L'isola caraibica è la culla di due tra i cocktail più famosi. Daiquiri e Mojito: ecco la loro storia (e ricetta)

È la mattina del 16 gennaio 1920, quando i cittadini degli Stati Uniti rimangono a secco. È l'inizio del Proibizionismo: per i tredici anni a seguire, vendere, importare e consumare sostanze alcoliche diventa illegale. Ma non per questo, non più praticato. Raccontano i numeri ufficiali che le viscere della Grande Mela fossero traforate da un labirinto di 30.000 locali clandestini, detti speakeasy. Probabilmente erano molto di più: anche 70.000, animati da una folla eteroclita in cerca di umido, quando il regime era secco per legge.

I più ricchi, però, scelgono un'altra strada, e cominciano a viaggiare verso Cuba, che in poco tempo si trasforma nel grande bar degli Yankee. Racconta la leggenda che Ernest Hemingway, entrato per la prima volta al Floridita per espletare i suoi bisogni, non si lasciò scappare il primo Daiquiri della sua vita. Lo apprezzò ma in seguito lo volle senza zucchero e con doppio rum. Ecco nato il Papa Doble, il Daiquiri alla maniera di Hemingway.
EL floridita.jpgA guidare il Floridita era il catalano Constantino Ribailagua Vert, “El Grande Constante”, figlio di pescatori, emigrato a Cuba per fare il cantinero, il barman. Nella carta di Ribailagua si trovavano cinque versioni del Daiquiri: la n°4 era il Daiquiri “hielo frapé” con aggiunta di Maraschino e shakerato con ghiaccio tritato e non a cubetti. Ribailaigua è l'inventore anche dell'Hemingway Special (chiamato allora Floridita Special), che impone l'aggiunta di succo di pompelmo e maraschino: leggermente torbido e colorato, come “il mare là dove l’onda si stacca dalla prua di una nave e si rovescia quando la nave fila a trenta nodi”.

Allora a Cuba, il Daiquiri era il welcome drink. Nelle hall degli hotel, all'accoglienza, veniva servito agli ospiti al posto dello Champagne. Tanto che nella ricetta conservata dalla famiglia Bacardi, scritta a mano, le dosi minime sono per sei. Perché il Daiquiri è il cocktail della convivialità e dell'amicizia.

Al suo fianco, certamente, il Mojito, uno dei cocktail più bevuti al mondo, che più di qualunque altro racconta Cuba: il suo rum, la yerba buena, la menta profumatissima che lo caratterizza, l'idea stessa di una bevuta slow e distesa, dissetante e un poco stordente, solare e balsamica. Si racconta che un antenato del Mojito venisse bevuto a Cuba già alla fine del Cinquecento. Lo chiamavano Draque, in onore di Sir Francis Drake, il corsaro inglese al servizio della regina Elisabetta I, colui che per primo riuscì a compiere la circumnavigazione del globo, e a sconfiggere l'Armada invencible. Per alcuni fu proprio lui a mescolare assieme aguardente (l'antenato del rum) con zucchero di canna, succo di lime e foglie di yerba buena.
My mojito in La Bodeguita, My Daiquiri in El FloriditaMy Mojito in La Bodeguita / My Daiquiri in El Floridita” è la storica frase attribuita a Ernest Hemingway, ancora lui. La Bodeguita del Medio: un leggendario locale aperto nel cuore dell'Avana vecchia dal barman Ángel Martínez. Ai tavoli di questa fonda si davano appuntamento e tiravano tardi attori e musicisti, intellettuali e rivoluzionari. Tutti bevono quel cocktail così popolare, che nella versione caraibica è decisamente diverso rispetto agli standard europei.
bodeguita.jpgDissetante, più che potente. Il vero Mojito, nato e cresciuto sotto il sole di Cuba, deve essere così. La prima regola, fondamentale, è quella di non pestare il lime e la menta. C'è poi lo zucchero: che deve essere bianco, di canna: perché si scioglie meglio, soprattutto se disciolto nel lime, piuttosto che nell'alcol. E attenzione al ghiaccio: mai tritato, ma a cubetti. E per guarnizione, un rigoglioso ramoscello di menta, che spunti dal classico tumbler alto, il bicchiere più conveniente per un buon Mojito.

Mojito: la ricetta

5 cl di Rum Blanco
succo di mezzo lime
un ramoscello di menta
2 cucchiaini di zucchero bianco di canna
refill di soda

Adagiare sul fondo di un tumbler alto il succo di lime, il ramoscello di menta e lo zucchero e mescolare delicatamente senza pestare. Aggiungere il rum, il ghiaccio a cubetti e colmare con soda (o acqua minerale).

Daiquiri: la ricetta

50 ml rum Bianco
25 ml lime fresco
2 cucchiaini di zucchero di canna bianco

Si prepara nello shaker e si versa con double strainer in una coppetta da cocktail ben raffreddata.

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