I vini di Lamole di Lamole
I primi ad intuire le potenzialità enologiche di Lamole – oggi frazione di Greve in Chianti – furono i Romani, che avranno apprezzato quelle “lame” di terra che danno origine al nome, calanchi dal profilo aguzzo disegnati nel tempo dagli agenti atmosferici. Siamo nel Chianti Classico, in piena collina, in un anfiteatro naturale protetto a nord dal Monte San Michele e rivolto al mar Tirreno. Qui ha sede la cantina Lamole di Lamole (tel. 0559331256 – www.lamole.com). Al suo fianco, il vigneto più antico, impiantato il 20 marzo 1945.
Nelle vigne aziendali si trovano gli autoctoni del Chianti – sangiovese, canaiolo, malvasia nera e trebbiano toscano (quest'ultimo riservato per la produzione di Vin Santo) – e alcuni internazionali come cabernet sauvignon, merlot, petit verdot e alicante. Lamole di Lamole può contare su tre cantine: quella storica, che poggia su una costruzione risalente alla metà del 1300, oggi cantina di affinamento e vinsantaia della tenuta, una più moderna cantina di vinificazione in Lamole, a poche decine di metri dalla piazza dominata dalla chiesa romanica di San Donato, e il nuovo polo produttivo di Greti in Chianti (una frazione di Grevi) col moderno centro di accoglienza.
Quattro i Chianti prodotti. Il Chianti Classico Docg 2012, d'un bel rubino brillante, dopo 6 mesi in acciaio viene immesso in botti grandi di rovere. Dal bicchiere, emergono sentori di viola, more e ciliegie, un che di terra bagnata, una scorza di chinotto. In bocca, dimostra buona beva: il sorso è snello, ma rotondo, di buona acidità, con un finale piacevolmente balsamico, e dal frutto fragrante. Il Chianti Classico Docg Etichetta Blu 2012, invece, dopo un passaggio in botte di rovere, si completa in barrique francesi. Il naso si fa un po' più scuro, con un sottofondo erbaceo accompagnato da amarene, viola e una dolce speziatura. I tannini sono meno addomesticati, ma il sorso fila via polposo e rotondo, di buona tattilità glicerica.
Ci sono poi le riserve. La più importante è il Chianti Classico Vigneto di Campolungo Gran Selezione 2011, tratta dall'omonimo vigneto. Nasce da un taglio di sangiovese e cabernet sauvignon, e da un affinamento in botti di piccole dimensioni e tonneaux per circa 2 anni. Di colore rubino intenso e profondo, ha profumi evoluti di frutti di bosco, foglia di peperone, sentori balsamici, una spezia dolce, tabacco e cacao. In bocca è rotondo, caldo, di lunga persistenza. Piacevole, ma anche piacione. Più nelle nostre corde, allora, il Chianti Classico Docg Riserva 2011, da uve sangiovese e canaiolo, affinate in botti di rovere di medie dimensioni. Qui il naso è segnato dal bosco: frutti di bosco, terra bagnata, una speziatura elegante. È in bocca a convincere del tutto, nella sua succosità avvolgente, con note di ciliegia fragrante e una leggera speziatura in chiusura del sorso. Fine e abbastanza potente: è una buona espressione del Chianti Classico.