2Castelli: una cantina e un resort da dove si ammirano le colline del Prosecco
Raramente prendo confidenza con persone che conosco da poco tempo, soprattutto se hanno una età superiore alla mia, ma il giorno in cui incontrai la fam. Zago Gasparini e in particolare il patron Bruno mi venne da sbottare così: Bruno, vale il viaggio!
Seguo, come spesso accade, la soffiata di un amico che mi suggerisce di visitare la cantina di questa famiglia, di recente costruzione (2013) a cui è stato dato il nome di 2Castelli (www.2castelli.com) trovandosi nella mediana tra Il Castello di San Salvatore e Il Castello di Collalto a Susegana.
Ci accolgono Valentina Zago e il padre Bruno con un calore che ci fa immergere subito nella tradizione di questa famiglia veneta leader nella filiera della carta dal riciclo agli imballaggi fino ai mobili in cartone, e che oggi la vede impegnata a dare il proprio contributo al mondo del Prosecco.
La novità è sicuramente il progetto nella sua globalità e i valori che portano avanti, ne è un esempio la cantina ecosostenibile ad anfiteatro, scavata all’interno della collina, che si fonde con armonia e dolcezza nell’ambiente circostante. Raro in questi territori.
Cura maniacale dei particolari e una sapiente, discreta dose di lusso pervade tutta la cantina, dal reparto tecnico alla sala degustazione per concludere con il resort dove è possibile soggiornare ammirando le colline famose in tutto il mondo da una terrazza panoramica.
I vini rispecchiano tutta questa filosofia.
Veri, audaci e territoriali, si distinguono per pulizia e bevibilità sorprendente. Il Prosecco DOCG nella versione brut ed extra dry tanto amata dall’universo femminile, sono freschi, floreali al naso e molto equilibrati in bocca, frutto di dosaggi molto calibrati e una filiera che porta in cantina uve sane grazie alla meticolosa selezione dei grappoli.
Si continua a bere, mentre Valentina ci racconta l’avventurosa vita del padre e ci spiega che la straordinarietà della “beva” di questi Prosecchi è voluta proprio da Bruno: “Femo un Prosecco che non faga venir el mal de testa!” (Facciamo un prosecco che non faccia venire il mal di testa).
Ecco perché l’investimento in tecnologie di avanguardia che, unite alle tecniche che permettono la riduzione dell'anidrite solforosa, come l'uso del ghiaccio secco in campagna e dei gas inerti nella movimentazione del vino, riducono fino all’eliminazione, l'impiego di concimi chimici. In campagna vengono utilizzati il rame e lo zolfo, si fa uso sovescio con l'interramento di piante azotanti che assicurano anche un corretto consumo idrico anche in annate come queste ultime.
Tutto finisce con una degustazione, fino al vino della casa che non è Prosecco! Di questo però non ne voglio scrivere, si chiama Bruno e dunque va “incontrato”.
Quello di cui vi posso assicurare è che vale il viaggio!