Se dovessimo usare una metafora musicale, il Side B, dove spesso si celano vere e proprie perle

Le Anteprime Toscane hanno il difficile compito di tenere insieme le tante anime di un territorio dove a fare la differenza non sono tanto (o solo) i vitigni coltivati quanto, piuttosto, le diverse zone. La Toscana è stata a lungo considerata una sorta di monocoltura per il sangiovese, declinato nei suoi cloni leggendari: dal sangiovese grosso al prugnolo gentile, che danno origine alle denominazioni simbolo della viticoltura regionale. Accanto a Brunello, Chianti, Nobile, la Toscana vanta tuttavia una varietà di territori frutto di diversi mal di testa all’esame per sommelier, che però diventano un’invitante scoperta per chi, come noi, ama la viticoltura di questa regione.

L’Altra Toscana, intesa anche come evento che si tiene nel corso delle Anteprime Toscane, a Firenze, ha il compito di tenere insieme buona parte di questi altri territori, tra Doc regionali (come la Doc Toscana appunto), denominazioni in grande ascesa (il Suvereto Val di Cornia e Montecucco, che sono calici della nostra predilezione), accanto denominazioni storiche (Barco di Carmignano) o zone naturalmente vocate per vitigni che qui hanno trovato il loro habitat ideale agevolando la ricerca da parte delle grandi cantine, di strade che li conducessero nel mondo (pensiamo ai cabernet, ai syrah che ad esempio si sono concentrati nella zona di Cortona, ma anche agli alicante, ansonica o ai viognier). Non ultimi alcuni autoctoni di prestigio, dal ciliegiolo alla particolare espressione del vermentino in alcuni territori, all’estremo nord della regione al confine con la Liguria o, al contrario, a Sud, in Maremma.

Per agevolare la lettura di questa degustazione dell’Altra Toscana, abbiamo suddiviso gli assaggi in due grandi famiglie: sangiovese vs resto del mondo.
Partiamo dal primo, quello che potremmo chiamare l’altro sangiovese raccontato in tre mosse. Seguirà una seconda puntata (lunedì) e una terza (martedì) dedicata alla Valdarno.

Montecucco

Dove la Maremma si inerpica sulle prime pendici dell'Amiata, ecco il territorio del Montecucco DOC, denominazione che interessa i comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cingiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, tutti nella provincia di Grosseto.

Per noi 32 i vini di degustazione delle denominazioni Montecucco Vermentino, Montecucco Rosso, Montecucco Rosso Riserva, Montecucco Sangiovese, Montecucco Sangiovese Riserva e Montecucco Vin Santo. Ci siamo focalizzati su Montecucco Rosso (7 campioni + 3 riserve) e Montecucco Sangiovese (10 campioni). Nel complesso, ottimi vini, a conferma di una denominazione tra le più interessanti del panorama toscano.

Partiamo dal Montecucco Sangiovese, dove al vertice troviamo il Montecucco Sangiovese Lavico 2018 di Amiata Vini del Vulcano, decisamente fitto e intenso, con piccoli frutti rossi in confettura e fini note balsamiche, molto piacevoli. Sorso decisamente armonico. Pari livello per il Montecucco Sangiovese Cartacanta 2021 di Basile (cantina Top Hundred nel 2008) incisivo nelle note minerali e nel vegetale evidente. Finale piacevolmente amaricante, di buona persistenza. E per il Montecucco Sangiovese 2019 di Assolati (Top Hundred nel 2022 con questo stesso vino), che spicca per una bellissima ciliegia al naso e leggere note ematiche. Il sorso è fresco, succoso, disteso, molto piacevole, elegante. Appena sotto, il Montecucco Sangiovese La Fonte 2021 di Pianirossi: un campione succoso, con piccoli frutti rossi in evidenza e una dolce speziatura, che si conferma anche in bocca. Il tannino è ancora vispo, il finale piacevolmente amaricante. Soddisfacente anche il Montecucco Sangiovese 2019 di Podere Montale (Top Hundred nel 2021), caratteristico nelle note di ginger e poi frutta sotto spirito. Il Montecucco Sangiovese “Vigna Allegra” 2019 di La Banditaccia gioca sul vegetale, per un sorso pieno e di buona persistenza. Conferma, infine, per il Montecucco Sangiovese “Tribulo” 2019 di Poggio Stenti, già nostro Top Hundred nel 2013, ricco al naso di frutta rossa matura, cacao e note vegetali. In bocca predomina la freschezza.

Nella stessa denominazione troviamo però anche i Montecucco Rosso (60% minimo sangiovese) tra cui spicca, il Montecucco Rosso 2021 di Parmoleto, cantina già nostra Top Hundred nel 2018 con lo stesso vino, fresco, espressivo nelle note di piccoli frutti rossi arricchite da accenni balsamici, che tornano anche all'assaggio, in un finale molto lungo. Appena sotto, il Montecucco Rosso Sidus 2021 di Tenuta Pianirossi. Profondo il naso, di frutti sotto spirito, mallo di noce, e poi in bocca un equilibrio invidiabile. Il Montecucco Rosso Alfa 2022 della cantina Mirabondo ha naso intenso, non del tutto centrato, con note di goudron e smalto. In bocca però risolve i dubbi con un sorso che ha anche l'impronta dell'erba falciata e una sottile speziatura. Da segnalare anche il Montecucco Rosso Leremo 2023 di Villa Patrizia, convincente per succo e freschezza, con piccoli frutti rossi in evidenza (mora, mirtillo) e il Montecucco Rosso 2023 de La Querciolina, più vegetale che fruttato, dal carattere ruspante.

Tre i Montecucco Rosso Riserva, tutti di altissimo livello. Il Montecucco Rosso Riserva 2019 di Tenuta L'Impostino ci conferma quanto sia capace questa cantina, che è stata addirittura Top dei Top a Golosaria 2024, ovvero la miglior bottiglia di vino Rosso dell’anno. Note terziarie di goudron, erba falciata, fiori appassiti al naso, poi all'assaggio è straordinario nella sua trama tannica, l'impronta dolce della speziatura, per un'armonia che i tannini provano a scalfire, senza intaccarla. Conferma anche per il Montecucco Rosso Riserva 2020 di Collemassari (cantina Top Hundred nel 2014), incisivo nelle note di grafite, che arricchiscono una base di piccoli frutti rossi molto piacevole. Il Montecucco Rosso Riserva “Sugherettaio” 2018 di Pierini e Brugi, già Top Hundred nel 2020 con l'etichetta “Ginepraio”, che si fa apprezzare con le sue note di mallo di noce, ma anche balsamiche e speziate, su una base di frutti rossi. Il tempo ha fatto un ottimo lavoro.

Chianti Rufina

Altra Toscana ha permesso di assaggiare anche 11 campioni di Chianti Rufina Riserva, con il progetto Terraelectae, in cui ogni produttore coinvolto dedica la sua vigna più vocata di sangiovese per darle voce con un'etichetta di pregio (LINK). Era la 2021 l'annata in degustazione, per vini di grande sostanza e buona eleganza, pensati senz'altro per durare nel tempo. Ai vertici dell'assaggio, tre cantine. Villa Travignoli “Vigna Colonneto” 2021 è elegante, l'attacco è floreale (viola), poi frutta rossa intensa, grafite e liquirizia. Il sorso è molto morbido, rotondo, piacevole. Il Veroni “Vigneto Quona” 2021 ha profumi complessi di viola appassita, frutti neri e spunti di sottobosco. In bocca il sorso è pieno, di bella acidità e persistenza. Interpretazione di carattere. Il Marchesi de' Frescobaldi “Vigna Montesodi” 2021, già Top Hundred nel 2022 e nel 2024, è una conferma. Sottobosco, marasca, gesso, ma anche spezie dolci (tabacco). Il sorso è armonico, equilibrato, con spunto balsamico, tannini addomesticati e ottima persistenza. Appena sotto, Podere il Pozzo “Vigna Il Fiorino” 2021, con note di sottobosco, in bocca una buona speziatura, buona tannicità e un finale piacevolmente amaricante. Poi Grignano Tenuta Inghirami, Top nel 2013, “Vigna Montefiesole” 2021, caratterizzato da prugna e sbuffi di cacao al naso, con corrispondenza all'assaggio. Il colore impenetrabile del Fattoria di Lavacchio, Top nel 2010, “Vigna Casanova” 2021 anticipa un naso intenso di frutti rosse e grafite. In bocca il sorso ampio, i tannini ancora in via di definizione, il finale lungo, amaricante nelle sensazioni retronasali. Di assoluta piacevolezza il Chianti Rufina del Castello del Trebbio “Vigneto Lastricato” 2020, che è stato Top Hundred nel 2021. Il colore vivo anticipa un naso di marasca, vegetale, con qualche accenno di sottobosco. Il sorso è altrettanto compiuto. Merita l’approfondimento anche nel loro paradiso enoturistico.

Carmignano

Qui erano 31 i vini portati in degustazione, da 11 cantine (che è un dato che indica una certa crescita) per una denominazione storica, già attestata dal bando di Cosimo III de' Medici del 1716 che indica appunto il Carmignano (assieme a Chianti, Pomino e Valdarno) superiore uno dei terroir (anche se allora non si usava) da proteggere con confini precisi. Nel disciplinare l’indicazione per almeno un 50% di sangiovese.
Partiamo dai rosati, denominazione Barco Reale di Carmignano Rosato “Vin Ruspo”. Accattivante la versione di Castelvecchio, che si distingue per il colore rosa chiaretto, e un naso ampio, floreale e speziato, dal sorso fresco e piuttosto sapido.
Decisamente fruttato (banana, soprattutto) senza cedere alla stucchevolezza il campione di Tenuta di Capezzana (Top nel 2007). Esile al naso, con sottile profumo di visciole, il Vin Ruspo di Fattoria Ambra, che in bocca è galoppante nell'acidità che sorregge il sorso. Piacevole anche il campione de Il Sassolo (Top nel 2022), con note di piccoli frutti di bosco, che si confermano al naso quanto in bocca.
il sassolo.jpgNella denominazione Barco Reale di Carmignano Rosso, tre i campioni che si sono distinti. A partire da Il Sassolo 2024, ancora tannico, dall'anima floreale più che fruttata, che si fa apprezzare tanto al naso quanto in bocca. Poi l'etichetta “Barbocchio” 2024 di Tenuta Ceri (Top nel 2023) che, nella sua gioventù, sorprende con una nota di radice di liquirizia. Il più convincente è il “Ser Biagio” 2024 di Tenuta Artimino (Top nel 2018), prodotto con uve sangiovese, cabernet sauvignon e merlot. Profumi ampi di frutta rossa, con qualche sbuffo di spezia dolce e un po' di vegetale. Poi in bocca ha tannini piacevoli, una bella acidità, e un finale piacevolmente amaricante. Bel bicchiere.

E infine 9 i Carmignano in degustazione, che confermano un'annata soddisfacente per il 2022, con vini di buona prontezza. È il caso del “Carmione” di Fabrizio Pratesi, già Top Hundred nel 2020, che si conferma Carmignano di razza, elegante e di carattere. Al naso frutta (ribes), ma anche note floreali, in bocca tanta sostanza e buona persistenza.
pratesi carmione 2022.jpgPiacevole il “Santa Cristina in Pilli” 2022 di Fattoria Ambra (interessante questa cantina), con un'interpretazione poco muscolare, piuttosto floreale, dai tannini vispi. Tenuta Le Farnete 2022 si distingue dagli altri, fin dal naso, con note di ginger, caffè ma anche goudron. Note che tornano franche in un sorso ricco anche di tannini, in via di domesticazione.
le farnete 2022.jpgGli assaggi più convincenti arrivano da Tenuta Ceri, con l'etichetta “Rigoccioli” 2022 (già Top Hundred nel 2023), profondo, rotondo, dai tannini già levigati.
tenuta ceri rigoccioli.jpgE su tutti da “Poggilarca” 2022 di Tenuta di Artimino. Un grande vino, fin dal naso complesso, d'arrosto con cacao, e poi in bocca dove il sorso ha carattere ed eleganza. Frutta rossa, ginger e ancora cacao, che torna sul finale. Per questa bottiglia i 5 ***** meritati. Il Carmignano “Il Sasso” di Piaggia (Top nel 2018) è stato l'unico assaggio 2023, contraddistinto da una peculiare nota fumé, tanto al naso quanto in bocca (ma c'è anche frutta rossa e spezie dolci). Interessante.
Mentre il “Villa di Capezzana” 2021 di Tenuta di Capezzana (Top nel 2007) è impenetrabile fin dal colore, intenso al naso (amarena, liquirizia dolce) e un sorso fitto, di buona acidità e tannini ancora vispi.

Sette i Carmignano Riserva (uno annata 2022, sei annata 2021), che sottolineano la grandezza di questa denominazione. Partiamo dall'assaggio più convincente, il Piaggia “Riserva Piaggia” 2022, già nostro Top Hundred. Naso fine e ricco, anche di espressioni balsamiche come il finocchietto, oltre l'immancabile frutta che vira anche su note fresche d'agrume. In bocca, è di rara eleganza, minerale, intenso, dai tannini levigati. Lunghissimo. A un'incollatura, il Carmignano Riserva “Grumarello “2021” di Tenuta di Artimino. Prugna, viola, vaniglia, per un sorso lungo, minerale e fresco. E il Tenuta Le Farnete Carmignano Riserva “2021”, dove ai frutti rossi si sommano note tostate di caffè e tabacco, ma anche una sfumatura ematica. Il sorso è coerente, di buona tannicità, elegante. Da applausi. Fattoria Ambra conferma la buona mano con il Carmignano Riserva “Montalbiolo” 2021, che cerca l'eleganza e non la potenza. Frutto e fiori, con un finale leggermente amaricante, con note di radice di liquirizia.
fattoria ambra 2021.jpgMeritano anche il Carmignano Riserva Il Circo Rosso 2021 di Fabrizio Pratesi (cantina Top nel 2020), speziato e minerale, di buona eleganza e struttura in bocca.
pratesi.jpgE il Carmignano Riserva “ Le Poggiarelle” 2021 di Podere Le Poggiarelle, dove il contributo del legno richiede ancora tempo.

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