Divertente assaggio di vini ottenuti da rarissimi vitigni autoctoni

La lunga settimana delle Anteprime Toscane si è conclusa con la giornata dedicata alla DOC Valdarno di Sopra. Una DOC relativamente giovane, istituita solo nel 2011, ma che affonda le sue radici nella storia, come dimostra il suo inserimento nel famoso bando del 1716 di Cosimo III, che individuava quattro zone della Toscana particolarmente vocate alla coltivazione della vite (Carmignano, Chianti, Pomino e, appunto, Valdarno di Sopra). I confini della DOC sono gli stessi individuati da Cosimo III e comprendono il Valdarno aretino e una piccola parte della provincia di Firenze. Ben 44 le tipologie previste dal disciplinare (di cui 16 espressione di monovitigno), per una denominazione che offre espressioni di sangiovese particolarmente ricche di frutto, la presenza di vitigni internazionali radicati in zona da secoli e alcuni rari autoctoni.

A caratterizzare il Consorzio, presieduto da Luca Sanjust (Petrolo) e diretto da Ettore Ciancico (La Salceta), è la presenza di tutti i soci già certificati biologici o in fase di conversione, nell’ambito di un percorso comune condiviso e intrapreso da tempo. L'obiettivo del Consorzio è di diventare la prima denominazione italiana interamente biologica per disciplinare.

La giornata è stata ben organizzata, in una sala di grande suggestione (all'interno della Tenuta Il Borro), anche se i tempi della degustazione dei 54 campioni sono stati piuttosto compressi (tre ore, nella seconda parte della giornata), per dare spazio a un paio di approfondimenti (il primo normativo e di attualità sulle tendenze dei consumi, il secondo sulle risposte produttive al cambiamento climatico) e alla degustazione di 14 vini guidata dalla Master of Wine Susan Holme.

Qui i nostri assaggi migliori della giornata, che ha visto protagoniste soprattutto due annate (la 2023 e la 2022) che, come ha raccontato Armando Castagno – chiamato a introdurre la degustazione – sono state molto diverse tra loro. La 2022, frutto di una vendemmia leggermente ritardata, ha visto le uve a maturazione profonda. Il risultato sono vini di grande espressività cromatica, esuberanti, pronti, potenti. La 2023 è un'annata all'antitesi, segnata da vini di grande acidità, più austeri, ma di grande persistenza e nitidezza.

Ejamu - Loro Ciuffenna
Partiamo da questa giovane cantina della famiglia Luppino, che ci ha sorpreso con un paio di vini davvero convincenti. È il caso del Valdarno di Sopra Rosso “Vertigine” 2023, da uve sangiovese, canaiolo e malvasia nera. Il naso è intrigante, fitto di piccoli frutti rossi sotto spirito, viola, un afflato balsamico (timo), per un sorso disteso, ricco, pieno, dai tannini ancora vispi ma in via di definizione.
Altrettanto sorprendente il Toscana Bianco “Tombolo” 2023, incrocio Manzoni in purezza. Paglierino brillante alla vista, colpisce prima con le note di zest di mandarino e agrumi canditi, e poi con un sorso pulito ed equilibrato, in cui si ritrova la parte agrumata chiudendo minerale.
ejamu copia.jpgPian del Pino - Terranuova Bracciolini
Un solo vino per questa cantina, ma che lascia il segno. È il Valdarno di Sopra Sangiovese “Jubilus” 2022, che sa franchezza ed eleganza, con una nota floreale (rosa) caratteristica, che si aggiunge ai piccoli frutti rossi. Il sorso è coerente, arrotondato da dolci note speziate, e uno sbuffo di cacao.
pian del pino copia.jpgFattoria Fazzuoli - Terranuova Bracciolini
È la cantina del volto televisivo Federico Fazzuoli (Linea Verde). Sorpresa per il Toscana “Pugnitello” 2019, espressione in purezza di questo antico vitigno toscano a bacca nera. A colpire è la sua intensità olfattiva, dove i piccoli frutti si mescolano all'inchiostro. La bocca è altrettanto pregnante, con una parte tannica ancora da domare. Da riassaggiare in futuro il Valdarno di Sopra Sangiovese Riserva “2018”: è un vino vibrante, con un naso particolare che somma frutti rossi, agrumi, spezie e qualche nota un po' wild, che non disturba affatto, ma che disegna un insieme ruspante. In bocca ha tanto da raccontare, anche in futuro Peculiare anche il Toscana Rosso “Il Senza Solfiti” 2023 da uve sangiovese, merlot e pugnitello, soprattutto per le sue note salmastre che ricordano le acciughe sotto sale. Sapidità (e frutto) anche in bocca.

Petrolo - Mercatale Valdarno
Non è certo da scoprire questa cantina, che ha contribuito a far conoscere e apprezzare i vini della Valdarno anche su palcoscenici internazionali. È il caso senz'altro del Valdarno di Sopra Merlot “Galatrona”, già nostro Top Hundred dei primi anni. Tra gli assaggi di questa giornata, spicca su tutti il Valdarno di Sopra Sangiovese “Bòggina A” 2023, fermentato e affinato in anfora di terracotta. Un vino di grandissima piacevolezza, prima al naso, dove la frutta a bacca rossa è in tripudio, poi in bocca dove emergono note officinali e un'anima rotonda, dolce. Ha meritato i nostri ***** che sono la massima valutazione. A un'incollatura il Valdarno di Sopra Sangiovese Riserva Boggina C 2021. Cola, chinotto, gesso, ribes, cuoio, per un naso quanto mai ricco. I tannini sono ancora vibranti, ma il sorso ha già tutte le stimmate dell'eleganza. Sapidità e persistenza. Ma anche eleganza e tipicità per il Valdarno di Sopra Pietraviva Rosso “Torrione” 2022 che, già dall'uvaggio (sangiovese, merlot, cabernet sauvignon), racconta bene il territorio e la mano di questa storica maison. Qui troviamo frutti rossi sotto spirito, una parte di goudron, ma anche un piacevole afflato balsamico. Non manca il bianco di classe, ed è il Toscana Trebbiano "Bòggina B” 2022. Un vino d'impronta tradizionale, con profumi di fiori bianchi, buccia di arancia rossa, spezie dolci (vaniglia). In bocca si conferma molto elegante e complesso, di buona freschezza.
petrolo copia.jpgIl Borro - Loro Ciuffenna
Della cantina di Ferruccio Ferragamo (gestita dai figli Salvatore e Vittoria) convincono diversi assaggi. A partire dal Valdarno di Sopra Sangiovese “Polissena” 2020. Subito è il frutto in evidenza (marasca), poi note di rabarbaro, cuoio e ginepro. Il sorso è pieno, elegante, di buona persistenza. Opulento il Toscana Rosso “Il Borro” 2021 (merlot, cabernet sauvignon, syrah). Note di sottobosco e piccoli frutti rossi si sommano a una speziatura dolce (cacao, tabacco). In bocca è vellutato, filigranoso. Piacevole il Valdarno di Sopra Sirah “Alessandro del Borro” 2019 nelle sue sfumature di mora e nella speziatura tipica del vitigno, che solletica con il pepe nero e il tabacco. Equilibrato in bocca. Il Bolle di Borro Metodo Classico Rosato 2018, da uve sangiovese, è l'unico metodo classico assaggiato nella giornata, decisamente piacevole nelle sue note agrumate e di buona mineralità. In bocca è fine, fresco, un filo tannico, il che non guasta.
il borro copia.jpgPodere Il Carnasciale – Mercatale Valdarno
Con questa cantina si scopre un altro vitigno raro, il caberlot (incrocio di cabernet sauvignon e merlot), interpretato in due etichette: il Toscana Rosso “Carnasciale” 2022 e il Toscana Rosso “Il Caberlot” 2021. Sono due vini molto diversi, il primo affinato in botti grandi da 40 ettolitri, il secondo in barrique. Il Carnasciale conquista per la sua frutta generosa (frutti di bosco, soprattutto) e una bella speziatura. In bocca c'è tanta sostanza, e tannini vigorosi. Il secondo è decisamente più austero, e oggi anche più pronto.
caberlot copia.jpgFattoria Bellosguardo - Castiglion Fibocchi
Il Toscana rosso “Corridore” 2019 da uve sangiovese (70%) e cabernet sauvignon (30%) è un vino compiuto, intenso al naso (ribes, prugna nera, ma anche liquirizia e vaniglia) e pieno all'assaggio, con tannini non troppo invadenti e finale di buona persistenza. Curioso il Toscana Rosso “Pipillo” 2023, da uve foglia tonda, ancora intenso al naso, tutto giocato sull'esuberanza dei frutti rossi, per un sorso franco, in via di definizione. Il Toscana Sangiovese “Sortito” 2022 ha buona spinta balsamica e un sorso scorrevole, che chiude fruttato.

Mannucci Droandi - Montevarchi
Sui vitigni autoctoni lavora anche questa cantina, di cui abbiamo assaggiato quattro interpretazioni in purezza, quelli che loro definiscono “i vini della memoria”. A colpirci maggiormente sono stati il Toscana Rosso”Barsaglina” 2020, vitigno originario della provincia di Massa Carrara, che sorprende con un naso molto elegante, soprattutto per le note floreali. Poi dopo ci sono i piccoli frutti rossi e una bella speziatura (ginger). Piacevole in bocca. Di pari livello il Toscana Rosso “Foglia Tonda” 2020, generoso nel frutto e nella speziatura (liquirizia), e poi in bocca in tannini ancora evidenti. Il Toscana Rosso “Gralima” 2020 è frutto di un altro vitigno “introvabile”. Di carattere vivace, che si esprime in tannini ancora scontrosi, ma anche in un naso piuttosto intenso, fruttato e speziato.

La Salceta - Loro Ciuffenna
I profumi del Valdarno di Sopra Sangiovese “Vigna Ruschieto” 2021 evolvono bene, dopo un'iniziale fatica ad aprirsi. Troviamo fiori secchi, frutti rossi, una punta di gesso, note verdi di macchia. In bocca c'è tanta freschezza, tannini già addomesticati, con chiusa lievemente amaricante. Il Valdarno di Sopra Orpicchio “L'O” 2024 ci permette di scoprire quest'altro vitigno autoctono, praticamente abbandonato. I profumi sono prima di fiori bianchi, ma poi arriva una parte citrina che tornerà anche nell'assaggio, caratteristico, di grande freschezza.

Migliarina & Montozzi - Bucine, Levane
Piacevole il Valdarno di Sopra Sangiovese 2019, che vede al suo interno anche piccole percentuali di merlot e pugnitello. Al naso è piuttosto elegante e intenso, con visciole sotto spirito, una parte verde e una leggera speziatura. Bocca leggiadra, anche per via dei tannini ben addomesticati. Buona freschezza.

Tenuta San Jacopo - Cavriglia
Che ci fa un Montepulciano in Val d'Arno? È il Toscana Rosso “Caprilius” 2019. Il risultato è molto piacevole, in un naso espressivo, non privo di note balsamiche. In bocca è elegante, giustamente tannico. Il Valdarno di Sopra “Orma del Diavolo” 2022, uvaggio di sangiovese, merlot e cabernet sauvignon, ha profumi intensi di visciole mature, spezie dolci, macchia verde. Il sorso è morbido, caldo, ancora fruttato. Interessante il Toscana Trebbiano “Erboli” 2023, fin dal colore, tendente al dorato. Il naso è di discreta intensità: gesso, poi fiori gialli e camomilla. Bocca elegante.
tenutasanjacopo copia.jpgTenuta Scrafana - Montevarchi
Il Valdarno di Sopra Sangiovese Riserva “Sarrocchino” 2018 propone al naso piccoli frutti (lamponi) e ciliegie sotto spirito, seguiti da note di liquirizia e lieve balsamicità. Sorso alcolico e caldo, tannino e acidità ben amalgamati con il frutto. La chiusura è amaricante, ma non perde di eleganza.
tenuta scrafana copia.jpgTenuta Sette Ponti - Castiglion Fibocchi
Un altro Sangiovese di razza. È il Valdarno di Sopra Sangiovese “Vigna dell'Impero” 2020. Piace al naso, che al ribes somma una parte vegetale e una delicata spinta balsamica. In bocca c'è ancora gioventù, ma è già compiuto. Il Toscana Trebbiano “Vigna dell'Impero” 2023 è un vino dallo spirito internazionale, di grande struttura. Lo spunto agrumato lascia spazio al floreale e alle spezie dolci (vaniglia), per poi tornare in un sorso che piace anche per la sua sapidità.
tenuta sette ponti copia.jpg

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