Quarta degustazione dell’anno verso i Top Hundred

Il nostro appuntamento settimanale con i vini che vengono passati al vaglio per la proclamazione dei Top Hundred 2023 è stato ripreso dopo la pausa di Vinitaly e quella della Pasqua. Quindi eccoci con il bicchiere nella nostra sala di degustazione, in quattro ispettori (oltre a chi firma anche Matteo ed Edoardo) per comporre la rosa che verrà valutata alla finale, presente anche Marco Gatti, che si svolgerà in due sessioni distinte, programmate per i prossimi mesi.

LE VIGNE DI CLEMENTINA FABI di Montedinove (AP)

www.levignediclementinafabi.it
L’azienda agricola “Le Vigne di Clementina Fabi” ha le sue origini nel piccolo territorio di Montedinove alla fine del 1800, quando la famiglia Fabi, soprannominata “Cerì”, acquista alcuni poderi nel piccolo territorio pedemontano di Montedinove. La gestione dell’attività passa quindi di generazione in generazione fino ad arrivare a Clementina che, seppur già trasferitasi tempo prima a Roma, decide di tornare alla terra d’origine per riprendere in mano la tradizione di famiglia ereditata dal babbo Luigi. Nel 2008 nasce così l’azienda vinicola “Le Vigne di Clementina Fabi”, oggi condotta dall'ultima discendente della famiglia, Loretta, insieme al marito Gianluca.
Il Terre di Offida Passerina Spumante Biologico Brut 2019 appare fin da subito convincente: dai bei riflessi oro, al naso ha un profilo floreale ben delineato con speziature esotiche, di zenzero. In bocca la bolla decisamente fine lo conferma come uno spumante capace di dire la sua e non semplicemente à la page (davvero ottimo! Se Clementina accetterà lo proporremo al pubblico nell’enoteca di Golosaria Monferrato già il prossimo 6-7 maggio a Villa Morneto). L'Offida Pecorino Ceri’ 2021, che fin nel nome evoca le radici di questa famiglia, è la celebrazione del vitigno più tipico di questo areale che, a dispetto del nome, riesce a offrire vini fini e intriganti al tempo stesso. Dal bel colore oro, ha naso di frutta esotica matura (mango), accanto a nuances di nocciola. In bocca la spada acida rende il sorso vibrante. Il Rosso Piceno Ceri’ 2020, da uve sangiovese e montepulciano, segue la stessa filosofia e offre un vino dal colore rubino profondo, quasi impenetrabile. Al naso è ampio, caldo, profondo, con la frutta rossa matura, la speziatura, la scorza di arancia amara subito seguito dalla nota animale del montepulciano, la pelliccia. In bocca la potenza naturale lascia spazio all'eleganza con un tannino diffuso. Il Marche Cabernet Sauvignon Ceri’ 2018 è capace di equilibrare le due anime del vitigno, quella più fruttata, di confettura di piccoli frutti, e quella verde, che assume le sfumature del peperoncino jalapeño.
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MONZIO COMPAGNONI di Adro (Bs)

https://www.ilgolosario.it/it/monzio-compagnoni-sd01012
Azienda dal percorso duplice ed egualmente interessante, quella fondata da Marcello Monzio Compagnoni a metà degli anni Ottanta partendo dai terreni di famiglia a Cenate Sotto (Bg) per poi spostarsi sulle colline franciacortine negli anni Novanta dove apre il secondo polo della sua attività, con la consulenza dell'enologo Donato Lanati.
In questa sessione abbiamo assaggiato i suoi Franciacorta, vini misurati, eleganti, con uno stile univoco che li rende ben riconoscibili. C'è uno studio dietro tutti, un progetto solido e si sente. Il Franciacorta Brut Alla Moda è il brut d'ingresso, dal naso pulito, corretto, con i sentori di lieviti che spiccano sul fondo leggermente citrico. In bocca ha una bolla di media finezza e un ingresso importante, con un'acidità spiccata. Il Franciacorta Brut Millesimato 2019 ha naso più ricco del campione precedente, con una speziatura più intensa, note minerali di gesso. In bocca è altrettanto ricco, avvolgente, con una bolla finissima. Il Franciacorta Brut Satin Millesimato 2019 è tutta eleganza, a partire dal naso che evoca il limone del Garda, in bocca la bolla si fa perlage con un equilibrio in bocca ravvivato dalla chiusura amaricante. Il Franciacorta Brut Rosè Alla Moda sa ritagliarsi un proprio ruolo: di colore rosa tenue, ha profumi erbacei, verdi, e in bocca un bel corpo con finale anch'esso amaricante.
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VIGNE CAPPATO di Berchidda (SS)

www.vignecappato.it
Cosa riesce a fare la Sardegna del vino? Oggi praticamente tutto. E' un fenomeno che abbiamo già avuto modo di segnalare da qualche anno a questa parte e le conferme continuano. Questa regione sta crescendo in modo esponenziale con una generazione di vignaioli capaci, preparati, forti di progetti ben delineati. Giovanni Cappato è uno di questi e lo dimostra con questi due campioni eccellenti.
Il Vermentino Frizzante Colli del Limbara Nibe 2022 tira fuori l'anima graffiante del vermentino. Il naso è vivo, con la polpa di mela e il cedro, in bocca è quasi aspro, ma piacevole al tempo stesso, con l'acidità vibrante accompagnata dalla nota sapida che permane a lungo in bocca. Caratteristiche di un terroir che ritroviamo amplificate nel Vermentino di Gallura Ghjla 2021 dove l'agrumato assume i contorni dei fiori di zagara e la sapidità diventa cappero, ostrica, con una speziatura che evoca il Mediterraneo. In bocca ha corpo, mineralità. Un grande bianco.
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Sempre dalla Sardegna un altro grandissimo vino: l'Autoctono di Mamoiada Minneddu dell'azienda agraria Paddeu di Mamoiada (Nu). Da uve cannonau, ha colore rubino profondo, ha naso che si sfoglia poco a poco. Un profumo antico di salotto buono, di noce (albero e frutto) e poi ancora il cuoio, l'incenso. In bocca ha tutto: è pieno, caldo, tannico, equilibrato. Semplicemente monumentale.
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SOCIETA' AGRICOLA TOMMASI di San Pietro in Cariano (Vr)

https://www.ilgolosario.it/it/tommasi-viticoltori-sd01799
Tommasi rappresenta una delle vette del vino italiano nel mondo di cui possiamo scrivere sotto molti punti di vista, dai vini iconici ai nuovi progetti fino al mondo dell'enoturismo. In questo caso abbiamo assaggiato due campioni del Lugana iconico Le Fornaci, che abbiamo avuto la fortuna di cogliere fin dal concepimento, essendo questa una delle ultime aziende nate in seno alla loro galassia. Il Lugana Le Fornaci 2022 si distingue fin dal colore con note perlacee che sembrano quasi evocare il pinot grigio. Al naso è una vera e propria esplosione di frutta tropicale, maracuja, e albicocca. In bocca è equilibrato, aromatico, con un finale suadente. Il Lugana Riserva Le Fornaci 2019 ha tutti i crismi del grande bianco. Di colore paglierino carico, ha naso di pesca, salvia e idrocarburi, con nuances che a tratti strizzano l'occhio ai migliori Sauvignon. In bocca è pieno, minerale, con un accenno di tannino che dà al sorso la consistenza della seta, ravvivata da un finale amaricante.
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AZIENDA AGRICOLA MAMMOLITI di Ceriana (Im)

Ubicata interamente nel territorio di Ceriana, rappresenta la tipica conformazione eroica del vigneto ligure, con i terrazzamenti rivolti verso il mare che servono a rendere coltivabili i pendii più scoscesi. Al limite delle zone coltivate, confina con il bosco e l'ambiente classico della macchia mediterranea che sembra trovare echi in questi vini che si basano sulle varietà autoctone. Simbolo della produzione aziendale è il moscatello di Taggia, sia secco sia passito dolce.
Il Riviera Ligure di Ponente Moscatello di Taggia Lucraetia 2022 è un classico moscato secco, con le note di agrumi e glicine, che in bocca ha la chiusura amaricante che ci aspetteremmo. Più convincente il Riviera Ligure di Ponente Moscatello di Taggia Passito Lucraetia 2021 che al naso evoca l'albicocca essiccata e la menta bianca, in bocca è dolce, senza essere esageratamente corposo, di buona acidità ma non stucchevole. A conquistarci sarà però il Riviera Ligure di Ponente Vermentino Epicuro 2022 dal bel naso agrumato, di chinotto, in bocca ha un'acidità viva, pungente.
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MASSERIA CUTURI 1881 di Manduria (Ta)

https://masseriacuturi.com
Siamo in un'azienda storica del territorio di Manduria, una splendida proprietà di 300 ettari con tanto di ristorante e relais che ha il Primitivo nelle sue radici. L'anno - 1881 - fa riferimento infatti non alla costruzione della masseria che è ben più antica, ma alla piantumazione della prima barbatella di primitivo in questo territorio che ne diventerà l'assoluta capitale. Ecco perché i vini assaggiati non potevano che essere di diverse declinazioni di questo straordinario vitigno.
Partiamo dal Primitivo Salento Tumà 2021, dal colore impenetrabile che ricorda l'inchiostro, ha naso di confettura di frutta, ma ravvivato dalle note balsamiche. In bocca è molto intenso, tannico, con una bella speziatura e la giusta acidità. Il Primitivo di Manduria Chidro 2020 è un vino possente, ricco, difficile da inquadrare se non dopo un assaggio prolungato. Si apre su note di noce e fico per poi arricchirsi con i piccoli frutti e con una cotè animale, di pelliccia, molto affascinante. In bocca è molto simile al precedente, giocando su speziatura e tannini. Finiamo con il Primitivo di Manduria Monte Diavoli 2019 che ha naso più gentile, profumo di mandorle, in bocca è pieno, tannico, equilibrato, caldo. Un vino possente capace di affascinare a lungo.
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