farmaceutiche dell'Europa medievale. Inizialmente utilizzati per le proprietà digestive e curative, sono stati gradualmente incorporati nella miscelazione, conferendo ai drink un gusto unico e complesso.
Oggi i bartender, e ovviamente i clienti, apprezzano soprattutto la loro capacità di bilanciare e arricchire il profilo organolettico di un cocktail, perché spesso aggiungono una nota di contrasto che equilibra il tutto, creando armonia e profondità nel gusto complessivo. L'amaro poi – inteso come uno dei quattro (o cinque, se si aggiunge l'umami) gusti fondamentali – è assolutamente contemporaneo, sinonimo di audacia e avventura per coloro che cercano esperienze sensoriali particolari.
In questo scenario, l'Amaro St. Hubertus, con il suo carattere distintivo, il punto di amaro spiccato e la sua complessità che ci riporta immediatamente allo spirito della montagna, offre più di una sorpresa, anche in miscelazione. Come dimostra la selezione di questi quattro cocktail, facilmente replicabili a casa. I primi due sono twist immediati di grandi classici. Gli ultimi due sono rivisitazioni un poco più complesse, messe a punto per Bordiga da Lucia Lanza, cotitolare e barlady del locale 1786 di Cuneo.
Lucia Lanza, barlady e cotitolare del 1786 di Cuneo“Quando si usa in miscelazione un prodotto di alta gamma come il St. Hubertus bisogna valorizzarlo. Ma non è stato difficile, perché il suo profilo è veramente distintivo. Per me, che sono del territorio e conosco le montagne dove vengono raccolte le botaniche che lo caratterizzano, è facile riconoscerne l'identità alpina, nei profumi e nel sapore. Un grande prodotto che in miscelazione si rivela perfetto, anche grazie al suo punto di amaro spiccato, per palati decisi” spiega Lucia Lanza.
St. Hubertus & Tonic
4,5 cl Amaro St. Hubertus
10-12 cl acqua tonica
bicchiere: tumbler alto
In un tumbler alto con ghiaccio versate prima l'Amaro St. Hubertus e colmate con l'acqua tonica. Mescolate velocemente e servire.
Il classico per eccellenza, dissetante e semplice, perfetto per apprezzare le sfumature del St. Hubertus.
Fernarndito St. Hubertus
4,5 cl Amaro Sant Hubertus
10-12 cl Coca Cola
bicchiere: tumbler alto o mug
In un tumbler alto con ghiaccio versate prima l'Amaro St. Hubertus e colmate con la Coca Cola. Mescolate velocemente e servire.
Il cocktail per antonomasia della tradizione argentina, figlio dell'emigrazione italiana in Sudamerica, si spoglia del suo ingrediente classico (il Fernet Branca) per sposare il St. Hubertus. Il risultato è sorprendente, perché le note balsamiche ed erbacee dell'amaro lo arrichiscono, veicolate dalle bollicine della Coca Cola.
Bloody Mary Reload
ricetta di Lucia Lanza
3 cl Amaro Sant Hubertus
1,5 cl vodka Occitan
1,5 cl succo di limone
0,75 cl soia
4,5 cl succo di pomodoro
2 dash Worcester sauce
bicchiere: tumbler alto
In un mixing glass con ghiaccio, versate tutti gli ingredienti e mescolate con ferma gentilezza. Servite in un tumbler alto filtrando con lo strainer.
“Per renderlo ancora più espressivo, utilizzo la tecnica del throwing, che permette al cocktail di aprirsi maggiormente. È una bella variante, sapida e complessa, di gran carattere” spiega Lucia Lanza.
Alexander va in montagna
ricetta di Lucia Lanza
3 cl Amaro Sant Hubertus
3 cl liquore al cacao bianco
3 cl panna liquida
1 spoon Ramasin Bordiga
bicchiere: coppetta Martini
In uno shaker con ghiaccio, versate tutti gli ingredienti e shakerate vigorosamente. Servite in un coppetta Martini filtrando con lo strainer.
Nuova vita per un classicisissimo IBA (International Bartenders Association), da consumare after-dinner. Una ricetta che prevede in origine tre soli ingredienti - panna, crema di cacao e cognac - in proporzioni uguali, trova nuova vita confermando la nobiltà del St. Hubertus capace alla grande di sostituire il cognac. “Mentre l'aggiunta del Ramassin Bordiga, un liquore dolce alle prugne, lo rende ancora più diretto e facile da comprendere” conclude Lucia Lanza. Provare per credere.