Morettino ottiene un ottimo prodotto dalla sua piantagione che ha preso le mosse oltre trent’anni fa
La notizia è di quelle che a prima vista fanno riflettere e già possiamo immaginare i titoloni sul cambiamento climatico che fa crescere il caffè in Sicilia. Una sorta di nebbiolo in Danimarca, per fare un parallelo. In realtà – ed ecco la buona notizia – non si tratta di un progetto repentino, non è il segno di uno sconvolgimento improvviso quanto di un obiettivo di lungo corso che guarda anche alla sostenibilità, ambientale, sociale ed economica.
Il caffè coltivato in Sicilia da Morettino e, cosa ancor più importante, lavorato e torrefato qui, rappresenta una svolta non perché il primo coltivato (in realtà esistono altri piccoli esempi), ma perché il primo ad essere messo in produzione con una logica di replicabilità come può fare un'azienda importante anche dal punto di vista delle dimensioni.
La storia del caffè siciliano di Morettino inizia negli anni Novanta quando Arturo, uno dei tre fratelli alla guida dell'impresa siciliana, importa dall'Etiopia le prime drupe e le pianta nei terreni della torrefazione. La coltivazione è realizzata in collaborazione con l'Orto Botanico di Palermo che già ai primi del Novecento aveva pensato alla possibilità di portare questa coltura in Sicilia. Una storia secolare lega quindi la pianta del caffè (la bevanda arriva molto prima, introno all'anno Mille) alla Sicilia che trova però un importante sviluppo nello stabilimento palermitano solo venticinque anni fa quando iniziano le prime fioriture. Sessanta piante utilizzate in modo didattico insieme all'Università, parte per studiare lo sviluppo parte per creare nuove sementi. L'ibrido ideale arriva da due varietà di arabica mentre altri ibridi si stanno ancora studiando con ottime possibilità di sviluppo nei prossimi anni.
Intanto dal raccolto di quest'anno è già stato possibile ottenere, tramite un'essiccazione secondo il metodo honey process, un caffè, in tiratura limitata e non ancora sul mercato, dalle noti dolci di miele, frutta secca e pomelio che porta in sé, anche da un punto di vista gustativo, il terroir siciliano.
Quello che più interessa, però, nel progetto di Morettino sono gli sviluppi futuri: "Il nostro caffè siciliano – spiega Andrea, ultima generazione dei Morettino impegnati in azienda – non sconvolgerà gli equilibri della produzione ma può creare una piccola economia di scala in diverse zone della Sicilia". Come? Attraverso il recupero di terreni marginali e in abbandono o, ancor meglio, con il recupero anche in questo caso di molte serre in disuso, con una coltivazione sostenibile anche perché capace di abbattere le emissioni legate al trasporto dei pregiati chicchi.
Andrea e Arturo MorettinoDove prima c'erano le arance, tra qualche anno potrebbe esserci il caffé? "In parte sì, anche se non siamo nella coffee belt (la cosiddetta cintura del caffè compresa tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno) è innegabile - visti gli ultimi raccolti - che si sia formato un microclima ideale anche per questa coltivazione".
Parafrasando De Andrè: "Ah, che bell' 'o cafè Pure in Sicilia 'o sanno fa", dal chicco alla moka.