Arte, storia, vini pazzeschi e il massimo del relax alla Cascina Spinerola

Un week end desiderabile, mix ideale fra passeggiate, vigneti, arte, storia e naturalmente tanto vino e tanti piatti della tradizione. Tutto questo a Moncalvo, che fu città, capitale del Monferrato, patria di Guglielmo Caccia, pittore tardomanierista vissuto fra il 1568 e il 1625 e padre di Orsola, figlia prediletta che proseguì il completamento delle sue opere dopo la morte, raffinando quella tecnica pittorica che segna un’epoca, dopo le suggestioni del Caccia vissute a Milano e a Roma. E se a Milano un dipinto del Moncalvo (questo era il soprannome) si può ammirare nella Chiesa di Sant’Alessandro, nel Monferrato sono diverse le sue opere che si possono ammirare nelle chiese di San Francesco e di Sant’Antonio, fino a Grazzano Badoglio dove è raffigurato Aleramo, il primo marchese del Monferrato che fondò questo territorio-stato dopo una mitica cavalcata a cavallo intorno all’anno 961.
Aleramo_Guglielmo_Cacciaok.jpgIl marchese Aleramo raffigurato nel dipinto di Guglielmo CacciaIl centro di Moncalvo lo si raggiunge attraverso un dedalo di strade piene di negozietti di artigianato e di cose buone. La grande piazza è dominata dalla facciata del teatro e da alcuni scorci del castello, dove oggi è ambientata la bottega del vino. Ma, appena arrivati qui, l’occasione è quella di entrare nella macelleria di Lauro Micco (Agrimacelleria F.lli Micco - piazza Garibaldi, 8 - tel. 329 2424036), che vende le sue carni di razza bovina piemontese a filiera corta (l’allevamento è appena fuori dal paese) e alcune specialità come le quajette (involtini di carne con un ripieno segreto) e che nel periodo del lockdown ha attivato un servizio di consegne che arriva anche a Milano (wow!).
macelleria-micco-esterno.jpgL'ingresso dell'Agrimacelleria F.lli MiccoGli agnolotti si acquistano nel pastificio Rondano (via XX Settembre, 33), mentre ogni negozio della piazza offre specialità assolute, fino alla Drogheria Bodda che in stagione ha i tartufi migliori. Ora, questo è un raro esempio di come la qualità sia diventata un motivo di emulazione, per cui fare la spesa a Moncalvo è un gioco di assoluta soddisfazione.

Dall’esperienza di un salumificio famigliare (Tabachetti) è poi nato un resort di ospitalità a 360° dove abbiamo fissato il nostro buen retiro per un week end fantastico. Siamo proprio sotto il paese e qui un’antica cascina padronale sette-ottocentesca è diventata Cascina Spinerola (Str. Casale, 15 - tel. 0141 921421), che firma anche una linea di vini molto buoni, fra cui Barbera e Chardonnay, mentre il ristorante UvaSpina sarà una sorpresa sotto tanti punti di vista. Qui hanno 16 camere eleganti che si affacciano sulla corte e poi sui panorami monferrini disegnati dai vigneti; c’è un piccolo centro congressi, una piscina, uno spazio dove cenare all’aperto con l’emozione del tramonto monferrino e una grande piscina. La sala del ristorante è dentro una veranda dove domina una pianta di uva spina che si arrampica sino al soffitto.
tavolo.jpgLa sala del ristorante UvaSpinaDue grandi tavoli accolgono la selezione di bottiglie: uno è dedicato al Monferrato, l’altra ai vini piemontesi, fino al Barolo e Barbaresco.
interno-bottiglie.jpgI tavoli con la selezione dei viniIn cucina c’è un giovane, Nico Croitor, bravissimo, che ha un grande padronanza dei fornelli e lo capisci quando ti serve il piatto simbolo di queste terre che sono gli agnolotti denominati plin ai tre arrosti, dalla pasta sottile e dal sapore succulento.
chef.jpgIl giovane chef Nicoplin.jpgI plin ai tre arrostiMa dalle entrée capirete anche la sua capacità creativa, come quel cavolo nero e foie gras dell’altra sera che in tavola viene portato da Chiara, l’appassionata titolare di questo regno dove provi la felicità pura. Si va avanti con la carne cruda di fassone battuta al coltello (attenzione: a Moncalvo, da 370 anni, in autunno, c’è la fiera del Bue grasso) che viene condita con maionese alla senape e puntarelle.
Eccellente l’uovo poché con asparagi cotti e crudi e spuma di Parmigiano. E qui dovete sapere che il pane in tavola è fatto in casa ed è perfetto, anche per accompagnare l’iconico vitello tonnato.
vitello-tonnato.jpgIl vitello tonnatoAltri antipasti (oltre alla selezione di salumi artigianali della maison dove vi consiglio la coppa) è l’insalata di pollo ruspante, sedano, capperi e Salva Cremasco oppure il baccalà mantecato. Ma nell’economia dei quattro pasti ci è stata bene anche l’insalata di primavera con crema di Robiola di Roccaverano quel mezzodì con un bicchiere di acqua (Lauretana, tanto per capirci, la più leggera d’Europa).
Fra i primi il risotto alla barbabietola e fonduta al Raschera sarà semplicemente sorprendente, così come i bottoni ripieni di Bra e polenta con crema di cipolle e nocciole.
risotto-barbabietola.jpgIl risotto alla barbabietola e fonduta al Rascherabottoni-bra.jpgI bottoni ripieni di Bra e polenta con crema di cipolle e noccioleE la pasta? C’è, c’è. In carta spuntano i paccheri al pomodoro burrata e basilico, ma Chiara, se lo desideri, ti fa gli spaghetti aglio e olio oppure al pomodoro, come una perfetta padrona di casa.
Ora si apre il capitolo dei secondi, dove io ho gioito nel trovare un altro piatto simbolo del Monferrato: il coniglio al timo e limone con verdure di stagione. Ma merita anche la rolata di faraona ripiena di salsiccia di Moncalvo e verdure all’olio Evo (anche questo è di Moncalvo, perché in frazione Patro c’è uno straordinario produttore che si chiama Pietro Veglio).
rolata-verdure.jpgIl coniglio al timo e limone con verdure di stagioneAttenzione al momento del dessert i formaggi sono selezionati da Guffanti, per cui immaginate di aprire un’altra bottiglia di buon vino rosso, in attesa della tarte tatin e panna acida, del perfetto maritozzo al pistacchio, come del bunet o della torta di nocciole con zabaione caldo.
cascina spinerola-maritozzo.jpegIl maritozzoNell’accogliente sala bar, oppure nei due salotti riservati agli ospiti, con tappeti e poltrone, oppure nel dehors infinito nella grande corte, dove a destra si apre un arco che dà sui vigneti e sul paese che si staglia in alto, vi serviranno un ottimo superalcolico, prima di salire in camera e sognare, nel silenzio di queste giornate che hanno il sapore del glicine in fiore, delle terra umida dentro cui affondano le viti di barbera.
esterno.jpgIl dehors di Cascina SpinerolaDetto questo, sappiate che il paese di confine, Grazzano Badoglio, è un’enclave particolare per la Barbera e il Grignolino. Cercate allora le nostre cantine preferite: Sulin, dove i fratelli Fracchia fanno la superba Barbera del Monferrato superiore Ornella, ma anche il Monferace, che è il Grignolino affinato 4 anni prima di entrare in commercio.

Qui la Barbera ha il sapore della rosa, nome di una bottiglia di Dario Natta (F.lli Natta), altro straordinario produttore che, come Sulin, vi farà conoscere la fragranza della Malvasia. Altri produttori che mi piacciono sono poi Rappellino Dario e Capretto Renato che insieme danno l’idea di cosa significhi un terroir che parla all’unisono, in maniera grande e in ogni cantina. Un outsider è poi Tenuta Santa Caterina, l’azienda voluta dall’avvocato Guido Carlo Alleva, ambientata in un villa fascinosa, dove c’è pure un B&B esclusivo. E qui proverete la grandezza della sua Barbera d'Asti Setecàpita, oppure VignaLina, fresca, tipica, piena. Il Grignolino d’annata si chiama “Arlandino”, ma Alleva ha sviluppato anche l’associazione Monferace (oggi sono oltre 10 i produttori) per portare sul mercato questo grande rosso tenue considerato il Pinot nero del Monferrato. Citiamo questa azienda anche per la scommessa su un'altra uva monferrina che è il freisa, da cui lui trae un altro grande rosso, Sorì di Giul. Infine per i bianchi, provate il corposo “Salidoro” (chardonnay, sauvignon) e il “Silente delle Marne” (chardonnay).
tenuta-santa-caterina-vignalina.jpgLa Barbera d'Asti Superiore VignaLina di Tenuta Santa CaterinaDetto questo, il nostro viaggio finisce qui, davanti a un bicchiere raro di Baratuciat, il bianco che fra qualche anno racconterà ancora meglio l’unicità di questo territorio. A Grazzano Badoglio si sono cimentati i fratelli Fracchia di Sulin e la sorpresa, per quanto mi riguarda, è stata tanta.
natta.jpgI fratelli Fracchia dell'azienda Sulin

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