E giù fino in Campania, la nostra seconda degustazione di maggio
Uno dei meriti del riconoscimento dei Top Hundred è senz’altro quello di fare uscire allo scoperto doc spesso dimenticate (ingiustamente) e produttori nuovi, che si impegnano oltremodo. E’ un po’ il senso di questa nostra degustazione di maggio, che siamo riusciti a fare nella settimana di Golosaria.
BECCALOSSI di Capriano del Colle (Bs)
Riassaggiamo i vini della famiglia Beccalossi a due anni dall'ultima degustazione (https://www.ilgolosario.it/it/tra-lambruschi-prosecco-e-ancora-grandi-vini-lombardi) e li troviamo decisamente cresciuti .
Il Capriano del Colle Bianco 2023, da uve trebbiano in purezza, ha colore tendente all'oro, naso di grande complessità, con idrocarburi ed erbe aromatiche in evidenza. In bocca la trama fine e la giusta acidità donano al sorso grande piacevolezza. Il Capriano del Colle Marzemino 2021 ha colore intenso, pieno, quasi impenetrabile. Al naso c'è la confettura di frutti di bosco, ma anche la grafite e la castagna. In bocca è tannico, con il pepe che accende il retrogusto. Il Montenetto di Brescia Merlot 2020, dopo i primi cenni di smalto, lascia emergere il mallo di noce e il cioccolato. Anche in bocca trova un piacevole equilibrio: caldo, suadente. Ottimi!!!
AVANZI di Manerba del Garda (Bs)
Viticoltori per passione dal 1931. Così amano definirsi i fratelli Gianpietro e Alessandro Avanzi, con il loro amore per la vigna, che è un sentimento che hanno trasmesso ai figli Giovanni e Giuseppe, Nicola e Francesco, orgogliosi di portare avanti con passione la cantina di famiglia fondata dal nonno Giovanni, vinificando esclusivamente uve di proprietà.
Il vino su cui hanno deciso di puntare è logicamente il Lugana proposto in diverse versioni. Partiamo dal Lugana Spumante Brut che si presenta con un naso citrino, intenso e una speziatura marcata. In bocca la bolla è fine, accompagnata da un'acidità che marca fortemente il sorso ma allo stesso tempo solletica la beva. Il Lugana Sirmione 2023 è prodotto sui colli che circondano le splendida località lacustre che ora dà il nome a una menzione geografica particolarmente apprezzata. Ha naso molto caratteristico, con sentori di prugna gialla e una nota verde, di alga, che ci riporta al lago. In bocca è un vino di buon equilibrio, con la giusta acidità. Il Lugana Riserva “Borghetta” 2020 rappresenta l'upgrade di questo vino, elevato in barrique. Al naso cresce la complessità, accompagnata dalla vaniglia e da una nota balsamica. Molto buono il Valtenesi Chiaretto Riviera del Garda Classico “Rosavero” 2023 di colore rosa antico: ha naso intenso, dove il profumo floreale (di rosa per l'appunto) riesce a emergere con eleganza. In bocca è pieno, minerale, fresco e con una punta di sapidità che ne fa desiderare immediatamente un altro bicchiere. Muscolari, se così possiamo dire, i due rossi, cioè il Garda Cabernet Sauvignon “Bragagna” 2019, che si riconosce immediatamente per il naso verde, di peperone, e il Benaco Bresciano Rebo “Montecorno” 2019 che richiama nel colore come nei profumi l'inchiostro.
GARESIO di Serralunga d'Alba (Cn)
A partire dal 2010, i Garesio acquistano circa 20 ettari di terreno dedicati alla produzione vitivinicola divisi tra Serralunga d’Alba, cuore delle Langhe del Barolo, Incisa Scapaccino e Castelnuovo Calcea, nel Monferrato e infine a Perletto in Alta Langa. Contemporaneamente hanno restaurato l'antica cascina, con la costruzione di una nuova cantina e di un'area per l'accoglienza degli enoturisti. Qui si possono assaggiare anzitutto l'Alta Langa Millesimato Pas Dosè 2020: di colore paglierino chiaro, ha bolla fine, naso dolce, floreale, con profumi di biancospino e camomilla. In bocca la bolla è cremosa e il finale leggermente amaricante. Interessante anche l'assaggio dei due Barolo che però non sono ancora arrivati all'acme delle loro possibilità. Il Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2020 ha naso di cola e liquirizia che deve ancora trovare la pulizia e l'eleganza a cui può aspirare. Stessa cosa per l'assaggio dove il tannino è ancora verde. Considerazioni simili per il Barolo “Gianetto” 2019 che con la sua bella nota aromatica al naso e la tannicità nervosa in bocca merita di essere riassaggiato tra qualche anno. Perché Serralunga è Serralunga!
TENUTE RADE di San Marzano Oliveto (At)
Questa azienda sorpresa sta San Marzano Oliveto, nel cuore del Monferrato astigiano, fra Nizza e Canelli. Combinando l’idea di rivalorizzazione del territorio, insieme alla possibilità di poter usufruire di spazi molto grandi, Raimondo Cusmano e il figlio Daniele (da qui il nome Tenute RaDe) hanno realizzato una cantina tecnologicamente avanzata, dove Daniele si occupa di tutte le fasi di vinificazione. Al suo fianco c'è sua moglie, Ilaria, diventata oramai una delle colonne portanti dell'azienda, e con loro lavora parte della famiglia Cusmano che conta 45 ettari di vigneti in Piemonte.
Detto questo, ci vien da dire che la classe e l'esperienza si sentono. L' Alta Langa Extra Brut Pas Dosé 2016 ha colore brillante e un perlage fine e persistente. Al naso sono curiosi i profumi di carciofo che abbracciano una nota più dolce, di miele. In bocca è fine, minerale. Si cresce ancora con l'AltaLanga Riserva Extra Brut Pas Dosé 2015: di colore oro, al naso ci sono le caramelline di liquirizia e il rabarbaro, accompagnati da una speziatura profonda di zenzero. In bocca l'eleganza del campione precedente si moltiplica, grazie a equilibrio, mineralità e giusta acidità. Il Colli Tortonesi Timorasso Derthona 2018 invece manca l'appuntamento con quella classe a cui i migliori campioni di Timorasso ci hanno abituato, in particolare nel gioco tra miele e idrocarburi, qui invece decisamente dominanti. Ma che dire poi dei loro Barbera iconici, assaggiati recentemente in un ristorante. Bravi!
GALLO di Montabone (At)
Quindici ettari di vigneti a Montabone, paese situato ai confini del Monferrato, che già diventa Appennino Ligure. Terra dove la famiglia Gallo, che coltiva questi terreni da inizio Novecento, ha saputo trovare le parcelle più vocate. Oggi i fratelli Carlo e Guido sono bravi a proporre un Piemonte Chardonnay “Larbi” 2022 che ha naso intrigante, decisamente particolare, di malva ed erbe amare: un amaricante che marca anche la bocca. Altrettanto interessante l'Acqui “Diverso” 2022 che al naso evoca la sua origine aromatica in profumi complessi di rosa, cola e una speziatura di chiodi di garofano. In bocca il sorso è avvolgente, tannico, con l'amaro dell'aromatico che si sente sul finale. Ma la sorpresa, che vi racconteremo presto sarà il loro Alta Langa, che ha fatto strike a Golosaria Monferrato (e non avevamo dubbi).
CANTINE OLIVELLA di Sant'Anastasia (Na)
Potremmo dire "Olivella: seconda puntata" perché di questa cantina avevamo già assaggiato un nutrito numero di etichette che vi abbiamo raccontato qui (link). Ora invece scopriamo la linea che potremmo definire "premium". E tale lo è davvero.
La Catalanesca del Monte Somma “Summa” 2022 ha colore paglierino tendente all'oro. Il naso è profondo con il gelsomino e la pesca. In bocca è elegante, di giusta intensità. Il Vesuvio Lacrima Christi Bianco “Lacrimabianco” 2023 da uve catalanesca e caprettone è forse meno fine al naso del campione precedente, pur continuando nella nota dolce e floreale, ma in bocca è vibrante, minerale, prolungandosi a lungo. Molto buono anche il Vesuvio Rosato “Ereo” 2023, che al colore ricorda la buccia di cipolla, mentre al naso lascia emergere il geranio (in positivo) e la pesca. In bocca è elegante, rotondo, equilibrato.
Molto buono il Vesuvio Lacrima Christi Rosso “Lacrimanero” 2023, da uve piedirosso, olivella e aglianico: ha naso potente, complesso, vulcanico con note di grafite e pepe nero. In bocca è pieno, potente, tannico, selvatico per un bicchiere da grande rosso. Più fine il Vesuvio Rosso “Vesuvio” 2022 con la grafite e i chiodi di garofano al naso.
DRYAS di Montefredane (Av)
Fondata nel 2011, questa cantina trae il suo nome dal greco δρυς = quercia. A ispirarlo la presenza di una secolare quercia sul terreno dove hanno realizzato il vigneto per la produzione del fiano. La maestosità, la bellezza e la vetustà di questo albero, nonostante le sue precarie condizioni dovute ad anni di incuria, li aveva indotti a sacrificare circa 80 piante di fiano, pur di garantirle non solo lo spazio vitale di cui necessitava, ma anche tutti gli interventi botanici necessari a recuperarla. Già premiata tra i Fuori di Top nel 2018 per il Campania Fiano “Griseo” 2014, quest'anno si fa invece notare con l'Irpinia Fiano Spumante Brut: ha naso balsamico, con sentori leggermente fumé e una sapidità marina che si percepisce già al naso. In bocca la freschezza è viva. Una qualità che troviamo moltiplicata nel Vino Spumante MC Brut 2018, di colore oro: al naso fa emergere il suolo vulcanico, minerale, sulfureo. In bocca è pieno, intenso, tannico con finale amaricante e una sapidità decisamente marcata. Grande!!!
Tra gli altri vini assaggiati meritano il Pas Dosé Giù Disnof di Concarena di Capo di Ponte (Bs), da uve chardonnay e pinot nero. Di colore oro brillante, ha naso floreale, verde che si arricchisce di liquirizia nera. In bocca la bolla leggermente aggressiva lascia il segno.
Il Metodo classico Dosaggio Zero 2020 de I Sabbioni di Forlì, da uve sangiovese vinificate in bianco, ha colore paglierino, naso decisamente speziato che ricorda la caramella sucai. In bocca la bolla è cremosa, l'acidità spiccata con una nota amaricante che convince e non disturba.
Il Roero Arneis “Serra Lupini” 2023 di Angelo Negro di Monteu Roero (Cn) dimostra di essere grandissimo: naso balsamico con profumi di macchia mediterranea e pino, in bocca è pieno, minerale, di giusta sapidità.
Il Barbaresco 2020 di Sergio Cerrino di Trezzo Tinella (Cn) rende onore a questa grande denominazione: si sentono subito la liquirizia e il rabarbaro. In bocca entra morbido poi arriva il tannino che si distribuisce bene accompagnato dalla giusta acidità.
Il Piemonte Pinot Nero “Maxima” 2018 di Colombo conferma la nomea di questo vignaiolo con il pinot nero. Al naso è intrigante con il mirtillo nero e una nota fumè. In bocca è equilibrato, pieno, con un tannino setoso.