Identità e personalità caratterizzano le birre prodotte da questo birrificio artigianale di San Pellegrino Terme

Antico percorso di merci, uomini e idee, la Via Priula valicava le Prealpi Orobie puntando diretto il Nord. Così noi puntiamo a Nord e alle sue tradizioni birraie, ma con l’aspirazione di creare nel tempo dei prodotti unici legati al nostro territorio”. Così c'è scritto sul sito aziendale del Birrificio Via Priula. E così è, nel loro percorso iniziato da beerfirm nel 2010, sommando la passione dei due soci fondatori, il compianto Giovanni Fumagalli e Mauro Zilli. Dopo aver aperto la birreria con cucina nel 2012, a San Pellegrino Terme, il salto nel 2019, con la realizzazione del loro impianto produttivo, sempre a San Pellegrino, condotto oggi dal mastro birraio Giovanni della Torre.
via priula.jpgLa filosofia delle birre – una decina le referenze – è chiara: caratterizzarle con ingredienti locali – erbe, spezie e piccoli frutti – per una forta identità territoriale. Se la Rosa, con aggiunta di lamponi in fermentazione, brassata per celebrare l'arrivo del Giro d'Italia a San Pellegrino nel 2011 (ma l'etichetta ricorda anche la gloria locale Ivan Gotti, il ciclista vincitore dei giri d'Italia, 1997 e 1999, nato proprio a San Pellegrino), non convince del tutto (troppo poco acida per dare replicabilità alla bevuta), la Loertis è decisamente una pils da bere quotidianamente. Il suo corpo è fine ma non esile, caratterizzato dall'aroma erbaceo del luppolo saaz che chiude il sorso piacevomente amaro.
loertis.jpgMa tra le birre “facili”, è straordinaria la Corna Bianca, una blanche dedicata all'omonima falesia calcarea, da cui arrivano le due erbe che impreziosiscono la speziatura (ginepro e mentuccia). Una delle migliori blanche in commercio, per un'interpretazione personale di questo stile. Valida anche la Bacio, American Pale Ale che vede l'uso del luppolo amarillo.

Tra le birre più complesse, spiccano la Camoz, imperial stout tosta, tutta giocata sul caffè e la cioccolata, ma dall'imprinting anche agrumato. La Dubèc, doppelbock corposa ma elegante,  e l'eccellente Tripelfoi, tripel intensa con aggiunta di achillea millefoglie, che offre un profilo leggermente pepato e balsamico, interpretazione nuovamente personale di questo stile, ma assolutamente convincente.
dubec.jpgIl modo migliore per scoprirle? Andare a San Pellegrino per Beerghèm, il festival ideato da Mauro Zill nel 2010, che si svolge a metà settembre (quest'anno dal 15 al 18) e che porta in paese una bella schiera di produttori artigianali più o meno vicini (tra cui Birrificio 50&50, Curtense, War, Picobrew, Mister B e Malaspina Brewing).

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