A Glorenza, in Alta Val Venosta, la storia di Puni e dei primi whisky prodotti in Italia

2012, Glorenza, Alta Val Venosta. La via del whisky italiano passa da queste coordinate. Da Albert Ebensperger e la sua famiglia. E da un nome: Puni, la prima distilleria italiana di whisky, il cui eponimo prende il nome da un ruscello che scorre nella valle. Quattro lettere. Un numero che torna ossessivamente in questa storia. Quattro come i lati del cubo 13 mt x 13mt che di fatto è la distilleria, con le sue facciate caratterizzate dal mosaico di mattoni, a richiamare i vecchi fienili e il loro sistema di ventilazione naturale. Quattro come le lettere che compongono i nomi di tutti i whisky prodotti.

I lavori per la costruzione della distilleria sono cominciati nel 2010 per terminare nel 2012. Così è cominciata la produzione, ma solo nel 2015, dopo i tre anni richiesti dal disciplinare, sono arrivati in commercio i primi veri whisky” racconta Luca Russo, l'ultimo arrivato in distilleria, appena dopo aver terminato una visita guidata a un paio di americani del Colorado venuti apposta in Italia per visitare la distilleria. Luca Russo è oggi il brand ambassador di Puni, e da buon comunicatore ci racconta gli inizi di questa realtà che conta cinque dipendenti, una direttrice e un proprietario / mastro distillatore, che è Jonas Ebensperger, uno dei tre figli del fondatore Albrecht. 
puni-famiglia.jpgLa famiglia EbenspergerNoi italiani non abbiamo mai fatto whisky, ma abbiamo il palato allenato, tanto che quando in Scozia bevevano blend, noi già preferivamo i single malt. Quando Albrecht ha deciso di avviare la distilleria mosso dalla passione, ha fatto alcuni viaggi nei territori del whisky, e soprattutto si è fatto affiancare da alcuni distillery manager con 40/50 anni di esperienza alle spalle. Ovviamente i due alambicchi in rame arrivano dalla Scozia, prodotti dalla Forsyths”. 

Se l'esperienza e l'alambicco hanno le sfumature della Croce di Sant'Andrea su sfondo blu della bandiera scozzese, tutto il resta parla italiano. “L'acqua, ovviamente. Il lievito. E il 99% dei cereali, che provengono dalla malteria di Peroni. Oltre gli ingredienti, lo spirito italiano si respira nella nostra filosofia di produzione, dalla packaging al prodotto in bottiglia. Un concentrato di stile artigiano, creatività ed eleganza” continua ancora Luca Russo. 
alambicco.jpgPrima di assaggiare i prodotti, la curiosità è forte. Come invecchierà un whisky in Alto Adige, lontano dalle nebbie delle isole scozzesi? “L'invecchiamento avviene in un magazzino apposito a temperatura naturale, che sorge a fianco della distilleria. Succede un fatto curioso. L'escursione termica qui è molto estesa, arriviamo anche a 35 gradi in estate, per scendere a -15 in inverno. Il legno dunque si contrae ed espande molto, dando vita a un invecchiamento molto dinamico e a un'evoluzione molto veloce e caratteristica. L'angel share, la poetica “parte degli angeli” che più prosaicamente è la parte che evapora dalle botti, si attesta tra il 4 e l'8% annuo”. 
puni-invcecchiamento.jpgLa produzione oggi conta due linee – Cora Range e le edizioni limitate – contraddistinte da tre prodotti ciascuna. La prima è la gamma continuativa e annovera Sole, Gold e Vina, per tre prodotti che online, dall'ecommerce aziendale, vanno dai 50 ai 60 euro. Il Gold matura in botti ex bourbon. È elegante, fine, dalle note fruttate che virano verso la frutta bianca e una pasticceria non imponente. un whisky estivo, esempio perfetto dello stile classico dell'italian malt whisky. Il Sole invece matura in parte in botti ex sherry, in parte ex bourbon. All'eleganza del Gold aggiunge una componente di ricchezza, di oleosità. È più dolce, più carico, con sensazioni intense di miele e una piacevole speziatura. Il Vina affina in botti ex marsala. L'assaggi ed è un concentrato di panettone: sa di uva sultanina, arancia candita, mandorle, cannella. Un vero inno al gusto italiano. 
sole-vina-gold.jpgSe per i tre prodotti continuativi non viene indicato il periodo di affinamento, per le edizioni limitate l'indicazione arriva fino ai mesi. “Per noi il tempo è importante, ma troppo spesso ci si concentra solo su questo elemento. Per questo nelle bottiglie continuative non lo indichiamo, e al contrario nelle edizioni limitate andiamo fine al mese. Sono cifre mai tonde, perché maturano il tempo necessario per arrivare, a nostro giudizio, alla massima espressione, non un mese di più o in meno”.
aura3.jpgArte 03 (prezzo 80 euro) è frutto di un invecchiamento di 4 anni e 6 mesi in botti ex sherry. Caffè, uva bianca, mela cotta, noce moscata sono solo alcune delle sensazioni di un sorso molto pregno. Aura 03 (prezzo 180 euro) viene imbottigliato così come esce dalla botte (vergine di Limousin), a gradazione piena, dopo 8 anni e 8 mesi di invecchiamento. Mela, frutta candita, ma anche un effluvio di note erbacee e pepe verde, per un whisky decisamente importante. Della terza edizione limitata, Cubo, invece, non si può dire molto, “perché disponibile solo per coloro che ci raggiungeranno personalmente”. Un modo diverso per invitare al viaggio e per sottolineare che qui, alle visite, tengono particolarmente. C'è di che divertirsi. 

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