A Briosco, in una location bellissima, i piatti d’autore di Maurizio Di Prina

Il colpo d’occhio è di quelli che emoziona. Lasciata la superstrada Milano Lecco a Briosco, dopo qualche minuto, in un angolo di Brianza verde e affascinante, davanti a voi, ecco una cascina lombarda, tutta in pietra, restaurata in modo sapiente, circondata da un parco dove sono esposte le grandi sculture di alcuni tra i più importanti artisti del ‘900 (è il Rossini Art Site dedicato alla memoria di Alberto e Pietro Rossini).

Voi godetevi questo luogo di arte e natura, e poi quando l’appetito si fa sentire, entrate. Oltre la corte, sulla sinistra, il ristorante Lear (via Col del Frejus 3 – tel. 0362967759). Di charme l’ambiente, con la saletta con i tavoli ben distanziati e apparecchiati in modo impeccabile, arredi di design, pietra e travi in legno, con tessuti di pregio e luci soffuse che fanno atmosfera in un contesto di raffinata eleganza. Ingrid Papini, ed il figlio Alessandro Vergani, i titolari, su questo magico palcoscenico, hanno portato un grande interprete, Maurizio Di Prima, chef talentuoso e già noto ai nostri lettori per i suoi precedenti successi.

Scelta più che mai azzeccata, visto che anche se il locale è meraviglioso, a fare la differenza, in un’avventura di gusto, è sempre, in prima battuta, la cucina. Con l’occhio attento di chi vede la realtà, è stata ideata la proposta “FamilyandFriends”, che giovedì e domenica sera facilita la presenza al ristorante con le persone care, con un menu che a 35 euro assicura due portate, dessert acqua e caffè. A pranzo, dal mercoledì al sabato con 10 euro si può gustare un piatto scelto dal menu business, con acqua e caffè. In occasioni particolari, come per il 1 maggio, brunch d’autore a 30 euro. La verità è che qui opera un signor cuoco, e quando ci si trova il “Menu Gourmet” sotto al naso, difficile resistere a non lasciarsi guidare dalla gola.

Con un servizio attento e professionale, alla carta, il vostro viaggio inizierà nel migliore dei modi con carpaccio di coniglio insalata riccia pomodoro confit polvere di olive taggiasche e cipolla rossa o con la buröla del sommo salumificio Marco d’Oggiono all’olio e limone asparagi ghiaccio uova di quaglia alla coque e maionese bianca all’erba cipollina. Poi avanti con gnocchi di ricotta fresca con crema di asparagi verdi e finta bottarga d’uovo o con il leccornioso risotto (è il grande Carnaroli Riserva San Massimo) mantecato con capesante acciuga limone emulsione del loro corallo e fave di cacao. Di secondo? Galletto alla livornese alla diavola in due cotture con patata di Avezzano mantecata al limone porri e salsa finanziera o merluzzo in crosta di arachide e cocco crema inglese all’aglio nero e broccolo fiolaro di Creazzo. Babà al limoncello crema al lemongrass e salsa al rabarbaro o biscotto al cacao con cremoso al cioccolato gianduia rum e sorbetto ai lamponi il dolce arrivederci.

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