Da oltre cinquant'anni il ristorante Da Anna è punto di riferimento per la cucina del territorio amiatino
Piancastagnaio è uno dei paesi che fa da corona all'Amiata, montagna sacra venerata già dagli Etruschi. E, di questa corona, ogni paese porta una punta d'eccezione: il Museo della Miniera e i liquori di Abbadia San Salvatore, la ricca storia di Santa Fiora, Seggiano e il giardino d'arte di Daniel Spoerri, Piancastagnaio con la sua manifattura di pellami e, qui casca il crapulone, il ristorante Anna (via Gramsci, 60 - tel. 0577786061).
Anche albergo, situato in una strada lunga del centro, è riferimento della cucina amiatina, fatta di zuppe, carni, castagne e funghi. La cucina è una certezza di solidità e gusto, qui si mira alla sostanza e all'accoglienza ruvida e famigliare. L'atmosfera è rustica, il menu è recitato a voce dall'oste competente in una bonaria litania quasi minacciosa, alla quale noi ci adattiamo sempre volentieri visti i piatti che porta in tavola.
Non perdete - visti i freddi che imperversano da queste parti - la zuppa di castagne, la zuppa di porcini, tutte le minestre brodose e corroboranti che seguono le stagioni e gli ingredienti. La pasta fresca - tutta fatta a mano - comprende pici, tagliatelle, tagliolini, lasagne, ravioli di magro da condire con le briciole, tartufo, funghi, ragù, in un tripudio di calore e grande soddisfazione. Anche le carni seguono questo filone di grande cucina casalinga: trippa, fegatelli nella rete, cinghiale in umido, agnello e tante altre pietanze che non vi deluderanno. I dessert sono tradizionali e ben fatti, non dimenticate però di assaggiare qualcosa come la pera di varietà picciola, una delizia "resuscitata" da alcuni ristoratori della zona e utilizzata in cucina in diverse preparazioni.
Dopo aver assaggiato i liquori sempre prodotti in zona da un coraggioso laboratorio, potrete tornare verso casa con il ricordo di una serata come in famiglia.