Due giovani soci, Alex e Nicola, da due mesi conducono un locale piacevolissimo
“Io qui ci porterei gli amici”, ha detto mia moglie appena siamo saliti in auto, dopo aver mangiato nei locali suggestivi di questo ristorante che ha un nome evocativo: Ambizioni.
Sali nella parte alta, dove svetta il palazzo Comunale del XVII secolo dei conti Cacherano e una volta posteggiata l’auto entri da una porta sulla sinistra che immette in quelle che un tempo erano le cantine. La grande sala, infatti, ha le volte di mattoni rossi e le pareti in pietra antica.
Ma anche l’ingresso merita, perché prima di accedere al bancone del bar, una serie di fotografie ti immergono nella storia del Tambass, il gioco del pallone elastico più diffuso fra Langhe e Monferrato (che meriterebbe essere patrimonio Unesco!). Nella sala, molto suggestiva, sono disseminati tavoli quadrati senza tovaglie, con sedie comodissime.
I due giovani, Alex Ferrero (in cucina) e Stefano Nicola, in sala con Alessandro Garberoglio (un’istituzione), arrivano dalla scuola di Agliano Terme. Ma Alex ha varcato le cucine di Lidia Alciati a Santo Stefano Belbo e anche di Elide al Centro di Priocca, da cui le sue ambizioni che troviamo nel menu.
Si parte con tre amuse bouche (poco significativi in verità)
e il pane e i grissini, molto buoni, fatti in casa.
Quindi un girello di vitello rappresentato da quattro caramelle che avvolgono la salsa tonnata con i capperi, che fra l’alto spuntano dai muri antichi della Rocca (11 euro).
Eccellente, al pari dei carciofi cotti con un gradevole fondo di liquirizia (11 euro). In alternativa la trota marinata e il suo carpione o la battuta al coltello.
Di primo erano d’obbligo gli agnolotti al sugo d’arrosto (12 euro) che anche qui si ostinano a chiamare del plin (ma non c’entrano per nulla), mentre sono il tipico agnolotto astigiano, che è più cicciotto, fatto a immagine di quelli dalla pasta gialla che realizzava Lidia Alciati. Quindi, questo è l’agnolotto astigiano, anche se non ancora l’agnolotto quadrato. Però, nomi di moda a parte, era decisamente buono.
Altra sorpresa saranno i ravioli pane burro e acciughe (13 euro), che avevano un gradevolissimo ripieno liquido.
In alternativa lo spaghetto tiepido di nocciole e cime di rapa Kimchi e il risotto cavolfiore e cioccolato (14 euro).
Ai secondi un altro incidente lessicale, perché il sottofiletto di vitello panato con grissini, salsa al tuorlo d’uovo e contorno di millefoglie di patate (15 euro), in Piemonte si chiama “Grissinopoli” ed è una gloria. E anche qui un piatto che rimangerei il giorno dopo, tanto era buono e succulento.
C’erano anche le costolette di agnello con mostarda ai frutti di bosco e il petto d’anatra al miele e mele oltre alla selezione di formaggi di Borgo Affinatori di Castello d’Annone (At) che sono una garanzia (citati anche sul nostro Golosario).
Ai dolci (a 7 euro), la scelta di “Limone, Limone e Limone” ovvero tre interpretazioni del frutto davvero convincente;
un po’ meno il bonet, che è un’interpretazione a mio avviso da rivedere, ossia una cupola di amaretto croccante un po’ troppo spessa, che racchiude i vari ingredienti del dolce tipico.
Da scegliere anche il dolce denominato “Ferrero” e “Ricordo d’Infanzia”, entrambi con il cioccolato.
Curiosa la scritta nel menu che “La divisione del piatto avrà un sovrapprezzo di 3 euro a persona per ogni portata”. Mai sentito un deterrente del genere, ma tutto sommato c’è da capirli: i prezzi di questi piatti sono fra i più economici del circondario e, nonostante questo, qualcuno a pranzo ha pure diviso in tre una portata (suvvia!!!).
La carta dei vini è uno spettacolo di ottime scelte, anche questa a prezzi invitanti.
Ora, questi ragazzi faranno strada, non ci sono dubbi, le loro ambizioni legittime sono già sulla buona via, per un futuro che non potrà che essere radioso.
AMBIZIONI
Piazza Guglielmo Marconi, 8
Rocca d'Arazzo (AT)
Tel. 320 138 2062