Scoprite uno per uno i vini che più ci sono piaciuti
Ecco l’esito delle nostre degustazioni di inzio maggio, dove sono stati tanti i motivi di soddisfazione, con una Toscana sempre più precisa e una Sardegna che continua a esprimere grandi vini. Curiosa l’evoluzione dei vini in anfora di Casadei, nostra cantina del cuore, che continua a fare dei racconti, presto con una nuova cantina nel Casentino. E poi le bollicine di una cantina Top della prima ora, Le Pignole di Brendola, con cui apriamo i nostri assaggi.
LE PIGNOLE - Brendola (Vi)
Sorge sui colli di Brendola, all'ingresso dei Colli Berici, la cantina Le Pignole, dal 2017 di proprietà di Serena e Claudio Vanzo, affiancati dai figli Micaela e Thomas. È una realtà a conduzione familiare la cui sede aziendale si estende su tre livelli, con una superficie di circa 1.000 mq ed è circondata da tre ettari di vigneto, oltre ai terreni dedicati agli allevamenti, ai pascoli e alle piante da frutto.
La varietà di vini prodotti include, oltre al Colli Berici “Torengo”, nostro Top Hundred 2006, anche spumanti molto interessanti. Tra i nostri assaggi lo Spumante extra dry “Fureghin” da uve tai rosse, ha colore rubino pieno, naso ricco, fruttato, con sentori di mela rossa e rosa. In bocca è fresco, tannico, leggermente abboccato. Altrettanto interessante lo Spumante Brut Garganega “Don Mario” di colore paglierino con naso fine, croccante che al naso richiama immediatamente la frutta esotica. L'acidità finale prolungata rende piacevole il sorso. Sempre in meglio.
COLLAZZI - Impruneta (Fi)
Dal 1933 la Tenuta Collazzi è un gioiello custodito dalla famiglia Marchi. Negli ultimi dieci anni l’azienda ha vissuto una rinascita, con la ristrutturazione dei vigneti e della cantina. Dei 400 ettari di proprietà oltre 25 sono a vigneto, dove il vitigno più rappresentato è sicuramente il sangiovese. Tuttavia anche i bianchi stanno avendo il giusto spazio con un vitigno, il fiano, che ha trovato in quest'aria un terreno d'elezione. Lo conferma il Toscana Fiano “Otto Muri” 2022, un vino decisamente minerale, con un naso di polvere da sparo e ginestra. In bocca il sorso è morbido, setoso ma con un'acidità ancora sfuggente. Il Chianti Classico “Bastioni dei Collazzi” 2022 si rivela più convincente e completo: di colore tendente al viola, ha naso intenso di mora, leggero sottobosco, a tratti balsamico. In bocca è pieno, rotondo, fruttato. Uno dei migliori Chianti Classico assaggiato quest'anno. Da provare anche gli altri rossi della collezione, in particolare il Toscana “Libertà” 2022, da merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc, con frutta intensa e una marcata nota ematica.
LE ANFORE DI ELENA CASADEI - Suvereto (Li)
Abbiamo riassaggiato i vini firmati da Elena Casadei che con le sue anfore sta ottenendo risultati clamorosi. Anche questa volta non ci ha deluso, anzi. Il Toscana Trebbiano Bio 2019 è un vino regale, fin dal colore oro antico, al naso è decisamente complesso e in evoluzione a ogni minuto, con profumi di albicocca disidratata ed erbe aromatiche. In bocca, però, mostra tutta la sua forza: il sorso è tannico, pieno, concentrato, quasi succoso. Un vino grandissimo al pari del Cannonau di Sardegna Bio 2019 (che viene prodotto però a Olianas - Su) che alla potenza sostituisce una finezza senza pari. Qui l'anfora tira fuori la nobiltà del cannonau con la fine speziatura che man mano lascia spazio all'incenso. In bocca ha la stessa eleganza e un sorso dove tutto è equilibrio, dai tannini all'acidità. Il termine seta è quanto mai appropriato.
TENUTA DI MONTERUFOLI - Montepulciano (Si)
Tenuta di Monterufoli fa parte della galassia di Tenute del Cerro del gruppo Unipol. Si tratta di una splendida proprietà di circa mille ettari tra la Val di Cecina e la Val di Cornia, appartenuta a nobili famiglie toscane e poi diventata area mineraria di lignite.
Tra i nostri assaggi il Vermentino di Toscana Bio “Pian di Seta” 2022, dai piacevoli profumi di cedro e una mineralità profonda che si percepisce già al naso. In bocca il sorso evoca la seta del nome, con una chiusura amaricante. Il Val di Cornia Rosso “Poggio Miniera” 2015, da uve sangiovese in purezza, ha naso di frutta rossa e una speziatura di pepe nero. In bocca è pieno, caldo, tannico.
MONTE FENOSU - Muros (Ss)
La cantina dei fratelli Piras è stata una delle scoperte più esaltanti dello scorso anno: 170 ettari di vigneto ai piedi del monte Canechervu dove sono coltivate uve autoctone quali vermentino, cagnulari, cannonau, e internazionali come syrah, merlot e marselan, vitigno a bacca nera francese. Il Vermentino di Sardegna “Tudurighe” 2023 ha naso fine con profumi di frutta esotica e banana ma sarà in bocca il suo punto di forza: è pieno, di buona acidità, sapido con il frutto che torna ad arricchire il retrogusto. Il Vermentino di Sardegna Macerato “Pentumas” 2023 grazie alla macerazione prolungata sulle bucce affina il naso, lasciando emergere una nota floreale intensa accompagnata dalla mela verde. In bocca dà il meglio: è estremamente elegante, il sorso si fa setoso, morbido pur mantenendo la vivacità che lo contraddistingue. Infine spicca il carattere giovane, esuberante, del Cannonau di Sardegna ”Ardosu” 2022, che al naso richiama immediatamente la frutta matura e soprattutto la nota vinosa, di mosto in fermento. In bocca è pieno, succoso, caldo, un vino che si vorrebbe quasi mangiare.
Tra gli altri assaggi notevoli, di singole bottiglie, segnaliamo anche il Curtefranca Rosso “Gradoni” 2015 della cantina Villa Franciacorta di Monticelli Brusati (Bs), firma tra le più importanti nella galassia del Franciacorta che sa comunque proporre un bel rosso da uve merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc, che ha naso complesso e un sorso decisamente tannico.
Dalla Toscana il Vino Nobile di Montepulciano “Signore del Greppo” 2021 di Vannutelli di Montepulciano (Si), un grandissimo Vino Nobile. Ha naso elegante, profondo, con la frutta sotto spirito, l'incenso e la liquirizia. In bocca è pieno, caldo, equilibrato, con tannino levigato e una acidità compiuta e ben distribuita. E si conferma come la bella grande novità delle anteprime del febbraio scorso.
Quindi il miglior assaggio della giornata: il Toscana “Gian Annibale” 2019 di Castello del Terriccio di Castellina Marittima (Pi). Da uve petit verdot e cabernet sauvignon, rappresenta l’evoluzione del supertuscan in una chiave di lettura dove la potenza lascia spazio all’eleganza. Al naso è complesso, con profumi vegetali, che richiamano il peperone e il pomodoro verde, che lasciano spazio a sentori più evoluti di noce e senape e una spaziatura di incenso che si fa sempre più profonda via via che il vino rimane nel bicchiere. In bocca è equilibrio, intensità e un sorso paradigmatico per la sua setosità.