Nella Sila, tre amici producono vini bianchi, rosati e rossi ormai mitici
“I nostri vini sono come Russell Crowe nel Gladiatore: non ci si aspetta eleganza, ma verità”.
Pierpaolo Greco, con mirabile icasticità, sintetizza in una frase due sue passioni: per il vino, e per il cinema. Passioni condivise con Damiano Mele e Michele Scrivano, i tre spiriti ebbri che nel 2008 hanno dato dato vita alla loro società agricola (Spezzano Calabro – via Roma, 96 – tel. 0984408992), dopo aver, per anni, prodotto vino per autoconsumo. Spiriti Ebbri è la storia di un ingegnere (Pierpaolo), di un architetto (Damiano) e di un educatore (Michele), e di un'amicizia intrecciata con la vite, nel segno dei vitigni autoctoni: magliocco dolce e canino, gaglioppo, greco nero, greco bianco, mantonico, pecorello, guarnaccia nera.
La filosofia è chiara: approccio naturale in vigna, con meno interventi possibili. Di profondo rispetto in cantina, con vinificazioni e affinamenti con lieviti e batteri indigeni, senza uso di alcun additivo, se non piccole quantità di metabisolfito di potassio.
Sono due le linee prodotte, declinate entrambe in rosso, rosato e bianco. L'Appianum – nome latino di Lappano, dove ha sede la vigna – sono le uve che coltivano in prima persona. Neostòs (crasi tra i termini greci Néos – nuovo - e Nóstos – ritorno), per i vini prodotti con uve provenienti da paesi storicamente vocati (Frascineto, Donnici di Cosenza, Cirò, Strongoli) coltivate da fornitori selezionati, possibilmente piccoli coltivatori biologici, titolari di vigne vecchie e poco produttive.
Il Neostòs Bianco 2014 (1330 bottiglie prodotte, prezzo in cantina 10 euro), ottenuto da uve pecorello in purezza, “non è il bianco leggero come una ballerina classica. Piuttosto, un atleta all'apice della sua struttura fisica” racconta Pierpaolo. Il colore giallo intenso, dai diffusi riflessi dorati, racconta di una macerazione sulle bucce. Al naso, profuma di litchie maturi, note floreali, una speziatura variegata. In bocca è un motore potente: il calore (15%) adombra un'acidità comunque presente, e c'è una lievissima nota astringente, di tannino. Un sorso poderoso, da ascoltare a lungo, che conferma la bontà di questo vino, già Top Hundred nel 2012.
Il Neostòs rosato 2014 (1370 bottiglie prodotte, prezzo in cantina 8,80 euro), è un uvaggio di merlot (40%), greco nero (35%), guarnaccia nera (8%) e altri vitigni tipici. Il colore è intenso, poi al naso spiccano frutti di bosco (fragoline) mescolate ad un piacevolissimo floreale (rosa, viola di campo). All'assaggio ha tutto: grande intensità, freschezza, sapidità, lunghezza. È un vino “pericoloso”, che invita alla beva.
L'Appianum Rosato 2014 (300 bottiglie prodotte, prezzo in cantina 11 euro) è il frutto di vitigni tipici che, dopo una breve macerazione sulle bucce (2-4 ore) hanno fermentato e affinato per 7 mesi in un'unica barrique usata. Il risultato è un rosato che si traveste da rosso. Le uve leggermente surmature regalano al naso note di rosa appassita, che tornano in un assaggio pur vibrante di acidità e di buon tannino.
Oggi sono 10.000 le bottiglie prodotte, destinate ad aumentarre nei prossimi anni. E per chiudere il cerchio, tra cinema e vino, la nuova cantina nascerà a Celico, all'interno di un cinema in disuso: la potenza dei sogni, o degli spiriti ebbri.