Raccontare la tre giorni di Golosaria Monferrato non è facile, perché aver visto 30 paesi in festa, decine di migliaia di persone che giravano fra le colline e l’inagurazione di nuove location (a Franchini di Altavilla Monferrato un clamoroso agriturismo) ma anche di iniziative è una cosa incredibile. Il momento più emozionante è stato forse a Villamiroglio, quando un signore di 90 anni ha raccontato la storia del suo paese, l’economia dei piselli, che domenica hanno festeggiato la De.Co. Per rilanciare un’opportunità. In nove anni, tanti quanti le edizioni di Golosaria, abbiamo attraversato la crisi, ma vedere domenica la fila di gente al castello di Casale Monferrato, vedere la piazza di Moncalvo, di Ottiglio, di Vignale, il parco di Rocchetta Tanaro e poi la gente che entrava nei castelli e incontrava nuovi produttori è stato uno spettacolo impagabile.
Cosa mi ha lasciato Golosaria? Il senso di un grande bisogno di identità, la voglia di aprirsi conservando le cose preziose che ci hanno lasciato i paesi. Come ha detto il Papa (che ha pure origini monferrine, essendo la famiglia di Portacomaro stazione), tutto quello che possediamo lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli. Ecco in questo weekend credo abbiamo fatto vedere come si può far fruttare questo prestito, creando un clima di festa capace di far vedere (uno show room di colline, come il Salone del Mobile) su cosa si può scommettere. Come ha fatto il sindaco di Grazzano Badoglio, con la ristrutturazione dell’antico convento di Aleramo, il fondatore del Monferrato, dove ieri pomeriggio, col sole, abbiamo tagliato per la IX volta consecutiva la torta in suo onore, con un ospite di eccezione, un amico: il presidente della Regione Sergio Chiamparino. E la storia continua...
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