Da Ficuzza ed Etna, due bianchi e un rosso che raccontano una Sicilia di montagna che fa concorrenza alla Borgogna
A Golosaria Milano, la cantina Cusumano di Partinico era sul palco, tra i premiati. A entrare nella nostra selezione dei Top Hundred di quest’anno, il Terre Siciliane “Angimbè”, bianco da uve inzolia e chardonnay che ci ha conquistato con il suo colore giallo oro, il suo profumo intenso di fiori e ananas, le note di pietra focaia, il suo sorso fresco, pieno, dal gradevole finale ammandorlato. Un vino icona di questa azienda che si è fatta conoscere e amare per il suo impegno verso la sostenibilità, essendo stata una delle prime ad aderire al programma SOStain, alleanza per la viticoltura sostenibile sviluppato in Sicilia e riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole.
Fondata da Alberto e Diego Cusumano nel 2001 a Partinico dove ha sede, e da loro condotta con la consulenza del grande Mario Ronco, enologo di chiara fama, con circa 500 ettari vitati oggi è una delle maggiori cantine dell’intera regione, con più proprietà in diversi territori – in provincia di Palermo Ficuzza a Piana degli Albanesi, Presti e Pegni sulle colline di Monreale, Monte Pietroso a Monreale, San Carlo a Partinico, e nella provincia di Caltanissetta San Giacomo a Butera – dove, grazie alla grande varietà di climi e di suoli, produce vini differenti, eleganti e identitari.
Nonostante i numerosi successi, la forza dei due fratelli, non fermarsi mai. Questa la ragione per cui, invece di cullarsi sugli allori, godendosi i prestigiosi riconoscimenti ricevuti, proprio in questi giorni hanno accompagnato al debutto tre loro vini, un autentico tris d’assi che abbiamo trovato di caratura internazionale. Due bianchi e un rosso, figli di diverse province, ma tutti e tre uniti dal fatto che nascono in montagna, caratteristica che dice di una visione aziendale, non solo competente, ma anche lungimirante, visti i problemi che stanno provocando, soprattutto nelle zone più calde, temperature crescenti e cambiamento climatico.
Il primo bianco è Salealto 2019, ultimo nato di Ficuzza, tenuta di 189 ettari di terreno franco argilloso parcellizzato in 60 micro aree, in provincia di Palermo, nella riserva integrata di Piana degli Albanesi (dove i Borbone costruirono la Reggia per poter cacciare in un territorio incontaminato) caratterizzata dall’altitudine, dove le uve maturano fino a 700 metri s.l.m., con grandi escursioni termiche tra la notte e il giorno e dove si registra la presenza di nevicate invernali.
“Siamo andati controcorrente – ha detto Diego Cusumano – Abbiamo scelto di mantenere su parte della proprietà i boschi e la macchia mediterranea tipica della zona. Così i vigneti ricordano un mosaico. Anche questo contribuisce alla qualità del vino. Abbiamo adottato una potatura a guyot. Non è comune in Sicilia, ma una tenuta così particolare, per altitudine, per i boschi che la circondano, per il paesaggio che la caratterizza non poteva avere una potatura comune. Anche i filari sono disposti in modo diverso: a giropoggio, un tipo di allevamento più facile da trovare in Piemonte. Questo ci facilita nella raccolta, permettendo una maturazione uniforme sulla parcella”.
Salealto è un "vin du terroir", ottenuto da insolia, grillo e zibibbo in parti uguali, vinificati separatamente e poi affinati insieme. Giallo paglierino brillante, con riflessi oro, si segnala per il suo unire l’eleganza della montagna e la salinità del mare, con i suoi profumi di agrumi e albicocca, le sue note iodate e di mandorla, quella sua mineralità che caratterizza anche il sorso, fresco, sapido, di notevole finezza.
Gli altri due vini, sono invece figli di un’acquisizione del 2013, quando i Cusumano, forti dell’esperienza acquisita a Ficuzza e delle loro altre quattro tenute, hanno trovato casa sull’Etna, dando vita ad “Alta Mora”, nome di una proprietà che riunisce vigneti sparsi nelle contrade di Guardiola, Pietramarina, Verzella, Feudo di Mezzo e Solicchiata. La cantina, progettata per garantire il massimo rispetto dell’uva e della sua integrità, è stata costruita secondo i canoni dell’architettura ipogea che consente, grazie al naturale isolamento termico e all’uso di energia da biomasse, un notevole risparmio energetico.
Nel bicchiere, l’Etna Bianco Alta Mora 2020, carricante nella varietà autoctona coltivata a spalliera ad una altitudine di 600/750 metri s.l.m. a Linguaglossa in contrada Arrigo e a Castiglione di Sicilia, in contrada Verzella e in contrada Pietramarina, dove la freschezza dei terreni concede la piena maturazione del Carricante senza snaturarne i profumi. Dal colore giallo paglierino brillante, luminoso, con riflessi dorati, ha bouquet ampio e di somma eleganza con nota minerale e di pietra focaia, profumi di frutta bianca, sentori speziati di pepe bianco. Fresco e sapido, ha sorso armonico e di lunga persistenza.
Di grande eleganza anche l’Etna Rosso Guardiola 2016, nerello mascalese allevato nel vigneto di Contrada Guardiola che sorge a 900/1.000 metri slm., a nostro avviso un vero e proprio fuoriclasse, prodotto in edizione limitata di 3.500 bottiglie che nasce da viti di 150 anni, pre-phylloxera. Rosso rubino intenso con sfumature purpuree, ha profumi floreali di rosa e gelsomino, note di erbe aromatiche e sensazioni di macchia mediterranea, sorso profondo, intenso, con beva resa dinamica dalla suggestiva nota minerale e dalla elegante sapidità. La sfida alla Borgogna è lanciata!
Cusumano
contrada San Carlo
Partinico (Pa)
tel. 0918908713
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