È il vino di punta dell'azienda Maso Martis di Martignano (Tn)
Antonio e Roberta Stelzer hanno il sorriso sul volto quando vedono una macchina svoltare nella loro cantina Maso Martis a Martignano (Tn) (via dell’Albera 52 - tel. 0461821057). L’accoglienza è in una bella sala tutte vetrate affacciata sulla valle. Alle spalle sono vigne scenografiche che nelle giornate di sole sembrano divorate dalle Dolomiti alle spalle.
Siamo a 450 metri di altitudine in una frazione appena sopra Trento, che fin dall’Ottocento era celebre per le sue vigne. La terra è argillosa ma ricca di quella roccia rossa di Trento che dà un’impronta di mineralità inconfondibile ai vini. Già, è proprio questo il nodo per creare un grande metodo classico: mettere una firma. Antonio e Roberta avevano ben chiaro questo concetto fin dal 1990 quando, poco più che ventenni hanno iniziato la loro attività. La vera sfida, in un momento in cui la doc Trento non era ancora così affermata come oggi, era trovare una propria originalità, uno stile che li connotasse immediatamente sul mercato.
Quel che colpisce, assaggiando due Riserve della loro etichetta di punta, Madame Martis, è l’eleganza del sorso, la trama perfetta, il gusto secco, i profumi tenui, evoluti. Madame Martis ha un’altra particolarità: una base di pinot nero (circa il 70%), più chardonnay, che viene vinificato in legno, e una piccola parte di pinot meunier (dal 5 al 10%) che dona al vino morbidezza. Il risultato, dopo nove anni di risposo sui lieviti, è un vino che nel campione assaggiato (millesimo 2000) si distingue per la trama fine, setosa, del perlage, complessità olfattiva e una mineralità spiccata, che lo rende piacevolmente salato. La grande persistenza in bocca e quell’acidità importante, stabile nel tempo, sono altri due connotati di un grande vino che non teme ulteriori anni di affinamento in bottiglia. Una sensazione simile quella del campione 2004, di più recente sboccatura, che mantiene le stesse caratteristiche: consistenza fine delle bollicine, profumi delicati con più spiccati sentori di miele, struttura e una trama delicata in bocca.
Altrettanto interessanti anche le altre etichette: il Brut Millesimato e il Dosaggio Zero, da chardonnay (70%) e pinot nero (30%) e le riserve di entrambi questi vini che vedono nuovamente ribaltarsi le proporzioni. Ma sarà una sorpresa anche il Brut Rosè Millesimato da uve pinot nero che vedono la macerazione del mosto a contatto con le bucce per 18/24 ore, una pressatura soffice e una permanenza sui lieviti di almeno 24 mesi per un vino dai profumi delicati di piccoli frutti rossi e una spiccata nota salina in bocca.
Ma se questo è il presente di questa cantine, novità si attendono per il futuro che ha visto una conversione al biologico dei vitigni e della cantina (dal 2013). Un ritorno più deciso alla terra e a un’agricoltura garantita, oltre che dai controlli previsti dalla certificazione, dalle arnie disseminate tra i filari. “Dove ci sono api - spiegano - c’è un ambiente sano e vitale”.