Su il Gusto.it Paolo Massobrio consiglia di provare il Baratuciat in tutte le sue declinazioni: fermo, bollicine, orange e passito
Oggi su ilGusto.it Paolo Massobrio racconta la storia e l’evoluzione del Baratuciat, un vitigno in ascesa, coltivato in Piemonte, che si rivela estremamente versatile.
Massobrio lo “incontrò” per la prima volta nel 2008 e ne scrisse subito su La Stampa, pur sapendo che non avesse un riscontro commerciale. Ma una decina di anni dopo lo ritrovò nel vino prodotto da Enrico Druetto ad Alfiano Natta, che fu oggetto di una degustazione, due anni dopo, insieme al Timorasso di Walter Massa. Arriviamo a oggi, con il primo Baratuciat day cha ha visto la partecipazione di una quindicina di produttori al castello di Camino e che è stata una vera e propria consacrazione.
Ecco quindi i campioni degustati in quell’occasione: il “clamoroso” brut metodo classico “Cin Cin Nato” 2017 di Giuliano Bosio, “Il Podio” dell’Istituto Bonafous di Chieri, il Langhe Bianco “Berlu ‘D Ciàt” 2022 di Poderi Ruggeri Corsini di Monforte d’Alba, il Monferrato bianco “Tenté” 2022 di Cavallero nell’Alta Langa astigiana (“un campione che ha colpito tutti”), il Monferrato Bianco “Balon” 2021 di Sulin di Grazzano Badoglio nel Monferrato (di cui spicca soprattutto la freschezza), il Monferrato Bianco 2022 di Dellavalle di Camino (che produce anche bollicine e uno straordinario passito), il Monferrato Bianco 2020 “Preja” di Druetto dal colore carico anche grazie all’uso del legno e altri campioni di cantina Isabella di Murisengo, di Iuli di Cerrina, della cantina Hic et Nunc e di Andrea Scovero.
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