Grazie a Koki Sato e ad Erica, proposte di cucina giapponese divertenti e genuine abbinate a vini eccellenti e a tanti sakè
Teobaldo Rivella è uno dei produttori di nebbiolo più tradizionali e artigianali delle Langhe. Il suo Barbaresco, prodotto in poche bottiglie per i fortunati appassionati di tutto il mondo, è celebrato per la genuinità e la fedeltà al territorio e, a mio parere, è anche uno dei più buoni.
Quindi, che sia stato un langarolo tradizionalista a consigliarmi l’ultimo ristorante giapponese che ho visitato, è curioso e ha reso la visita non solo interessante ma direi quasi urgente. Naturalmente galeotto fu il vino e il ristorante è ad Alba.
Koki Sato, classe 1979, cuoco di cucina italiana dall’età di 18 anni a Sapporo nell’isola di Hokkaido, la più a nord del Giappone, nel 2004 venne 5 giorni nelle Langhe per conoscere i vini di Barolo e Barbaresco. Si innamorò della piazza di Barbaresco e, come sono ancora capaci di fare i Giapponesi, pensò di mollare tutto e di venirci a vivere.
Così cominciò a lavorare in cucina a La Contea di Neive, poi da Antinè a Barbaresco e infine a La Ciau del Tornavento a Treiso. Dopo queste esperienze, aveva deciso di tornarsene in Giappone e aprire un wine bar a Sapporo ma fu proprio Maurilio Garola del Tornavento, che si era affezionato a lui, a dirgli che, se avesse deciso di farlo in Langa, lo avrebbe aiutato. C’era un locale adatto proprietà del Comune a Barbaresco in locazione e, con l’aiuto di Maurilio, nel 2013 in Piazza del Municipio a Barbaresco aprì Prima e Poi del Tornavento Wine Bar e Tavola Fredda, destinato a diventare Koki Wine Bar, spuntini di cucina piemontese per aperitivi con vini selezionati, spettacolare vitello tonnato e, a un tratto, spuntano i Gyoza. La contaminazione ti contamina e ti prepara degli scherzi quando meno te lo aspetti.
Lo scherzo, in questo caso a lieto fine, si chiama Erica, italiana, famiglia di ristoratori, si era trasferita in Giappone dal 2012 e lavorava in prestigiosi ristoranti di Tokyo come manager di sala, mentre studiava per diventare interprete. Koki l’ha conosciuta mentre lei era in vacanza in Italia e le ha proposto di venire al bar per aiutarlo. Si è entusiasmata (non solo del Piemonte) e ha deciso di trasferirsi definitivamente.
Nel 2024 nasce il progetto “Musubi Vino e Cobaci” che ha portato la vera cucina di casa giapponese ad Alba, abbinata a vini eccellenti e ad una interessantissima scelta di Sakè e che sta riscuotendo un meritato successo.
Musubi in Giapponese significa fare un nodo, collegare e, nel raffinato logo del locale, c’è un nodo che intreccia un grappolo d’uva e una spiga di riso, elementi sostanziali della cultura italiana e giapponese.
La cosa divertente è che la selezione dei vini è curata da Koki giapponese e la carta dei sakè da Erika italiana che, tra l’altro, li sa abbinare e illustrare in modo perfetto.
La cucina è una delle più genuine e simpatiche fra quelle provate ultimamente: prima di tutto i Cobaci, assaggi di 6 diverse pietanze scelte tra i piatti tradizionali giapponesi. È un piatto per una persona, perfetto per chi voglia farsi anche solo un aperitivo (il locale apre alle 18) o come antipasto.
Poi ho mangiato un generoso misto di mare con sgombro marinato, capesante, crudo di salmone, polpo, ostrica; di seguito i migliori Gyoza assaggiati in Italia, anguilla, filetto di wagyu di Kagoshima e chi più ne ha più ne metta. Per finire un rinfrescante Dorayaki scomposto in coppa (pan di spagna, marmellata di azuki, gelato alla crema, frutti rossi).
Il ramen, la specialità di Hokkaido, che io ho avuto la fortuna di assaggiare ed è buonissimo, viene proposto solo in eventi speciali dedicati.
In cucina un’affiatata brigata giapponese: Keigo Arai, Susumu Yahagi e Amiko Amano.
Le proposte sono sincere e divertenti a prezzi giusti, pare veramente di essere in Giappone. Per l’aperitivo si possono bere vini al calice, sake, birra, cocktails; per la cena la cantina, con una giusta selezione di piemontesi, spazia un po’ ovunque, con alcune chicche veramente interessanti. Naturalmente la carta dei sakè è fra le più convincenti per merito di Erica.
Io, dovendo guidare, mi sono fatto una bottiglia di un sidro bretone tutt’altro che banale, privilegiando la bassa gradazione ma poi non ho saputo resistere alla degustazione di 3 o 4 diversi sakè.
In Italia, nei posti celebrati e conosciuti per la cucina tradizionale, come le Langhe, è molto difficile trovare un ristorante etnico che valga la pena. Musubi è una piacevolissima eccezione. Se, per qualche motivo, siete stufi di ravioli del plin, tartufo, tajarin, bolliti e brasati…fateci un salto. Sarete felici.
Musubi Vino & Cobaci
corso Italia, 6
Alba
tel. 3514540913
Mercoledì chiuso
Koki Wine Bar
piazza del Municipio, 30
Barbaresco
tel. 0173/63512 - 3333946459
Mercoledì chiuso