Nella scelta controcorrente di non puntare sui vitigni autoctoni ma sul cabernet sauvignon, la via dei coniugi Intiglietta per dire al mondo la grandezza della Puglia del vino.
Orgoglio delle radici. Capacità di ragionare fuori dagli schemi. Desiderio di fare qualcosa che potesse dare futuro alla propria terra.
Antonio Intiglietta e sua moglie Liliana, pugliesi di origine (lui è di Brindisi, lei di Gioia del Colle), ma milanesi di adozione (a Milano vivono fin da giovanissimi e nella città meneghina si sono affermati come imprenditori di successo), nel 2017 hanno fondato nel cuore del Salento, a Parabita, Tenuta Liliana.
A spingerli a iniziare questa avventura, un atto d'amore verso la Puglia, con la volontà di contribuire a riscattare l'immagine della regione, colpita al suo cuore agricolo, l'olio, quando la Xilella ha flagellato gli ulivi. E un atto di sana follia, visto che per raggiungere lo scopo di ridire che la terra pugliese e la sua agricoltura sono eccellenza, hanno scelto una strada che nessuno si aspettava. Nella terra del negroamaro o del primitivo, non han puntato su questi vitigni autoctoni, ma sul cabernet sauvignon, con la volontà di produrne la migliore espressione del mondo. L'obiettivo, agli esordi, dai più considerato impossibile, in realtà non era affatto un azzardo.
Alla radice del loro progetto, la valutazione che, grazie alla sua personalità e resilienza, il cabernet sauvignon bene si sarebbe potuto adattare alle calde estati salentine che, di fatto, godono della stessa latitudine di altri territori d'eccezione per questa varietà, una su tutte, la California. Acclarata questa compatibilità climatica, e la buona risposta sul territorio, la famiglia Intiglietta e il team tecnico guidato da Andrea Fattizzo, in collaborazione con il rinomato vivaista francese Pier Marie Guillaume, hanno iniziato una ricerca per individuare i cloni più adatti ai singoli suoli, selezionandone dopo alcune sperimentazioni 3 tipologie, orientate più alla finezza che alla potenza.
In parallelo, volendo Tenuta Liliana essere uno degli interpreti del vino pugliese contemporaneo, la cantina, pensata come spazio capace di unire passato e futuro, è stata realizzata in un luogo speciale, ossia riqualificando una cava di tufo, attiva fino agli anni '60, e facendone una realtà high-tech, con la struttura che ha suggestivo impatto visivo grazie al cemento chiaro e levigato che si alterna a grandi vetrate con il tufo che fa da sfondo. Risultato.
Oggi il parco vitato di Tenuta Liliana è di 13 ettari, con vigneti di cabernet sauvignon per il 90%, qualche filare di petit verdot e cabernet franc e un ettaro di sauvignon blanc. Le vigne sono condotte a regime biologico e per i trattamenti sono previsti rame, zolfo e polvere di roccia per difendere dalle alte temperature.
I vigneti, impiantati con una densità medio-alta (ca. 6.000 piante/ettaro), e una distanza tra i filari di 2,10 metri e di 0,8 metri da una pianta all'altra, sono allevati a cordone speronato e sono raccolti in cinque aree, tutte in un raggio di pochi chilometri dalla cantina a Parabita.
Un vino di classe, che ha anche il pregio che non tutti i grandi vini hanno, di essere “gastronomico”, ossia di esaltarsi in tavola, come hanno dimostrato gli abbinamenti con i piatti preparati da Antonio Guida, grande chef del Seta di Milano. E un rosso di caratura internazionale che, alla prova del riassaggio, ci ha confermato di valere senza se e senza ma, il nostro premio Top Hundred, ricevuto a novembre 2024 a Golosaria. Tenuta Liliana è un’eccellenza pugliese e italiana!
Tenuta Liliana
Villa Lilium
Rischiazzi (LE)
Tel. 348 006 0196