A Milano, dalla famiglia Roffi, cuore, piatti della tradizione e sapori autentici e dimenticati

Mangiare bene. Con grande soddisfazione. Gustando piatti che son sintesi affascinante di sapori e profumi. A Milano? Se vi fidate di noi, c’è un locale della nostra predilezione, vero orgoglio del GattiMassobrio, la guida alla migliore ristorazione nazionale, che vi attende in una delle zone trendy della città. È l’Osteria al Giardinetto (via Tortona, 17 – tel. 028393807), baluardo straordinario di gusto, in quell’angolo del capoluogo lombardo che negli ultimi anni ha visto aprire e chiudere decine di locali.

Il Giardinetto “dispensatore di felicità” dal 1949 (motivo per cui ha ricevuto i prestigiosi riconoscimenti di Bottega storica dall’amministrazione comunale e la medaglia d’oro della Camera di Commercio). La sua forza? È osteria con un’anima. Cuore di questa meravigliosa realtà, la famiglia Roffi, qui, prima, con papà Pietro e la moglie Giovanna, ora, con i due figli Antonino ed Enrico, e le loro mogli Giuseppina e Vita.

L’ambiente è caldo, accogliente, con le sale interne e i tavoli all’aperto per la bella stagione. La cucina, tradizionale, racconta il piacentino (in omaggio alle radici dei titolari), Milano e la Lombardia. I segreti che stanno alle spalle dei piatti che vi faranno innamorare? Materia prima eccezionale (assaggiando capirete cosa vogliamo dire). E una maestria ai fornelli che, splende, certo, per il talento di Giuseppina e Vita, ma attinge a quelle fonti che non hanno eguali, che sono l’arte e il sapere comunicati di generazione in generazione, lavorando nonne, mamme e nipoti fianco a fianco per lunghe ore.

Entrando, date un’occhiata sulla vostra destra. Davanti a voi, mani infaticabili, che senza sosta, preparano pasta fresca, in primis quelle “caramelle” e quei pisarei e fasò che saranno alcune delle leccornie a cui non dovrete rinunciare per nulla al mondo. Detto questo, preso posto a uno dei tavoli ampi e ben apparecchiati, nell’attesa dei primi, potrete godervi formidabili salumi (la coppa, la pancetta, il salame e il lardo della Val Nure e Val Tidone) servito con gnocco fritto dalla sfoglia soave come una nuvola. Poi “caramelle” e pisarei e fasò, appunto, ma anche un bel risotto alla milanese. Quindi ossobuchi (il piatto che sta conquistando i tanti giovani che qui stanno scoprendo il gusto del mangiare bene), costoletta alla milanese, trippa, cassouela, rognoncino trifolato e bollito misto. Il finale a tutta gola sarà con gelato alle castagne con cioccolato fuso o tiramisu preparato davanti a voi con caffè e mascarpone.

Messaggio ai giovani che vogliono lavorare in sala e in cucina. Girate il mondo. Sceglietevi i maestri che volete. Ma prima di perdervi in spume, piatti tutta estetica e poca sostanza, servizio freddo, tra le figure a cui ispirarvi non dimenticate uomini e donne così, che nel lavoro mettono conoscenza, passione e cuore grande così. A voi che seguendoci verrete qui. Poiché le specialità della tradizione in interpretazione autentica trovano sempre meno spazio nei menu, preparatevi a un godurioso viaggio alla scoperta dei piatti della memoria, godetevi questi piatti pensando che la vera creatività, l’innovazione, il coraggio, oggi, si vanno rivelando sempre più come frutto di scelta rivoluzionaria, innovativa, in sintesi vera cucina creativa! Sarà festa!

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