Un ricordo del sommelier e critico enogastronomico Davide Oltolini

Si cena sotto le stelle d’estate, ed è lo scenario intimo di mete desiderabili. A Mombaruzzo (AT), il paese degli amaretti, la famiglia Berta ha aperto un relais con una terrazza rivolta ai vigneti e ai boschi. E bisogna correre per godersi la bellezza di questa Villa Prato (via Roma - tel. 0141739528) anche per i prezzi che sono in assoluto i più economici che abbia mai visto negli ultimi tempi (25 euro a testa coi vini). Lo stesso clima bellissimo ed economico si prova ad Alassio nel nuovo locale della famiglia Ricci: Villa Pergola (via Privata Montagu, 9 – tel. 0182646140). E che dire della terrazza appena inaugurata a Grintorto, borgo di Agazzano (Pc), dove è nato il ristorante Or (strada Grintorto, 3 e tel 3319137482)? A Lesa (No), puntate diritto da Ecrudo (via Rosmini – tel. 032276974), per cenare in un parco che guarda il lago.

È duro il mestiere del critico gastronomico. E quando lo dici ti ridono in faccia. E anche tu ridi dei chili accumulati, dei consigli dei medici, dell’impegno a fare attività fisica. Ridi bevendo una Bollicina sotto le stelle di agosto, con la ricciola o la gallinella. E quando il fresco della sera ti accarezza le braccia, ti senti immortale. Poi arrivi a Casteggio (Pv), nella corte delle Cave Cantù (via Circonvallazione Luigi Cantù, 62 e tel. 03831912171) apparecchiata per l’ennesima serata sotto le stelle con la cucina del giovane volitivo Damiano Dorati, e il tuo amico Emanuele ti dice che Davide non ce l’ha fatta. Silenzio.

Davide Oltolini era una critico enogastronomico, un volto televisivo che aveva la passione dei selfie con chiunque gli capitasse a tiro. Era nella sua provincia di Pavia, in un campo da tennis a Brallo di Pregola e, ad un tratto, s’è accasciato a terra. Con l’elisoccorso lo hanno portato al San Matteo di Pavia, ma dopo neanche 24 ore è morto: il giorno dopo avrebbe compiuto 49 anni. Due anni fa, nei medesimi giorni di inizio agosto, quando Roma si stava svuotando, Stefano Bonilli, fondatore del Gambero Rosso ha fatto la medesima fine. Il cuore non ha retto. Dicono che gli stravizi alla fine si pagano tutti, ma tu continui a sentirti un eterno ragazzo che ha la fortuna di fare il mestiere più bello del mondo... sotto le stelle di agosto. Davide Oltolini era un tipo bonario e serio, ma quando abbiamo fondato il gruppo Edv (acronimo segreto a libera interpretazione), trovandoci ai tavoli di un ristorante milanese - dopo che Panorama aveva fatto un servizio su di noi, presunti eredi di penna di Veronelli - abbiamo capito che non valeva la pena di prendersi troppo sul serio. C’erano Luca Gardini, Federico Menetto, Luciano Ferraro, Carlo Ottaviano e naturalmente lui, Davide Oltolini, che era amico di tutti, e si guadagnava spazi in tivù e sui giornali con la sua simpatia e la sua professionalità.

Fu il primo a fare il degustatore di acque minerali, mentre i prodotti e i vini li degustava da tempo. Ora non c’è più. Sulle pagine facebook hanno scritto “Rimarrai sempre con noi”. Ma non è vero. E fra un bicchiere e una cena, fra la bilancia che sale e un evento, qualcuno presto ti avrà dimenticato. Come hanno dimenticato Bonilli, Francesco Arrigoni, altro collega vittima di un cuore che non ha retto, e persino Veronelli, che pure aveva elaborato un pensiero sul gusto. Francesco Arrigoni, scriveva benissimo, aveva una sensibilità tenera dietro la sua scorza a volte scontrosa. Ma anche lui ...

Vittime di un mestiere pericoloso? Di ognuno di questi, che sono stati miei colleghi, fianco a fianco a una tavola piena di cose buone o a una sessione di assaggi di vino, mi porto dietro qualcosa, anche se l’accento che ponevano nel mestiere era unico e irripetibile. Domani si parte per le vacanze. Si parte per nuovi racconti, col pensiero che qualcuno che non c’è più faceva il tuo stesso mestiere. Ogni due anni, in estate, arriva un monito: non siamo eterni, ancor più se lo stile di vita non è sui binari giusti. “Dobbiamo darci una regolata”, ha detto qualcuno in questi giorni. Ed è giusto, anche se la domanda su quale possa essere il nostro Destino incombe ed è molto più profonda di un buon proposito. E dunque si vuole essere vivi. Ma guai ad esagerare … di troppo vitalismo.

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