Un'esperienza virtuosa di “contaminazione” tra storia, cultura, arte, enogastronomia

Al Castello di Roddi (Cn), nell’ambito di “Eccellenze del Piemonte in vetrina”, protagonista è lo chef siciliano Fabio Ingallinera, che quotidianamente agisce con bravura e professionalità al Ristorante Il Nazionale di Vernante (Cn), storica (150 anni) realtà ristorativa occitana.
Fabio Ingallinera-ok.jpgIl suo curriculum racconta di una serie di tappe significative che in breve tempo lo hanno condotto nell’Olimpo degli chef: determinante per Fabio, l’incontro con Ciccio Sultano del ristorante Duomo di Ragusa Ibla 2 Stelle Michelin. Un’esperienza che cambierà radicalmente il suo approccio con la materia prima, correlata alla valorizzazione di ogni territorio, con la sua storia e cultura.  Quindi, nel 2011, si iscrive ad ALMA la scuola di Gualtiero Marchesi a Colorno, un’altra tappa fondamentale della sua crescita professionale. Conosce e collabora con cuochi di altissimo livello e matura un’esperienza di alta qualità distinguendosi per capacità ed impegno. Oggi collabora attivamente con Alma formando i ragazzi in stage al ristorante Nazionale. Un anno più tardi, approda al ristorante Antica Corona Reale di Cervere 2 Stelle Michelin. Affiancando lo chef Giampiero Vivalda si avvicina ai profumi ed ai sapori piemontesi e ne interiorizza i legami culturali. Dopo un breve ritorno in Sicilia al The Ashbee Hotel 5* di Taormina, il secondo incontro determinante per la sua carriera di cuoco e la sua vita personale: Christian Macario del ristorante Nazionale di Vernante lo convince a tornare in provincia di Cuneo e dare seguito al lavoro iniziato da Maurizio Macario nella valorizzazione del territorio occitano all’insegna di sempre più elevati standard qualitativi.

Andiamo, così, a scoprire il menu proposto da Fabio nella splendida location del Castello di Roddi nel contesto della 91^ Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
Ad aprire, ecco salmerino di fonte - tartare leggermente affumicata, mele e salsa al burro acido. Come prima portata, gnocchi al filo ripieni di toma di Demonte, cremoso di formaggi e ginepro, e tartufo bianco d’Alba. La selvaggina è invece protagonista del secondo piatto, con cervo di caccia con sedano rapa, vinacce e verza in carpione. Sul dolce, ecco un sodalizio tra montagna e Mediterraneo, rivelato da Mandarino della Riviera, a base di ricotta d’alpeggio, mandarino candito e rosmarino. I vini in abbinamento, Alta Langa, Timorasso e Barolo.

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