A Susegana, nel cuore del Prosecco, uno dei luoghi più articolati e divertenti di enoturismo
Un luogo incantevole, tra Venezia e le Dolomiti, proprio nel cuore dell'area del Valdobbiadene Prosecco Superiore, che si estende per oltre 1.000 ettari fra boschi, pascoli, campi di cereali e vigneti da cui nascono tanti pregiati vini: è lo scenario di Borgoluce, la creatura di Ninni e Caterina di Collalto che, insieme alla madre Trinidad e al marito di Caterina, Lodovico Giustiniani, producono un'ampia teoria di vini con il Prosecco in varie declinazioni a farla da padrone.
Lodovico Giustiniani e la contessa Ninni di CollaltoMa parlare di questa realtà significa tantissime opportunità da cogliere. C’è il Museo dei Mestieri e della Civiltà Contadina e, di fronte, l’allevamento delle bufale con il caseificio interno che produce mozzarelle, yogurt e formaggi buonissimi.
Ed è qui che già si trova la Frasca Borgoluce, luogo di ristoro ricavato in ambienti rustici tradizionali per un aperitivo, una merenda di campagna, un momento di compagnia d’altri tempi. Servono teorie di hamburger coi vini della tenuta, ma anche le birre.
Tuttavia il cuore di Borgoluce lo vedi da lontano e si staglia verso la collina alta: ci sono poi 2 casali dove sono ricavati 3 appartamenti mentre il b&b Gelso si sviluppa su tre livelli, con 12 camere accoglienti e spaziose, un ampio salone con il caratteristico tetto a capriate in legno, suddiviso in quattro aree meeting e relax.
A pochi chilometri, e ancora più in alto, nella frazione di Collalto, c’è l’Osteria Borgoluce (via Morgante II, 34 - tel. 0438981094): 3 sale interne e una terrazza dove gustare i prodotti dell’azienda agricola (le carni dei loro allevamenti di Limousine e Angus, oppure dei maiali allevati allo stato semi brado).
Ma, per gli appassionati di vino, le degustazioni avvengono invece nella struttura in località Musile, dove c'è la cantina che produce le 500 mila bottiglie, la macelleria e lo spaccio con tutti i prodotti aziendali, comprese le uova dell’allevamento di varie razze che è di fianco alla cantina.
Le sale per la degustazione sono interne ed esterne e il lounge bar offre altre specialità irresistibili come tapas (o cicchetti che dir si voglia) da abbinare ai vini. Tutto su due piani, con speculari terrazze esterne.
La mia visita, che è durata dalle 17 di giovedì alle 12 del giorno dopo, è stata decisamente affascinante, a iniziare dai silenzi della notte in agriturismo fino alla passeggiata per raggiungere la piscina naturale che dà sulle colline, con le montagne innevate alle spalle, di cui una, quando nevica, assume la forma di un grosso rinoceronte. Non ho fatto solo in tempo a vedere il museo, ma gli allevamenti di maiali, di pecore, e quelli di bovini e di bufale li ho osservati con attenzione e ammirazione e lì ho capito perché la carne assaggiata la sera prima all’Osteria Borgoluce aveva qualcosa di speciale.
Ma non è tutto, perché qui coltivano anche granoturco (Biancoperla) per la polenta e poi farro dicocco e grano duro Senatore Cappelli con cui fanno fare la pasta. Hanno poi un’estensione di boschi che rappresentano appetibili riserve di caccia (vedi fagiani, lepri, caprioli e cervi… e naturalmente cinghiali).
Mi ha colpito l'affezione che hanno Roberto e Chiara, che ci hanno accompagnato per tutta la mattina: il primo, responsabile di tutta la parte agronomica, la seconda, neo assunta come responsabile degli eventi e dell’enoturismo, dopo aver frequentato il nostro master all’Università Cattolica di Brescia.
Ed è un modello che funziona, quello di Borgoluce, se è vero che la carne dei loro allevamenti (si parla di oltre un migliaio di capi complessivi) è per lo più consumata nei tre luoghi di ristoro che abbiamo citato. Una menzione meritano poi i vini sui quali ci soffermeremo con un articolo apposito. Ma anche qui, dopo aver visitato i vigneti, alcuni coltivati col metodo del sovescio e già destinati al bio e altri che attendono la conversione al biologico al 100% con inclinazione al biodinamico, capisci dove sta il quid di certi profumi e gusti, che offrono mineralità caratteristiche. Fra i consulenti c’è addirittura il bravo Adriano Zago, che qui fa lezioni sulla biodinamica ed è in procinto di uscire con un libro, fra pochi mesi, che farà chiarezza (e certamente rumore).
Dei vini, dicevamo, abbiamo già parlato del Fotonico, assaggiato 15 giorni fa nei nostri assaggi (link), mentre la sera in osteria abbiamo provato la grandezza dei due Valdobbiadene Docg “Rive di Collalto”: l’extra brut e l’extra dry.
Notevole mi è parso tuttavia il Valdobbiadene Prosecco superiore biologico Nature “Sui lieviti” del 2020, ma anche il Trevenezie “Capirosso” 2018, taglio di merlot e cabernet sauvignon che sulle carni andava alla perfezione.
La sera in osteria – devo confessare – mi ha sorpreso veramente: per l’accoglienza dell’ambiente, il calore, per l’umiltà del cuoco, gran lavoratore, capace di rispettare il valore di quelle materie prime.
Giuliano Zanatta, chef dell'Osteria BorgoluceLa tartare di Limousine era semplicemente sorprendente (detta da un piemontese è un vero complimento)
ma che dire della mozzarella di bufala fritta (perfetta!)
della giardiniera fatta in casa messa a fianco dei loro affettati, fra cui una innovativa e buonissima mortadella,
il musetto e poi quel prosciutto cotto fatto in casa (da capogiro anche questo) servito con il cren fresco.
Fra i primi, le alternative saranno diverse: gnocchi di ricotta di bufala con cavolo nero e cipolla bruciata; spaghetto di Gragnano con crema di formaggio Mandre ai quattro pepi e vellutata di topinambur con ricotta di bufala e chips di topinambur. Ma come non scegliere, pur avendo desiderato di assaggiare tutto, i tortelli di brasato di bufalo con salsa al brasato e verdure croccanti? Eccezionali!
Ai secondi la fiorentina di Angus con patate arrosto è succulenta, ma c'era anche la guancetta di maiale con purè di patate, e, in alternativa, i bocconcini di cinghiale con polenta di mais Nostrano dell’Isola e l’agnello di razza Alpagota (sempre del loro allevamento, visto con i miei occhi).
Fra i dolci è impossibile non assaggiare lo yogurt di latte di bufala con le loro noci Lara caramellate e il loro miele millefiori.
Quindi il Tiramisù classico (ma classico davvero: siamo a Treviso!), la cheesecake con ricotta di bufala all’arancia.
Al mio fianco hanno ordinato la crostatina al cioccolato con crema di cioccolato bianco e lamponi, e lì mi sono accorto che ovunque ti giri hai delle cose pazzesche da assaggiare: con il pane che fanno arrivare dalla panetteria Follador di Pordenone devi provare l’olio che nasce da cultivar leccino e frantoio, ma con quel 10 per cento di Bianchera autoctona che fa la differenza. E poi, che dire di quella crema di nocciole che, sempre con il pane, ti fa svuotare vergognosamente tutto il vasetto?
Qui c’è luce ovunque: all’alba quanto ti svegli dopo una notte silenziosa, dentro al bicchiere dove avverti un racconto per certi versi inedito del Prosecco (e scopri quanto invece è stato banalizzato troppo spesso), nelle passeggiate infinite, nei gusti, nella passione che ha questa famiglia, che è stata capace di far vivere un borgo e creare un’attrazione straordinaria di questo territorio.
Ci devo tornare!!! Ma voi partite subito!!!
Borgoluce
loc. Musile, 2
Susegana (Tv)
Tel. 0438435287
www.borgoluce.it