A Mombercelli, nella sala luminosa o nel profumato dehors per gustare i piatti della cucina piemontese sempre più curati e gustosi

Mombirsàn, ovvero Mombercelli – come tramanda la toponomastica longobarda che lo voleva come luogo di caccia – nacque nel X secolo come borgo fortificato, famoso per il suo orizzonte collinare e le betulle. Poco fuori l'abitato – e ai piedi della nostra meta – passerete davanti al santuario del 1500 dedicato alla Beata Maria Assunta di Fonte Buona, nella cornice di un edificio semplice e classico con lesene a vista.

E la Locanda Fontanabuona (via Nizza, 595 - tel. 0141 955477 - www.locandafontanabuona.it), che trae riferimento dalla miracolosa fonte, è un luogo in cui veniamo sempre molto volentieri, dalla cucina sempre impeccabile e classica.
Il locale, una casa che sovrasta il pendio può, a buon diritto, far proprio il motto del paese, Hospes veniat, fugiat hostis (benvenuto l'ospite, fugga il nemico) visto che accoglienza, benvenuto, ospitalità e ottimi piatti saranno il biglietto da visita concreto di questo luminoso e piacevolissimo locale.

Nella lunga e chiara sala (o nel profumato dehors estivo) gusterete piatti consolidati e collaudati ma che, secondo noi, sono diventati ancora più curati e gustosi. Consigliamo, per avere un'idea completa della loro cucina, di assaggiare il misto di antipasti che comprende la coscia di Fassone piemontese battuta al coltello (una tra le migliori della zona), il morbidissimo e stuzzicante filetto di gallina con aceto balsamico ed erbe aromatiche, lo strepitoso ed equilibrato vitello tonnato, la sostanziosa melanzana alla parmigiana. Già a questo punto vi sarete convinti della qualità, ma aspettate di assaggiare i delicati e raffinati tagliolini di ortiche burro e menta o di arrivare – veramente alla perfezione – con quel piatto simbolo che sono i tagliolini classici al ragù di carne, per essere convinti della loro grande mano. Naturalmente non mancheranno nel menu anche gli ottimi gnocchi di patate al Castelmagno e i tradizionali agnolotti del plin al sugo di arrosto.
Si prosegue sempre benissimo con la coscia d'anatra con aceto balsamico, miele e pepe verde, succulenta nell'intingolo singolare ed equilibrato, con lo stracotto di vitello alla Barbera e il delicato coniglio nostrano alle olive taggiasche.
Gelato di crema e semifreddo al croccante di nocciole saranno la degna chiusura di un pranzo perfetto, sia come cucina che come professionalità e carta dei vini.

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