Non individualismo, ma colleganza, non egoismo, ma condivisione: da questa filosofia che ha nell’amicizia il suo principio ispiratore il cammino di giovani che stanno scrivendo una pagina nuova nel mondo del gusto
Niente da fare. I politici, i giovani, proprio non li vedono. Nemmeno il tempo di illudersi che la politica avrebbe rimesso al centro gli investimenti per le nuove generazioni. Che il teatrino dei partiti dei giorni scorsi ha gelato ogni entusiasmo. Per fortuna, mentre lorsignori non perdono occasione di dimostrare che il bene del Paese, e quindi in primis di chi ne rappresenta il futuro, vien dopo i loro giochi di potere, sono sempre di più i giovani che, smentendo la narrazione che li vorrebbe tutti “bamboccioni”, il futuro han deciso di costruirselo. E se lo stanno costruendo nel segno del “la prima politica è vivere”! Con una visione chiara, in particolare sui valori su cui intendono investire la loro vita. Di alcuni di loro, vi abbiamo già fatto conoscere le esperienze.
È il caso di Nicolò Quarteroni e di sua moglie Nicole, titolari dell’agriturismo Ferdy di Lenna, ideatori del progetto Supereroi montani, che sta portando a veder in modo nuovo la montagna, valorizzando produzioni e allevamenti eroici, e di Wild Vigneron, una geniale iniziativa che da visibilità a piccoli - grandi vignaioli montani. Interessante dire, però, che questa loro scelta non è rimasta isolata, ma che sulla loro scia, sono nate più esperienze.
Una per tutte l’interessantissima l’avventura di Contrada Bricconi, agriturismo in Valzurio, in alta val Seriana, poco dopo l’abitato di Oltressenda Alta, dove Giacomo Perletti, Matteo Trapletti, Giovanni Pizzamiglio e Michele Lazzarini (link) fanno rivivere questo angolo di montagna bergamasca. Della serie, mentre a Roma si chiacchiera, sulle Orobie si lavora e si costruisce un futuro nuovo per questo territorio.
E se di altre esperienze vi diremo in queste settimane, della più clamorosa, vi parliamo ora. Nasce sull’asse Liguria - Emilia Romagna. È l’entusiasmante avventura dei Gottari.
È figlia della passione di due giovani sommi osti italiani, Matteo (sommelier) e Simone (cuoco) Circella, titolari della Brinca di Ne. Cresciuti con un maestro come papà Sergio, autentico fuoriclasse della ristorazione italiana, non si sono accontentati di godersi il successo del loro ristorante, che va a gonfie vele. Ma incarnando quell’idea di colleganza che è stato tema dell’ultima edizione di Golosaria Milano. Mettendo in campo tutta la loro voglia di condivisione, hanno iniziato a trovarsi liberamente con coetanei titolari di attività di ristorazione, enoteche e cantine, in serate il cui tema era confrontarsi sulla comune nuova visione del gusto. E dove, in un orizzonte di sostenibilità, nei bicchieri i vini eran naturali, e di piccoli bravissimi produttori, in molti casi non ancora noti, i prodotti di artigiani eroici, i piatti di cuochi che operano con valore spesso lontano dai riflettori. In queste serate dei Gottari, lo spirito delle feste gioiose che si vivevano a casa di Giacomo Bologna, con conclusione “alle meno venti”, ossia a orario imprecisato, con il tempo scandito solo da amicizia, musica, assaggi. Agli inizi i ritrovi eran solo nel Levante ligure. Poi questo aggregarsi liberamente, di giovani uniti solo dal piacere di guardare la vita in un modo diverso, nel tempo ha consolidato relazioni in tutta Italia. Risultato, oggi i Gottari sono centinaia di giovani la cui caratteristica è essere autentici visionari e rivoluzionari del gusto e del vino. I loro valori, non individualismo, ma colleganza, non egoismo, ma condivisione. Con una filosofia che ha nell’amicizia il suo principio ispiratore. Risultato, il cammino di questo giovani sta scrivendo una pagina nuova di come vivere i nostri giorni.
Dimostrazione eclatante, il ritrovo che l’11 luglio si è svolto a Stagno Lombardo, nella splendida cornice dell’agriturismo Lago Scuro. Una serata che ha visto la partecipazione di oltre duecento persone. In un clima che tra gusto, bellezza, musica, man mano che passavano le ore, ha avuto il meraviglioso spirito della festa. E dove in amicizia, più ristoratori, artigiani e vignaioli presenti, si son messi in gioco, proponendo a tutti i loro piatti, prodotti e vini. Con i più famosi che erano i primi a mettere su un piedistallo i meno conosciuti.
E così è stato emozionante vedere i Circella, appunto, presenti con il formidabile pesto della loro Brinca, al fianco di Mattia Carannante, patron sommelier della Osteria Moderna di Chiavari, che aveva invece il suo brandacujun, specialità tipica ligure a base di patate e stoccafisso. Mentre l’enoteca Natûa di Lavagna proponeva un abbinamento tra formaggi dell’entroterra e i vini della formidabile Giorgia Grande, di cui ci avevano già stregato Raixe (bosco, vermentino, albarola) e SaràSirà (syrah) ma che qui ha stupito i palati di #gottari principi come Matteo Circella, Michela Cuneo e Vito Santolla, sommelier delle Cantine Cattaneo di Sestri Levante, con Merlò, merlot polposo, dai profumi di frutta rossa e spezie, e notevole carattere. E se della Liguria eran chicche il Cappun Magro di Disadorno di Genova, “cantina situazionista clandestina senza fini di lucro”, nato da un progetto enogastronomico di recupero di pratiche e tradizioni.
E i fantastici formaggi de Il filo di paglia di Sergio Azaghi, agriturismo con “ristorante stallato” (no stella, sì stalla!) di Carro (Sp). Perle golose che abbiamo gustato con il Nan, bianco rivelazione realizzato sulle colline di Levanto da Simone Grande e quel Marco Peda che è anche l’anima de La Rosa Blu di La Spezia, enoteca “gottara" a tutto vino naturale. Della Lombardia, eran formidabili i prodotti dei “padroni di casa”, di Lago Scuro di Stagno Lombardo, realtà che da anni è vera gloria de ilGolosario, con verdure, carni, formaggi. E da conoscere la realtà strepitosa di Vino - Esclamativo di Mantova, bar à vin di quelli che piacciono a noi. Tra i vini quelli di Perego&Perego, presente con Mephistocat, bianco con profumi di frutta esotica, mineralità, sorso di buona lunghezza.
Mentre dell’Emilia Romagna è stata memorabile l’abbinata salumi e griglia curata dai mitici fratelli Pavesi titolari di quell’Ostreria di Gariga, frazione di Podenzano, che è tavola somma in Italia e di cui vi abbiamo detto su ilGolosario (link).
E da Fabio Delledonne del Belrespiro di Agazzano, autentico mago dei fuochi e delle cotture ancestrali, che qui ha stregato tutti usando il metodo trappeur, con carni preparate lentamente con il calore che proviene da braci e cenere interrate.
Con queste golosità nel bicchiere una sequenza di assaggi da ricordare. Dai vini della Tenuta Vitivinicola Croci di Castell’Arquato di Massimiliano Croci, che ci hanno confermato quanto sia stato meritato il premio che gli abbiamo conferito a Golosaria, e con cui si è brindato alla consegna al sottoscritto della maglietta dei Gottari.
Il loro IGT Toscana rosso non filtrato è figlio del classico uvaggio lucchese, il cosiddetto “megablend”, con uve ciliegiolo, sangiovese, canaiolo, syrah e altre uve rosse. Nel bicchiere ha colore rubino, naso elegantissimo con profumi di viola mammola, ciliegie selvatiche, prugna, spezie, nota balsamica, mentre in bocca è gioviale, dalla beva irresistibile, sapido e di buona lunghezza. È vino dell’amicizia, di quell’amicizia che è principio ispiratore del cammino dei #gottari, di questi giovani che stanno scrivendo una pagina nuova nel mondo del gusto.