Il Vino del Villaggio è il Passì di Gio di L'Autin

Barge è un paese dalle tre anime: pianura, collina e montagna. Questo ne ha fatto fin dall'Ottocento una località di villeggiatura come testimoniato dalle belle residenze ottocentesche. È bello passeggiare nelle vie del centro storico che vanta ancora alcune case quattrocentesche, arrivare al Palazzo Comunale dove si può visitare la Sala Consiliare e ammirarne, oltre che la struttura, la pavimentazione in legno e il soffitto affrescato. O ancora lasciarsi affascinare dal profumo del Castello inferiore adagiato su uno spuntone caratteristico alla confluenza dei torrenti Infernotto e Chiappera che si distingue per la sua alta torre e dal Castello superiore con i ruderi illuminati nella notte. Nelle vicinanze poi sorge un vero e proprio gioiello dell'arte religiosa piemontese, l'Abbazia di Staffarda, costruita attendibilmente a partire dal quarto decennio del XII secolo, una delle tappe imperdibili in un tour del Piemonte. Verso Saluzzo, poi merita l'antica prigione della Castiglia e una visita al vicino Castello della Manta, con le sue sale affrescate.
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L’AZIENDA - L'AUTIN

(via Sant’Agostino, 40 - tel. 0175346271)
Agronomo e imprenditore, Mauro Camusso ha creato la cantina L’Autin (che in piemontese significa “piccola vigna”) dall’intuizione di affinare il vino nelle miniere di talco dell’Ecomuseo della valle Germanasca, che garantiscono una temperatura costante di 10 °C e l’umidità fissata sull’80-90%. Dalle uve di varietà riesling, sauvignon blanc, pinot nero, malvasia moscata e il raro autoctono bian ver, coltivate nei circa otto ettari vitati condotti in regime biologico e sostenibile, produce 35.000 bottiglie grazie al supporto dell’enologo Gianfranco Cordero. Da non perdere l’occasione di concedersi un tour in vigna con degustazione e la possibilità di una speciale visita in miniera dove riposano le pupitres. 
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IL VINO DEL VILLAGGIO

Il "Passì di Gio" ha la sua origine in un vitigno raro, quasi dimenticato: la malvasia moscata, posta ad appassire sui graticci fino a febbraio. Quindi, la vinificazione e l'affinamento di almeno un anno in barrique di secondo passaggio. Di colore oro aranciato, ha naso fresco di albicocca passita, dattero e senape. In bocca c’è la scorza di mandarino e ancora la senape in un sorso equilibrato, piacevole, di buona acidità. 

L'ANALISI DI ENOSIS
Presenza di linalolo libero e altri terpeni che sono alla base della componente aromatica. Sensazione di calore data dall’alcool (15%), buon equilibrio tra il dolce (115 g/L) e l’acidità (pH 3.84). Importante l’estratto (46.2 g/L). 

DOVE BERE E COMPRARE

Castellana - Saluzzo (Cn)
(via Tapparelli, 9 - tel. 0175518038)
Frutto della collaborazione tra Marco Sacco e Matteo Morello, questo ristorante si trova all'interno di un antico monastero nella zona alta di Saluzzo. La sala è affascinante, con le sue volte a botte e la cucina a vista, mentre dalla parte opposta si trova una cantina molto interessante, che va di pari passo col menu firmato dallo chef Enrico Degani, che celebra il territorio. La sommelier è appassionata e molto cordiale, lo staff competente completa l'esperienza.
Piatto imperdibile: dumpling di trota della valle Po

La Nicchia - Cavour (To)
(via Roma, 9 - tel. 0121600821)
È uno spazio informale, caldo e confortevole dove gustare la cucina del territorio e qualche portata di ispirazione marinara. Il patron è il bravo sommelier Franco Turaglio, proprietario anche della vineria omonima affacciata sulla via centrale. Qui per un sostanzioso pasto oppure una breve sosta per un aperitivo e un buon bicchiere di vino accompagnato da spuntini stuzzicanti o attingendo dalla selezione di formaggi locali.
Piatto imperdibile: coniglio nostrano con prosciutto cotto al vermouth

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