Degustazione d'eccezione affacciati sulla celebre piazzetta, con un Timorasso in arrivo dall'Ucraina
Non capita tutti i giorni di partecipare a una degustazione di Timorasso a pelo dell'acqua, affacciati sulla celebre piazzetta di Portofino. Merito del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, che ha voluto organizzare questo appuntamento lo scorso 15 giugno. In una giornata finalmente estiva, ci si è così ritrovati sulla chiatta della storica Gritta, per un banco d'assaggio con alcune tra le più significative cantine di un territorio che pare inarrestabile nella sua ascesa.
Basta un dato. Nel 1987 i terreni vitati a timorasso non raggiungevano l'ettaro. Nel 2000 erano soltanto 3. Oggi sono 316, in crescita di 100 ettari rispetto soltanto al 2020. Walter Massa, Luigi Boveri, Cantine Volpi, Sassaia, Vigneti Repetto e Claudio Mariotto, portando in degustazione i loro 2021, hanno confermato quel che Paolo Massobrio aveva già potuto sperimentare a marzo.
Il 2021 è certamente una grande annata, imponente per grado alcolico, freschezza e ampiezza dei profumi (quanta frutta esotica!), ricca di una mineralità che nei prossimi anni sarà la forza di questi vini. Due etichette su tutte: il Timorasso Derthona di Luigi Boveri, di una felicità immediata, sapido e generoso come pochi. E il Timorasso Derthona di Claudio Mariotto, ricchissimo di frutta esotica, ma anche di camomilla e qualche accenno minerale. A ribadire l'eccezionale propensione all'invecchiamento di questo vino, ci hanno pensato gli assaggi proposti da Walter Massa, con magnum datate 10 anni è più.
Da sinistra: Enrico De Alessandrini. Pierre Naigeon, Bisso AtanasovIl pomeriggio a Portofino è stata anche l'occasione per conoscere il Timorasso sotto altre prospettive. La prima, diciamo, interna, grazie alla visione moderna portata avanti dall'azienda Sassaia, dove la mano francese dell'enologo Pierre Naigeon incontra la mentalità a stelle e strisce del titolare italo-americano Enrico De Alessandrini. La secondo, del tutto esterna, perché in assaggio sono arrivate due annate del vino Timorasso prodotto in Ucraina, sul Mar Nero dalla Beykush Winery.
Partiamo da Sassaia. Due i Timorasso prodotti. Il Derthona, affinato in parte in barrique e parte in acciaio. E la sua versione Platinum, in cui il vino conosce solo la barrique, fin dalla fermentazione. Due interpretazioni differenti, che regalano nel Derthona 2021 un vino in divenire, ma già pronto, fin dalle note di idrocarburi già più che accennate. L'uso del legno si percepisce soprattutto nelle asperità più ammorbidite, ma non soverchia il carattere del Timorasso, che emerge nella sua freschezza. La versione Platinum è meno pronta, ma ancor più armonica. Qui esce fuori una speziatura molto particolare, che va dal pepe bianco ai chiodi di garofano. E poi un miele di tiglio suadente. Sapidità e freschezza ci ricordano di essere di fronte a un vero Timorasso.
Incredibile invece la storia del timorasso ucraino, raccontata dall'enologo consulente Bisso Atanasov, bulgaro ma greco da parte di nonna, che vive in Italia (a Neive) e ha una azienda, Quila, con vigneti tra Langhe e Monferrato. “Beykush Winery è nata nel 2010, sul Mar Nero, in una zona molto vocata per l'agricoltura. Quando abbiamo deciso di impiantare alcuni vitigni non autoctoni, mi sono ricordato del Timorasso che avevo scoperto con Walter Massa. E da lì è nato questo incredibile progetto, oggi messo a dura prova dalla guerra, visto che siamo a pochissimi chilometri dal fronte”.
Il Timorasso 2021, che ha in etichetta l'appellativo Lerici per ricordare il passaggio in zona dei liguri nel XIV secolo, svela un carattere inedito, quasi da vitigno aromatico. Alle note fruttate – anche qui, più esotiche che altro – si aggiungono sensazioni speziate particolari (un che di incenso, cardamomo nero). La bocca è meno esplosiva e, seppur non così evidente, si percepisce più nitido il carattere del Timorasso, perché freschezza e acidità non mancano. Un assaggio molto particolare, per un vino che è anche un ponte tra Italia e Ucraina, si auspica di pace.