Degustazioni a margine della Giornata del Vino di Milano

La Giornata del Vino di Milano che è andata in scena lunedì 25 marzo scorso all’Hotel Melià ha rappresentato un momento decisamente interessante per tutti, soprattutto per i tanti espositori e per i ristoratori che sono intervenuti, alcuni pensando a ordini per implementare le proprie carte dei vini.
banco-con ragazza.jpgenoteca-ok.jpgPer noi, anche la curiosità di andare a scoprire cantine che non appaiono sul Golosario e che sono state oggetto di un’approfondita degustazione di cui vogliamo darvi resoconto, senza dimenticare di andare a fare un giro sul sito www.golosaria.it, perché nella sezione “espositori” vi è la descrizione di ogni cantina presente, per un parterre davvero unico, che ha incluso anche le cantine dedicate al vino bianco del Piemonte.
foto-premiati.jpgTutti i ristoranti premiati alla Giornata del Vino di Milano del 25 marzoGli assaggi che seguono riguardano sia referenze presenti in enoteca sia quelle di alcuni espositori, appunto sconosciuti al Golosario. A voi la buona lettura.

I vini bianchi del Monferrato delle aziende afferenti al Consorzio di Tutela della Barbera d’Asti

Tenuta Ronzano di Costigliole d'Asti l'abbiamo già conosciuta per il Barbaresco e per l'alta Langa. Questa volta invece il plauso va al Piemonte Cortese 2023, un vino della memoria, con naso citrino e di mela verde che ritorna in bocca dov'è leggermente sapido e con una bolla convinta come ci si aspetta da un vino come questo, desiderabile con una fetta di salame crudo, di quello buono (a metà mattina).
ronzano-cortese.jpgLa cantina dei fratelli Beccaris di Costigliole d'Asti fa parte di quella serie di produttori allergici alla comunicazione, ma bravissimi a lavorare le uve. Lo dimostra fin da questo Monferrato Bianco 2022, da uve arneis, che al naso ha profumi di zafferano ed erbe aromatiche e in bocca restituisce un vino di corpo, pieno, di buona eleganza.
beccaris.jpgIl Botolo, azienda di Nizza Monferrato (At), che fin dagli inizi era nei nostri radar offre un'interpretazione interessante di chardonnay, il Piemonte Chardonnay 2022, che al naso ha note dolci di banana e in bocca è lungo di buona struttura con la spinta acida ben presente.
botolo-chardonnay.jpgCascina Quarino di Aramengo (At) viene dai confini del Basso Monferrato, dove si produce un vino di grande nobiltà come l'Albugnano. In questo caso però il nostro interesse si rivolge al Piemonte Chardonnay “An la Riva” 2021, che arricchisce la frutta esotica e i primi sentori vanigliati con le erbe officinali. In bocca è equilibrato, con una sapidità finale che invoglia la beva.
quarino-an la riva.jpgAltrettanto interessante il Piemonte Sauvignon “Bric del Priore” 2022, di colore brillante, ha naso di erbe aromatiche e lime, in bocca è sapido, pieno con una freschezza che resta a lungo. Davvero bravo e molto interessante.
quarino-bricco-priore.jpgQuila è una realtà di Neive (Cn) con afflato internazionale al punto da aver raggiunto la fama per aver esportato il timorasso (come barbatelle) in Ucraina che si potrà assaggiare fra pochi giorni a Derthona 2.0 in scena a Tortona alla Caserma Orsi. Ben fatto il Piemonte Moscato Secco 2021, dal naso decisamente floreale, con cenni di mandorla e pesca bianca; in bocca ha corpo e bella sapidità con un amaricante presente ma senza esagerare.

Collocata tra Montemagno (At), dove ha la sede, e Castagnole Monferrato, la Mondianese è una cantina che abbiamo assaggiato anni addietro. Ora, è stata un sorpresa il Monferrato Bianco “Assobianco” 2021 un blend curioso di riesling, sauvignon blanc e timorasso che ha naso complesso, di idrocarburi ed erbe aromatiche (timo). In bocca è fine, anche in questo caso di buona sapidità.
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La Barbera d'Asti e la Barbera d'Asti Superiore

La Barbera d'Asti 2022 di Marco Ronzano di Costigliole d’Asti è un campione decisamente corretto, con i profumi di mora e mandorla e l'acidità ficcante. La Barbera d’Asti “Detai” 2022 di Cavatema, cantina di Moncalvo ha naso più profondo, profumi di rosa e una note verde, balsamica. In bocca arriva la fragranza del frutto e un'acidità che rimane a lungo, fresca, fine.

Torchio 1953 di Isola d'Asti presenta una Barbera d’Asti “Ca’ del Grand” 2022 che al naso e al colore è particolarmente concentrata con l'esplosione della mora ma l'acidità finale e la nota amaricante sono una segnatura di stampo autentico nell'equilibrio d'insieme. La Barbera d’Asti “Somnium” 2021 Piancanelli di Loazzolo (At) è una grande Barbera: di colore impenetrabile, è calda fin dal naso, immediatamente ematica, ma restando nel bicchiere lascia emergere la lavanda. In bocca è pieno, croccante. Chapeau!
piancanelli-somnium.jpgAgostino Pavia di Agliano, che non assaggiavamo da tempo, si conferma un vero fuoriclasse e lo dimostra già con la Barbera d’Asti “Blina” 2021 che ha naso immediatamente verde, per poi lasciare spazio alle more e alla mandorla amara. In bocca è piena, carezzevole.
agostino pavia-blina.jpgIl Botolo è collocato in una vera e propria enclave della Barbera e la sua Barbera D’Asti 2019 rende onore al territorio con un campione che ha naso intenso di mora e amaretto. In bocca è piena con un'acidità solo leggermente acidula.
Francedo è un'azienda giovanissima di Costigliole d'Asti, formata da due fratelli Francesca ed Edoardo che hanno trasformato in attività l'idea lanciata dal padre Francesco. La Barbera d’Asti “NoiDue” 2022 è immediata, al naso c'è la rosa fine poi arriva la nota verde ma in bocca l'acidità è viva, pungente.
francedo.jpgPassando alla Barbera d'Asti Superiore, il campione 2021 di Beccaris è sicuramente uno dei più interessanti: all'inizio è un po' chiuso, con sentori di cortile poi però si apre e il frutto diventa intenso. Una forza che ritroviamo anche in bocca dov'è pieno, intenso, con la frutta che si esprime al meglio mentre il sorso diventa avvolgente, caldo.
Anche la Barbara d’Asti Superiore “La Rossa” 2020 di Antica Casa Aresca di Mombercelli (At) si fa notare per il naso di cola ed erba bagnata e soprattutto per un sorso morbido, vellutato, di grande armonia.
aresca.jpgAgostino Pavia, lo abbiamo anticipato, è grande e la Barbera d’Asti Superiore “La Marescialla” 2020 ne segna la consacrazione. La frutta è sotto spirito, ma viene mantenuta fresca dalla parte balsamica. Ci sono anche i marcatori dei grandi vini come il caffè e quelli più tipici del vitigno (l'amaretto). In bocca ha tutto: è piena, intensa, si allunga per via retrolfattiva con una nota lievemente tostata.
agostino pavia-la marescialla.jpgSe dovessimo però eleggere il miglior vino dell'intera degustazione la palma andrebbe alla Barbera d’Asti Superiore “Porlapa” 2019 firmata da Boeri di Costigliole d'Asti. Si tratta di una Barbera che ha naso complesso, dove le note vanigliate lasciano subito spazio alla frutta accompagnata dalla mandorla. Il canestro di frutta percepito al naso, in bocca diventa spremuta: la frutta è consistente, il sorso è caldo, avvolgente, senza rinunciare all'acidità. C'è tutto l'abbraccio tipico della Barbera. E non è un caso che ci avesse colpito durante la masterclass dedicata alla Barbera.
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Gli altri rossi

Partiamo da un vino identitario come il Grignolino d'Asti.
Il campione del Grignolino d’Asti “Adess” 2023 di Cavatema di Moncalvo (At) è molto tipico: di colore rubino scarico, ha naso di melograno e ribes, note di armellina, in bocca l'ingresso è rotondo con acidità spinta e un tannino deciso. Della stessa cantina abbiamo apprezzato anche il Ruchè di Castagnole Monferrato “La Rej” 2020 che ha la rosa del ruché e il chinotto candito che però in bocca cede sulla distanza.
cavatema-adess.jpgIl Grignolino d’Asti 2023 di Paolo Gay di Scurzolengo (At) ha naso di ribes e violetta, in bocca è decisamente tannico con il frutto che ritorna nel retrogusto.
Il Grignolino d’Asti 2022 di Agostino Pavia di Agliano Terme (At) è l'assaggio migliore di questa categoria: l'unghia tende all'arancio, ha naso di armelline e confetto. In bocca è di buona acidità, pieno, con il tannino rotondo.

La Freisa d'Asti è uno dei grandi vini del Monferrato, capace di dare risultati anche nel lungo periodo. Nella masterclass a Milano avevamo assaggiato due campioni (quello della Montagnetta di Roatto e quello di Tenuta Santa Caterina di Grazzano Badoglio) che ci hanno confermato quanto scritto varie volte: è il Barolo del Monferrato.
Tra i nostri assaggi presi in Enoteca, ecco il Monferrato Freisa “La Gilarda” 2022 di Franco Ivaldi di Cassine (Al) che ha naso ampio, intenso, e all'inizio richiama le foglie bagnate e il sottobosco; poi arrivano il frutto e le note balsamiche. In bocca è pieno, di corpo, tannico.
ivaldi-la gilarda.jpgLa Freisa d’Asti “Sagrin” 2020 di Cascina Valeggia di Moncalvo (At) sviluppa la parte balsamica del vitigno che si adatta bene ai profumi di cola, in bocca è pieno, di bella identità.
valeggia-freisa.jpgInfine una nota di merito per il Piemonte Rosso 2021 di Quila, ottenuto da uve "nebiolo" (intendendo con questo il vitigno così chiamato in Messico, solo lontano parente del nebbiolo made in Piemonte) ha naso intenso, con note terrose di campagna; in bocca è pieno, tannico, con una bella spada acida.
quila.jpgInsomma, avete visto quante curiosità c’erano da scoprire, fra le 100 aziende che in qualche modo si sono rappresentate a Milano?
elenco-vini.jpgOra, bisogna cercarle: a Vinitaly Verona, a Golosaria Monferrato (nello spazio Barbera&Champagne, troverete l’enoteca dedicata, ma ci saranno anche alcuni produttori presenti, magari proprio fra quelli citati), direttamente dagli interessati.

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