Chiusa la partita dei Top Hundred 2022, iniziamo a lavorare sul 2023. Ecco la nostra ultima tornata di assaggi
Se per i Top Hundred 2022 (link), possiamo essere più che soddisfatti della selezione emersa, anche l'anno nuovo sembra fondarsi su ottime premesse. Nei primi assaggi d'autunno abbiamo raccolto ottime impressioni dai vini campani, friulani, piemontesi e dai Rossi di Montalcino che smettono di essere il succedaneo del Brunello ma trovano nel bicchiere una dignità da grande rosso. Ecco nel dettaglio i nostri assaggi.
SAN SALVATORE 1988 di Boscoreale (Na)
L'azienda fondata nel 2004 dall'imprenditore del settore turistico Peppino Pagano è arrivata alla sua maturità grazie anche ad un team di cantina di veri professionisti che può contare sulla consulenza dell'enologo Cotarella.
Una grande squadra e una ventina di ettari a vigneto in regime biologico con vista sui templi hanno dato vita a una selezione di vini capaci di stupire a partire dai bianchi. Il Paestum Fiano Trentenare 2021 ha colore tendente al verde, a preannunciare un legame con il mondo delle erbe che spicca bene nei profumi di ortica. In bocca ha corpo ed è perfettamente equilibrato.
Il Paestum Fiano Pian di Stio 2021 vira invece su un'interpretazione più floreale del vitigno. In bocca l'equilibrio lascia spazio a un’acidità più spiccata, viva, vibrante.
Il Paestum Greco Vino Biologico Calpazio 2021 ha naso di pera speziata e miele d'acacia accompagnati nel sorso da una piacevole acidità che emerge soprattutto sul finale. Anche il Paestum Rosato Vetere 2021, da uve aglianico in purezza, conferma la filosofia della cantina: bellissimo colore rosa tenue e brillante al tempo stesso, al naso emergono ma con delicatezza i profumi di viola e rosa, in bocca ha sapidità e la giusta acidità. Un grande rosato.
Tra i rossi sono due i campioni da Champions: il Paestum Aglianico San Salvatore 2019 che si presenta con un naso molto interessante, balsamico, con note di rabarbaro e menta, mentre in bocca è morbido, tannico, con una speziatura nel retrogusto che evoca i chiodi di garofano. Uguale soddisfazione per il Paestum Aglianico Gillo Dorfles 2017, che si apre lentamente con la prima impressione di smalto che lascia spazio a un corredo aromatico dove la china si amalgama alle erbe aromatiche che caratterizzano i migliori amari (anche qui c'è il rabarbaro). In bocca è ampio, caldo, decisamente tannico.
AZ. AGR. ZANELLO PAOLO di Rosignano (Al)
Dal 1900 e da ormai 5 generazioni, la famiglia Zanello è proprietaria di un'antica tenuta del Monferrato, nella frazione San Martino di Rosignano recentemente ristrutturata secondo i dettami dell’architettura conservativa, utilizzando tutti materiali originali presenti nella zona. La casa padronale è circondata dalle strutture agricole che comprendono un laboratorio per la lavorazione dei salumi dai maiali allevati allo stato semibrado e una cantina per le uve raccolte nei quasi cinque ettari di vigneto.
Ci sono piaciuti il Monferrato Chiaretto Le tre Rose 2020, da uve freisa, con naso di rosa damascata e ciliegia e caratterizzato in bocca da un'importante spada acida. Il Grignolino del Monferrato Casalese "Per Pietro" 2020 ha naso intrigante di mela renetta cotta e note quasi sulfuree, in bocca è equilibrato, di buona acidità. Merita più di un assaggio anche il Monferrato Nebbiolo San Martino 2019, con naso che va a strizzare l'occhio ai nebbioli di Langa. Naso complesso con profumi di viola, china e cioccolato e in bocca una leggerezza che ne fa un vino capace di accompagnarsi anche a carni crude e carni bianche. Infine la Barbera D'Asti Superiore 2019 che va a cercare un naso ampio, importante. In bocca è calda con un tannino importante frutto più dell'affinamento che del vitigno.
TENUTA VILLANOVA di Farra d'Isonzo (Go)
www.tenutavillanova.com
Fondata nel 1499, la Tenuta Villanova è oggi la realtà vitivinicola più longeva del Friuli Venezia Giulia. Passando dai conti Strassoldo alla famiglia Levi, già nell'Ottocento commercia vini con l'estero. La vera svolta avviene però nel 1932 con l'acquisizione da parte di Arnaldo Bennati e tuttora è amministrata dalla stessa famiglia, nella persona di Giuseppina Grossi Bennati. La proprietà si estende per circa 200 ettari, dalle alte rive dell’Isonzo fino ai rilievi del Collio, e per questo può vantare due linee diverse di vini che guardano a entrambi i terroir.
Tra i nostri migliori assaggi segnaliamo il Friuli Isonzo Sauvignon 2021 che rispetta l'identità di vitigno immediatamente riconoscibile dalla nota verde, di bosso, appena accennata, note di frutta, e una parte minerale che lo rende interessante. In bocca punta sull'eleganza.
Tra i rossi spicca invece il Friuli Isonzo Refosco dal Peduncolo Rosso 2019 con un naso verticale, importante, dal bel frutto maturo e una nota leggera d'inchiostro. Al palato è espressivo con un finale ancora fruttato.
I ROSSI DI MONTALCINO
Sopresa anche dalla Toscana e in particolare dalla zona di Montalcino con due Rossi che giocano a fare il Brunello (e ci riescono!). Si tratta del Rosso di Montalcino Vendemmia 2020 dell’azienda agricola Pietroso di Montalcino (SI) top hundred di quest’anno con il Brunello. Concentrato fin dal colore, al naso si presenta ampio intenso con profumi di polpa di ciliegia e mallo di noce accompagnati da una speziatura di chiodi di garofano. In bocca è tannico, intenso, potente come un Brunello di buon lignaggio.
Il Rosso di Montalcino 2020 del Podere la Palazzetta di Castelnuovo dell'Abate - Montalcino fa il paio con il Brunello che era stato selezionato alle Anteprime di Benvenuto Brunello dello scorso novembre. Un vino che al naso ha note terziarie importanti, ematiche, di pelliccia con in bocca un'acidità inespressa che preannuncia un cammino importante anche nei prossimi anni.
Un'espressione di razza del Rosso di Montalcino anche per Canalicchio di Sopra sempre di Montalcino. Al naso c'è la terra bagnata, il sottobosco, il porcino fresco. Uno spettro olfattivo interessante per un sorso che preferisce l'equilibrio e la sobrietà all'intensità.
Infine merita l'assaggio di Collemassari San Giorgio il Rosso di Montalcino Ciampoleto 2020 al naso da manuale con note di piccoli frutti e un accenno di speziatura, mentre in bocca è ancora nervoso, meritando ancora qualche mese in vetro.
GLI ALTRI ASSAGGI
Tra gli altri assaggi da segnalare l'Alpi Retiche Bianco Impaziente 2021 prodotto da Alberto Marsetti a Berbenno di Valtellina (So) con uve locali. Un bianco che stupisce con un naso capace di evocare immediatamente la polpa di pesca gialla accompagnata da rimandi floreali ed erbacei, con una vena di rabarbaro ed essenze alpine. In bocca torna la polpa di pesca per un sorso di buon equilibrio.
Della cantina Humar di Valerisce (Go) abbiamo apprezzato la Ribolla Gialla 2020, che fin dal colore oro mostra una pienezza di profumi che spaziano dalla frutta al sambuco maturo.
Del Podere Paganini di Travo (Pc) guadagna una nota di merito il Metodo Classico Brut Pinè 2017 ben riuscito blend di malvasia, moscato, trebbiano, sauvignon e ortrugo che al naso sviluppa la parte floreale dei suoi aromatici che danno poi spazio ai più classici sentori di crosta di pane.
La Tenuta Venturini Foschi di Medesano (Pr) offre due interessanti interpretazioni di Malvasia dell'Emilia. La Malvasia Emilia Gemma 2021 al naso è molto aromatica, rispettando i profumi varietali, in bocca nonostante il retrogusto che vira al dolce si mostra equilibrata, di buona acidità. Ancora più interessante la Malvasia Emilia Gemma Gentile 2021 dove l'intensità olfattiva lascia spazio alla finezza della nota aromatica che si accompagna alle erbe aromatiche. In bocca è piena, rotonda, con un importante residuo zuccherino.
In Sicilia abbiamo riassaggiato con soddisfazione il Terre Siciliane Bianco Biologico Lilium 2021 di Tenute Caracci di Partanna (TP), ottenuto dal giovane enologo Mirko Caracci partendo da uve inzolia e zibibbo. Un vino raffinato che guarda alle note floreali di glicine, eredità del moscato d’Alessandria, ingentilite dalla sponda agrumata dell’inzolia. In bocca c’è corpo, acidità e una spiccata sapidità che spinge alla beva.