Mirto e gin (e agrumi antichi) dal sud est della Sardegna

L'annata? Si prospetta ottima”. Domenico Uccheddu non ha paura di sbilanciarsi. Il prossimo raccolto di agrumi – l'arancia bionda Navel di Muravera, i limoni dolci del Sarrabus e il Mandarino Sardu – darà soddisfazioni. Siamo a Muravera, sud est della Sardegna, nella vallata solcata dal Flumendosa, il fiume che termina la sua corsa nello splendido mare di Costa Rei. Qui gli agrumi hanno storia antica.

Arrivati nel Seicento sulle navi spagnole, hanno trovato l'habitat ideale per prosperare, in una biodiversità locale che la famiglia Uccheddu custodisce da cinque generazioni. Oggi l'azienda agricola Costa Rei è in mano a Domenico Uccheddu, anche se i genitori – Luciano e Patrizia – non lo lasciano solo. La storia di Domenico racconta un ritorno. “Le campagne si stavano spopolando, gli agrumeti rischiavano di perdersi. Allora ho deciso di riprendere in mano l'azienda di famiglia con la passione e l'orgoglio sardo, ma anche una visione imprenditoriale più aperta. La prima cosa che mi sono detto, infatti, è che dovevo aprire nuovi canali distributivi, soprattutto nel nord Italia, ma anche usare i social e l'ecommerce”.
ouroboros.jpgLa seconda, invece, è stata di affiancare una nuova attività a sostegno: quella degli spirits artigianali. Così Domenico ha ripreso la vecchia ricetta di famiglia del mirto, parca di zucchero e caratterizzata dal mirto locale, raccolto a piena maturazione tra la fine dicembre e gennaio, e l'ha consegnata a una distilleria cagliaritana (Poscia). Il risultato è un mirto rosso-violaceo scuro, dai profumi attesi e il sorso armonico e deciso. “Per il nome mi sono ispirato all'antico disegno alchemico dell'Uroboro, il cerchio senza inizio né fine creato da un serpente che si morde la coda, simbolo dell'eterno fluire”.

Al suo fianco, è nato il Gin Fenicio. Un botanic gin diverso, fin dal colore, che tende all'aranciato. “Il suo nome Fenicio è lo stesso con cui i Greci chiamano il popolo rosso, i leggendari navigatori del Mediterraneo” racconta ancora Domenico, specificando meglio l'anima selvaggia di questo distillato. “Tutte le botaniche che lo compongono, dal ginepro comune al ginepro fenicio, passando per alloro e rosmarino, sono selvatiche, raccolte a mano nelle campagne circostanti, tra boschi e terreni incolti”.
gin-fenicio.jpgIl suo particolare colore è dettato dal fatto che, al termine della distillazione, si procede a un'infusione appunto di queste botaniche. Al sorso, emerge potente un'altra botanica, il dolce limone locale, che dona un'inusitata freschezza iniziale, mentre la parte balsamica che chiude l'asssaggio è ammantata dalle note del cardamomo. “Il miglior modo per apprezzarlo in miscelazione è in un gin tonic nudo e crudo, senza alcuna guarnizione, mentre il mirto lo abbiamo sperimentato anche in una versione eretica del Daiquiri, al posto del rum”.

La nuova sfida, pronta al decollo, è la sua versione non filtrata, che debutterà proprio a Golosaria Milano, dove l'azienda agricola Costa Rei e Domenico Ucchieddu saranno presenti nello spazio di Mixo. “Un nuovo prodotto che si ispira direttamente all'epoca del proibizionismo, fin dal packaging. Ne siamo particolarmente orgogliosi”. Mentre noi siamo curiosi di assaggiarlo.

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