Visita entusiastica al locale torinese di Umberto Chiodi Latini
Sempre inossidabile e immutabile Umberto Chiodi Latini ti attende e ti accoglie tra tendoni, velluti e monili d'antan, ti ospita in quella casa nobile torinese che profuma di vecchie glorie sabaude, ti regala radi sorrisi con una compostezza tutta di gran classe, ti fa accomodare al tavolo. Potresti anche sentirti un po’ a disagio, intimidito da un ambiente apparentemente rimasto fermo nel tempo ma, dal momento in cui al tuo tavolo scivola la carta del menu, tutto si illumina. Dimentichi tutto e incominci a godere.
Umberto afferma, e noi non possiamo che confermare, che la sua cucina è "sostanza" e noi aggiungiamo che è tradizione ma anche modernità, è una cucina che parte da ingredienti consolidati nel tempo che si sposano in perfetta simbiosi con le consuetudini moderne, per arrivare sempre a realizzazioni in cui gusto, pienezza, profumi e sapori pervadono il piatto realizzando a pieno l'obiettivo principe del Vintage: cioè la sostanza della qualità. Il cambio alla guida della cucina anni fa non ha cambiato nulla. Chiodi Latini, Umberto da non confondere con Antonio, oggi guru della cucina vegetariana, ha saputo con maestria e intelligenza mantenere salde le caratteristiche del suo locale e, oggi come allora, chi vuole provare una cucina di grande pienezza e saporosità che sa districarsi tra cucina classica piemontese, cucina di mare come se fossimo sulla spiaggia, cucina classica mediterranea al Vintage trova un approdo sicuro e di grande qualità.
Nel tempo, le tecniche moderne e lo svariare su abbinamenti più audaci ha fatto capolino anche in questo scrigno della tradizione apportando qualche piacevole novità. Azzardare critiche a questo mausoleo del buon mangiare in stile classico sarebbe sacrilegio. Qui non ti serviranno miniassaggi così mini che il tuo palato si rifiuta di decodificarli: al Vintage i piatti parlano, ti raccontano tutto di loro in modo che ti rimangano ben impressi nella memoria. Hai amici che vengono in visita e vogliono provare la cucina del territorio mangiando come Dio comanda? Il Vintage è la scelta obbligata.
Per dare la doverosa conferma a queste affermazioni non resta che raccontare quello che io e tre amici in cerca di mete gourmet abbiamo gustato. Il menu è ricco e la scelta difficile. Noi abbiamo optato come antipasti per insalata calda di gamberi e calamari con salsa di tonno e carciofini, acciughe del Cantabrico al verde su patate di Entracque,
vitello tonnato alla vecchia maniera (cucinato arrosto e senza maionese), anche se avremmo provato altro: dal culatello di Zibello alle ostriche di Bretagna, ma dovevamo passare ai primi.
Quindi ecco arrivare gli agnolotti di gallina con i profumi dell'orto (rosmarino, salvia e aglio), piatto davvero superbo.
Non poteva mancare ai secondi un altro superclassico del locale: la Torinese, filetto di vitellone con panatura di nocciole e grissini, piatto storico della maison che vale il viaggio.
Un breve cenno a quello che non abbiamo mangiato per far capire cosa possano trovare i nostri lettori. Tajarin all'uovo con burro e parmigiano, la carne cruda tagliata al coltello, zuppetta di pesce, stinco di agnello, plateau di formaggi piemontesi, erborinati, rari ed altro ancora.
Tra i dolci: Igloo "semifreddo di gianduia" provato e poi tris di mandorle, babà al rhum, zabaione etc.
Cantina con predominanza di vini francesi anche offerti a prezzi molto corretti, un po’ sottotono la presenza dei migliori italiani. Noi abbiamo bevuto un Terre Alte che parla da solo e il Nebbiolo della casa in bottiglia, prodotto in zona Barolo da rinomata azienda, molto interessante.
Prezzi del menu assolutamente in linea con la qualità offerta (menu completo alla carta: 90/100 euro).
Vintage 1997
Piazza Solferino, 16 H
Torino
Tel. 011 535948
Foto d’apertura: Pagina Facebook Vintage 1997